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Esame del teste Giugni Gaetano

La testimonianza che si riporta fu utilizzata per il processo contro Pino Grossi, il quale subito dopo la fine della Settimana Rossa si era rifugiato all'estero

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La settimana rossa nei vari paesi di Romagna
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Narrativa sulla "Settimana Rossa"

Il giorno 11 corr. una folla di persone, delle quali alcune armate di fucile, vennero a casa mia a prendere la consegna delle armi. In principio io cercai di resistere, ma ai loro atti minacciosi, consegnai loro una doppietta ed una rivoltella. Fra la folla ebbi modo di conoscere solamente un certo Morandi Giulio e Montanari detto "Rufflin" figlio del Cantoniere. Dette armi alla sera mi furono restituite dallo stesso Morandi. Il contegno degli invasori, ripeto, era minaccioso tanto che in casa vi erano tre mie sorelle ed una nipotina le quali rimasero enormemente spaventate, ragione per cui io non opposi alcuna resistenza. Papà era in quel giorno a letto, ma si alzò. Tanto lui come le mie sorelle non conobbero nessuno, quindi è inutile che vengano intesi da V S.

Di specifico intorno agli altri fatti, nulla posso asserire; affermo solo che in paese fra i più accesi agitatori vengono indicati: Grossi Pino repubblicano, ed un certo Gessi di Alfonsine. Anzi ricordo bene che in quel giorno; ossia l'11 corr. verso le ore 14 vidi detto Gessi venire da Alfonsine in motocicletta, fermarsi presso un gruppo, e domandare notizie di Pino Grossi e subito dopo dirigersi verso Piazza Castello nelle cui vicinanze vi è la sede del Partito Socialista. Non so altro".

 

 

 

 

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