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Alfonsine

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Famiglia Buldrini 

(ramo di Romeo e Adriano)

  Luigi Buldrini 
(1870-1944)

Luigi  Buldrini nacque nel 1870 ad Alfonsine, da Antonio Buldrini e Giovanna Bartolotti. Sposò nel 1890 Chiarini Luigia e andarono ad abitare in affitto in via Reale al 'cafité', prima delle scuole.

Facevano entrambi i braccianti, quindi una famiglia poverissima.

 

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Luigia Chiarini 

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Luigia Chiarini 
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Luigia Chiarini
(1871-1956)

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Luigia Chiarini 

Suo padre si chiamava Giovanni Chiarini.

Ebbero vari figli: Maria Buldrini (1896-1977) (handicappata), Antonio Buldrini (1901-1969), Elsa Buldrini morta a sette giorni dalla nascita nel 1903, Angela Buldrini (1912-1983), Domenico Buldrini morto dopo pochi mesi dalla nascita (1915-1916)

Antonio Buldrini 
(1901-1969),

Antonio Buldrini nacque in via Reale, davanti al locale detto 'Cafité' dopo le scuole e lì abitò per tutto il periodo della gioventù. Era un tipo un po’ estroso, veniva considerato come persona di grande forza muscolare, tanto da diventare mitiche alcune sue imprese come il sollevamento di grosse balle di paglia. Si dedicò anche al ciclismo, ma presto venne indicato come una 'ligéra': frequentava spesso l'osteria e si ubriacava facilmente. 

Iniziò a lavorare molto giovane come operaio in ferrovia: per 4 o 5 anni curò la manutenzione nella zona attorno ad Alfonsine (all'epoca questo veniva chiamato un lavorare  'intl'indostria', 'nell'industria'). In seguito fece il bracciante. Antonio comunque era una persona abbastanza intelligente. Leggeva libri in particolare quelli scientifici: aveva un libro divulgativo di fisica, che fu poi riutilizzato da uno dei suoi figli.

Conobbe Giulia Zanzi, una sua coetanea, con cui iniziò un rapporto tormentato. 

Giulia Zanzi
(1900-1977)

Nasce da Olindo Zanzi (1870-1896) e da Lucia Randi (1874-1919) entrambi provenienti da famiglie di braccianti: Olindo era figlio a suo volta di Giovanni Zanzi e di Basigli Virginia (1837-1916) figlia di Pietro Basigli e di Lucia Biffi.

Lucia Randi era figlia di Mariano Randi e di Antonia Mazzotti.

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Giulia Zanzi abitava in via Guerrina, oltre la Canalina, seconda casa a sinistra   ed era figlia maggiore di 5 sorelle: Erminia (1902-1908), Eva (1903-1987) sposata Pattuelli, andò ad abitare a Taglio Corelli. Suo figlio Anzulì nel 1988 nella dove aveva abitato con la madre fino all'anno prima, quando lei morì, uccise suo padre in carrozzella mettendolo davanti al fuoco di una stufa e poi si impiccò. Antonia (1905-1982) che sposò uno di Anita, Ernesta (1910-1969) mamma di Lucianì che correva in bicicletta.

Giulia Zanzi incontrò Antonio Buldrini quando ancora abitava in via Guerrina con la famiglia, che erano braccianti

Il rapporto con Giulia Zanzi fu abbastanza tempestoso

Antonio si qualificò subito per la sua fama di 'poco raccomandabile'. La frequentò ma non la sposò. La mise incinta nel 1923, senza essere sposato, ma la bambina di nome Zaira morì dopo pochi mesi. Andarono a convivere nella casa dei genitori di lui al 'Cafité'. Ma la vita coniugale gli stava stretta. Spesso non tornava a casa per giorni, poi si ripresentava, come se niente fosse. Nel 1925 nacque un altro figlio Adriano, che morì dopo un mese. Nel 1927 nacque un nuovo figlio maschio a cui fu dato fin da subito il cognome del padre 'Buldrini', perché in previsione del futuro matrimonio sarebbe stato più facile sbrigare le pratiche. Il matrimonio fu siglato nel 1930 e Adriano Buldrini cessò di essere figlio di NN. Intanto si erano trasferiti in una casa di corso Garibaldi superiore, poi nel quartiere 'Sabbioni' e nel 1935 in via Guerrina, a duecento metri da dove aveva abitato Giulia Zanzi da ragazza.

Antonio Buldrini fu simpatizzante socialista, non fu particolarmente impegnato in politica.

Nel 1936 nacque il secondo figlio a cui fu dato il nome di Romeo Virgilio Dante (segno della cultura anche umanistica del padre). 

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Antonio Buldrini in Germania

Antonio Buldrini in Germania. Il ragazzo o la ragazza della foto potrebbe essere anche un figlio/a di Antonio

Intanto (1938) la Germania aveva bisogno di forza lavoro per preparare la guerra. Molti giovani andarono a lavorare in quel paese: una decina di alfonsinesi tra i quali Antonio partirono per Monaco di Baviera. (Tra gli altri c'era anche Bedeschi, babbo della Loretta sposata Botti, il babbo di Silvano e Franco Gulminelli. Ma mentre questi, a fine contratto, dopo circa un anno e mezzo,  tornarono a casa, Antonio. non tornò. Stava troppo bene a Monaco. Anche là svolse lavori in campagna e poi fu assunto min fabbrica. A casa c'erano due figli: Adriano di 11 anni e Romeo di 2.

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Romeo e il fratello Adriano nel 1943

Adriano Buldrini

Mandava ogni tanto qualche soldo a casa. Ogni anno in gennaio o febbraio tornava per un mese: questo fino dal ’39 al ’42. I rapporti con la famiglia erano comunque già molto tesi. 

La moglie Giulia faceva la bracciante e lavorava a terziaria qualche pezzettino di terra sotto Poletti o Rivalta nel Cuorbalestro. Ai braccianti si usava dare da parte dei padroni un rettangolino di terra, una partsèta (una terra divisa fra le due scolina o le due carraie). Giulia Zanzi aveva due partsètte, che lavorava a terziaria). 

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Nel gruppo di braccianti alfonsinesi c'era Giulia Zanzi e la sorella Ernesta

(un click o un tocco sulla foto per averne un ingrandimento)

Durante la guerra arrivarono alcune lettere censurate, una con una foto di Antonio inviata a sua sorella Angela, poi non si seppe più nulla  fino al 1946, quando Antonio Buldrini venne a casa per partecipare alle elezioni.  

Fu lì che fece vedere ai figli una vecchia foto di Matteotti, che aveva nascosto, anni prima in uno scomparto del capanno dove abitavano, e che ora era davanti alla casa, qualificandosi politicamente come socialista. 

Ma la moglie Giulia e il fratello Adriano chiesero ad Antonio se almeno ora, dopo tutto quello che era successo, si fosse fermato a casa. Al ché non ebbero una risposta rassicurante, tanto che le motivazioni addotte per la necessità di tornare in Germania lasciavano intravedere una relazione con una donna: ci fu un litigio tra il padre e il figlio Adriano e la moglie Giulia, tanto che Antonio fu costretto ad abbandonare la casa e a chiedere ospitalità presso la sorella Angela.

Finite le elezioni Antonio tornò in Germania. Era il 1948, il campo 'Rino Bendazzi' era in costruzione, come tutto il paese nuovo di Alfonsine.

Da allora scrisse solo a sua sorella Angelina, la quale però fu sempre solidale con la Giulia. Verso la fine del 1956 arrivò una lettera sempre alla sorella dove Antonio chiedeva che gli si trovasse un posto per venire a stare ad Alfonsine. Angela, la cognata, chiese a Giulia un parere. Lei disse che con tutto quello che gli aveva fatto passare poteva restarsene in Germania che lei andava bene comunque, anzi.... E così fu. 

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Nelle due foto Antonio Buldrini a Monaco di Baviera, probabilmente nella casa dove abitava, alla fine dei suoi giorni.

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Antonio Buldrini  rimase per sempre a Monaco dove morì nel 1969. 

Antonio Buldrini in Germania

Arrivò una comunicazione alla famiglia che aveva ereditato qualcosa: poca roba tolte le spese per l’inumazione. Si scoprì che Antonio era vissuto da solo, anche se fino a poco tempo prima aveva convissuto con una donna. Poi si erano separati dato che lei aveva rimasto metà della casa dove abitavano.  l due figli si recarono, a tumulazione avvenuta, a vederne la tomba.

Giulia Zanzi si ammalò nel 1949 di depressione.

Morì nel 1977

I figli Adriano e Romeo

Adriano e Romeo

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Romeo, a circa a 10 anni al mare

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Adriano, marinaretto

Romeo, a circa a 9 anni, alla cresima

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Centro ricreativo estivo, nel terreno dove poi sorgerà la chiesa S. Maria. Siamo nell'immediato dopoguerra, infatti si vede nel retro la sezione e il cinema Aurora. Una delle 'signorine' è Luisa Ghirardini, moglie di Tullio Samaritani

(un click o un tocco sulla foto per averne un ingrandimento)

Adriano Buldrini
(1927 - 1991)
Romeo Buldrini
(1936 - ?)

Frequentò le scuole elementari di Borgo Fratti, dove convergevano tutti i bambini di Borgo Fratti e Seganti, e di via Guerrina, mentre quelli di via Raspona e Fornazzo andavano a Madonna Boschi. 

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Classe II Borgo Fratti anno 1934-35
(un click o un tocco per l'ingrandimento)
Adriano è il 4° da destra della seconda fila. Il sesto da sinistra della fila seduta è Giancarlo Casali, il fotografo.

Adriano Buldrini fin dal 1942 iniziò a lavorare da Casanova Dante, officina metallurgica e poi ferramenta. Si producevano piccole carriole per la semina delle bietole. Nel dopoguerra iniziò l'attività di bracciante  nel gruppo detto "il Collettivo"


Adriano nei bersaglieri

 Nel 1956 Adriano sposò Lea  Tellarini  da cui ebbe un figlio: Davide Buldrini (1958) che sposò poi nel 1989 Katia Veroli (1961) da cui è nato  Luca Buldrini (1990).
 

Molti braccianti in quel 1956 furono riconvertiti a muratori.

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 Adriano fece parte della cooperativa muratori a Voltana. Svolse quest'attività fino al 1960.

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Adriano alla scuola del P.C.I.

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Adriano al centro con due amiche

Fu convinto nel 1965 dal fratello Romeo a fare una società e ad aprire un negozio nel centro di Alfonsine, sotto il mercato coperto. 

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Lea Tellarini

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Adriano Buldrini

Nel 1991 Adriano, ammalato, morì per un tumore. 

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Adriano davanti al Gallo

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Adriano Buldrini

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Anno 1947: Classe V mista. Scuole elementari di Borgo Fratti, col maestro Guerrino Tappi 
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Anno 1947: Classe V mista. Scuole elementari di Borgo Fratti, col maestro Guerrino Tappi 
(un click o un tocco sulla foto per averne un ingrandimento)

Prima fila da sinistra:
Merano Ghetti, Luciano Tarroni, Antonio Montanari, Attilio Toschi, Elio Tamburini, Domenico Guerrini, Romeo Buldrini, Davide Signani

Seconda fila da sinistra:
Enzo Tarozzi, Francesco Rambelli, Sante Pezzi, Gino Margotti, Valdo Tarroni, Valdo Pezzi, Carlo Melandri.

Terza fila da sinistra:
Giovanni Montanari, Maria Cricca, Pierina Tura, Prima Cortesi, Adelina Emaldi, Maria Emaldi, Pierino Maioli, Natale Graziani

Sedute da sinistra:
Luisa Martuzzi, Silvia Melandri, Giovanna Tarroni, Olga Tazzari, Luciana Baruzzi


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Anno 1947: Classe V mista. I soli maschi. 
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Dopo che la madre si ammalò di depressione, Romeo fu costretto a 14 anni ad andare a lavorare al Collettivo. Sapendo che doveva andare a lavorare, non si impegno per niente nello studio, e nel 1950 fu rimandato all'esame di riparazione 'ad ottobre', si diceva allora. Dove infine fu bocciato. Romeo dovette quindi smettere di andare a  scuola, e questa fu una delle sue più grandi delusioni.

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Romeo in una partita di calcio nel dopoguerra. Sullo sfondo la sezione ANPI poi Psiup e PSI

(un click o un tocco sulla foto per averne un ingrandimento)

In quello stesso anno la via Guerrina fu raggiunta dall'elettricità. Con la luce elettrica in casa Romeo iniziò, pur facendo il bracciante, a studiare utilizzando un corso per corrispondenza con la Scuola Radio Elettra.

La propensione per l'elettronica era forse dovuta alla curiosità scientifica derivata dal libro del babbo Antonio e da materiale che i tedeschi, dopo averlo rubato, lo avevano abbandonato. Ad esempio una radio galena, cavi elettrici ecc.. ecc... Romeo iniziò a sperimentarsi costruendo una radio portatile, e un telefono coi fili: con la galena e la cuffia, insieme ai compagni vicini di casa, ifigli di 'Ranocc', della famiglia Errani che abitavano in via Guerrina, riuscirono a comunicare tra loro fino a 300-400 metri

Romeo pur continuando ad andare nel 'Collettivo', studiava e sperimentava. Un giorno il sig. Aviani, elettricista del paese gli chiese di fargli da apprendista e lui accettò. Nel 1954 il sig. Aviani lo informò che c’è la ditta Montanari di Lugo, in via Baracca, cercava un aiutante. Si presentò e fu assunto immediatamente. Ogni tanto comunque andava ancora a lavorare al 'Collettivo' chiamato da suo fratello Adriano che  era a quei tempi 'caporale'. Questo serviva per fare il numero di giornate utili ad avere il sussidio di disoccupazione. Andò in seguito a lavorare  a S. Lorenzo per un ingegnere che produceva impianti industriali per uno zuccherificio a S. Pietro in Casale.  

Romeo con la cugina Flora Scioni, davanti alla casa di Venturini in via Reale

Nel 1960 iniziò a lavorare per conto proprio, nella sua casa in via Guerrina, e si registro come 'Artigiano'. Continuò così fino al 1965, quando convinse il fratello ad aprire un negozio, nel centro di Alfonsine, sotto il mercato coperto. Là c’era un negozio da fiorista, uno da alimentari e il garage per l'auto del sindaco. Ottenne di aprire il negozio proprio dove c'era il garage. 

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Romeo nel negozio sotto il mercato coperto

Nel 1991 il fratello Adriano morì per un tumore. 

Nel 1998 Romeo chiuse l'attività e andò in pensione.

    

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