In
mezzo alla via detta un tempo "la viuléna", tra la chiesa e
l’albergo Al Gallo", una lapide è rimasta intatta.
Nella
foto a destra la vecchia lapide del 1904, è posta sulla strada, ad
Alfonsine, davanti all'attuale "Ristorante "Al Gallo",
in cui si ricordava l'albero della libertà.
In
quegli anni Alfonsine fu governata per la prima volta da una giunta di
sinistra composta da socialisti e repubblicani. Quell'amministrazione
decise che la "violina" andava ristrutturata e che doveva
avere finalmente un nome: la chiamarono "via Giordano Bruno"
e la abbellirono "ciotolandola" fino all'incrocio con il
Corso Garibaldi.
Durante i lavori di sistemazione urtarono una vecchia
radice rimasta sotto il terreno della strada fin dai tempi dei loro
nonni, quando in nome di Mazzini e Garibaldi avevano fatto la
rivoluzione sostenendo la Repubblica Romana e piantando proprio in
quel luogo l'"albero della libertà.
Il
tutto era durato appena 5 mesi da 9 febbraio del 1849 al 5 luglio
dello stesso anno, quando le truppe francesi, al comando del generale
Oudinot, invasero le sale dell'Assemblea, ordinandone lo scioglimento.
Nelle due settimane di bombardamenti e combattimenti che precedettero
la fine, la partecipazione popolare fu scarsa, disorganizzata, e
numerose furono le diserzioni.
Come tante altre volte vedremo nella
Storia nazionale, rifulsero alcune figure, Luciano Manara, Giuseppe
Garibaldi e altri, ma i romani, per lo più restarono alla finestra. L'albero
di Alfonsine fu poi incendiato e distrutto dalla reazione, con truppe
papaline e francesi a supporto.
L'utopia
era finita, le baionette avevano riportato ordine, il papa era tornato
a Roma.
Andò male... e i sogni degli alfonsinesi riposti nel cassetto in
attesa di tempi migliori.
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In
quei cinque mesi attorno a quell'albero di Alfonsine vi furono
matrimoni laici, in cui i promessi sposi girandovi attorno così
recitavano:" Sotto
quest’Albero / Di verdi foglie, O cari amici, / Questa è mia
moglie. Sotto a quest’Albero / Bello e fiorito, Questi,
il vedete, / E’ mio marito. E
alla fine erano marito e moglie!
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1914
Ci
riprovarono di nuovo nel giugno del 1914 gli alfonsinesi, anarchici,
socialisti e repubblicani di nuovo in piazza, e fu la rivolta della
Settimana Rossa, con comizi infuocati e l’incendio della Pretura,
che coinvolse l’archivio e parte del Municipio. Fu saccheggiata la
Chiesa e i magazzini dei ricchi proprietari di Alfonsine.
Riandò male...
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