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Alfonsine

 

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"E Cafè dla Niculèna",
poi "Giornalaia" Luisa Lolli e Paolo Troncossi

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NEL PUNTO
(della mappa a destra)
 
PRIMA DELLA GUERRA C'ERA: 

 E cafè dla Niculéna 

 

La Niculèna (Nicoletta Altini) gestiva questo bar dagli inizi del '900. Quando era ormai troppo vecchia la Niculèna lasciò il bar in gestione al figlio Giuseppe Altini (Pinaz) e a sua moglie Maria. 

Era già il bar degli anarchici durante la "Settimana Rossa"  nel 1914, citato dal parroco di Alfonsine Don Tellarini nel suo diario 

"Giunto che fui presso il Caffé degli anarchici, detto il Caffé della Nicolina, scorsi una moltitudine di persone che stava ai tavolini a godersi il fresco, ed a contemplare la scena sorbendo il caffé e centellinando bicchierini di liquori con un'allegria indescrivibile. Appena mi videro fecero un gesto di sorpresa e ricordo uno che disse: Bé! non è mica fuggito! Ma se è ancora qui!, e tutti gli occhi si appuntarono su di me. "

Alla morte prematura  di Pinaz, avvenuta a 33 anni, la vedova Maria continuò a gestire il locale con le figlie Santa, Nanda e Rina. Un'altra figlia di nome Prima era deceduta a 16 anni. 

Fu il primo bar del paese a possedere la macchina per il caffé espresso. 

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Questa foto è del 1927 
(lo si legge da un manifesto). 

Era ritrovo non solo di anarchici ma anche dei giocatori d'azzardo e delle vecchiette che abitavano il vicino "Lazzaretto" (il Carraretto Venturi) e dintorni, che qui si trovavano per fare una partita a briscola o mangiare qualche pasta secca. 

 

 

Con la guerra la casa andò distrutta   

 

 

Nel dopogue  rra

"La Ca dla giurnalera"

Diversi anni dopo la fine della guerra vi  costruì una casa Paolo Troncossi, (si disse coi soldi vinti al totocalcio) figlio di Aldo Troncossi (detto ‘Tampir’) e Clelia Gulminelli, la quale morì quando Paolo aveva circa 5 anni. 

 

 

Il padre Aldo poi si risposò con la maestra Maria Faccani.  

 

 

Paolo era sposato con Luisa Lolli e, nella nuova abitazione costruita dove prima della guerra c’era il caffè dla Niculéna Altini, aprirono un'edicola.

 

 

In un primo tempo l'edicola venne ubicata nel negozio ove oggi (2019) c’è la lavanderia, poi si trasferì nel locale a fianco, dove prima c’era in affitto la Cooperativa di Consumo. 

Nei primi anni '60 l'edicola fu spostata per lasciare posto alla Cooperativa di Consumo per qualche tempo.

Poi l'edicola tornò al suo posto originale

 

 

 

 

Dopo una lunga gestione di Luisa e Paolo, l’edicola passò alla figlia Tiziana che la condusse per 44 anni, di cui 20 assieme al cognato Mauro Serafini.

 

 

 

 

 

 

 La chiusura arrivò definitivamente il 31 dicembre 2018.  

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