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Noemia Tardozzi 
(1932-1945)

(basato sulla testimonianza di Livio Tardozzi, fratello di Noemia)

Noemia Tardozzi 

Nata nel 1932 ad Alfonsine era una ragazzina di 12 anni che faceva la babysitter. 

Durante un raid degli aerei inglesi, morì per salvare la vita alla bimba che accudiva. 

Abitavano a Fiumazzo, in via Valeria, dove ora c'è la Chiesa di S. Giuseppe. A quel tempo lì c'era un mulino e dietro vi erano due appartamenti: in uno abitavamo i Tardozzi e nell'altro la famiglia Valeriani, anch'essa numerosa e della quale faceva parte Bruna, figlia sposata e mamma di una bimba di due anni.

La sua famiglia era composta da dieci persone: babbo Emilio di 44 anni, mamma Teresa (Ravaglia) anche lei di 44 anni, le sorelle Ermes di 17 anni, Luigia di 16, le gemelle Lina ed Emma di 14, Noemia di 12, e i fratelli Lino di 9 anni e Settimio e Roberto rispettivamente di 6 anni e 8 mesi. 

Nell'ottobre 1944 i tedeschi li fecero sfollare. Le due famiglie trovarono alloggio a 5 km l’una dall’altra.

Dato che Noemia faceva da babysitter alla figlia di Bruna, questa domandò alla madre di Noemia se poteva portare con sé Noemia. Inizialmente la madre fu piuttosto titubante, ma poi, tenendo conto che anche Noemia aveva espresso il desiderio di andare da Bruna, diede il suo consenso. 

Il tre gennaio 1945 i tedeschi avvisarono le famiglie (circa una ventina) che abitavano vicino al fiume Senio che la mattina successiva dovevano sfollare in direzione nord. La zona era da Scambio, San Savino fino verso Fusignano (sotto il fiume).

 Il 4 gennaio, alle ore 4,30 del mattino due tedeschi incominciarono a mettere in fila tutte le famiglie con i carri pieni di masserizie e trainati dalle mucche. I carri erano ricoperti da lenzuoli bianchi per far capire agli alleati che quello era un convoglio di civili.

Le famiglie, mentre i due tedeschi erano spariti, si incamminarono per via Nuova, percorsero via Pratolungo e via San Biagio. Fu qui che accadde la tragedia. 

Due aerei alleati incominciarono a sorvolare il convoglio. La gente sventolò dei fazzoletti bianchi per far capire ai piloti che a terra vi erano solo dei civili, ma ciò non bastò. I piloti comunicarono le coordinate alla contraerea che iniziò a lanciare le granate. Nel frattempo la gente, scesa dai carri, cominciò a ripararsi sotto di essi. I piloti degli aerei vedendo che le granate non avevano prodotto i danni auspicati, si buttarono in picchiata sui carri e per ben tre volte mitragliarono il convoglio facendo una strage di innocenti. In quell'azione Noemia rimase ferita al collo e alla schiena, ma riuscì a salvare la bimba che teneva in braccio consegnandola ai suoi genitori. I feriti furono successivamente portati con dei carri trainati da asini nei vari ospedali della zona. Noemia, purtroppo, giunse esanime all'ospedale di Conselice.

Il signor Sante Minguzzi, uno degli sfollati dei carri, rimasto illeso, fece il giro degli ospedali. Giunto a quello di Conselice, una suora gli disse che lì vi era una bambina morta e che non sapevano come si chiamasse. Era distesa su un tavolo di marmo, coperta da un lenzuolo. Quando gliela fecero vedere riconobbe subito la piccola dodicenne alfonsinese. “Si chiama Noemia — disse Minguzzi — ma non ne conosco il cognome. So solo il soprannome: è la Noemia della `Baiulina'. Ed è con questo nome che è stata indicata su tutti i documenti ufficiali, ritrovati dal fratello Livio, presso gli uffici dell'anagrafe, dell'ospedale e della parrocchia di Conselice. Secondo quanto raccontato dal signor Minguzzi, Noemia fu sepolta cristianamente anche grazie a due suore che l'avevano ben vestita. Venne tumulata, con la benedizione del parroco, col nome di `Noemia della Baiulina' verso il tramonto del 5 gennaio 1945. 

DI NOEMIA NON RIMASE PIù NULLA

Il 27 gennaio 1945 una bomba sganciata da un aereo, si dice per errore, cadde nel cimitero di Conselice distruggendo diverse tombe, fra le quali vi era anche quella della piccola Noemia. Purtroppo di quelle tombe e dei corpi in esse contenuti non rimase nulla.

Di lei, per tanti anni, gli alfonsinesi curiosi hanno solo letto il suo nome sulla lapide appesa al muro della casa d'angolo sita fra via Borse e via Valeria, a Fiumazzo, frazione del Comune di Alfonsine, posta nel 1955. La lapide ricorda alcuni caduti della Resistenza e della guerra. Incisi, vi sono i nomi di partigiani, militari e civili. In basso, a destra, vi è scritto anche il nome di Noemia Tardozzi. Ma della sua storia nessuno aveva mai saputo nulla.

Finalmente poi dopo le ricerche documentate e le testimoninanze raccolte dal fratello Livio, nel 2013 il Comune di Alfonsine ha intitolato a Noemia Tradozzi l’area verde sita in piazza della Resistenza, di fronte all’entrata della scuola elementare ‘Rodari’: "Parco Noemia Tardozzi". 

L'auspicio è che in futuro anche la sua storia possa essere raccontata alle centinaia di ragazzi/e che ogni anno visitano il Museo della Battaglia del Senio.

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"Nel mese di settembre 2010 — ha raccontato il signor Livio Tardozzi — ho ritrovato la bimba che mia sorella aveva salvato. Si chiama Franca Bosi, di 68 anni, abita a Ravenna ed oggi è madre e nonna. Ho avuto con lei un incontro molto toccante anche perché non sapeva di esser stata salvata dalla sua piccola babysitter in quanto i suoi genitori le hanno raccontato poche cose della guerra."

 

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