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UN ANTICO MONASTERO PORTUENSE 
(ancora oggi visibile)

e qui veniva anche il poeta Giovanni Pascoli

a cura di Luciano Lucci 

(ringrazio  Sauro Ravaioli dalla cui ricerca ho tratto tutte le sue informazioni che ho copiato per gran parte di questo scritto, e anche le foto.



L’antico monastero che vedete nella foto aerea si trova dietro al ristorante ‘Colibrì’ ed è difficilmente visibile dalla strada. Dal 1992 è sede della Comunità di Recupero da tossico-dipendenze “Saman”. Dal 2018 "Saman" è entrata a far parte di Anteo Impresa Sociale, e oggi la COMUNITÀ VILLA CILLA, è gestita da questa cooperativa. La comunità Villa Cilla è una comunità residenziale terapeutico-riabilitativa. La struttura dispone di 25 posti letto, 15 per utenti con tossicodipendenza e 10 per pazienti con diagnosi di comorbilità psichiatrica.

Giovanni Pascoli, il poeta da giovane bazzigò proprio qui.

Fin dagli anni ’70 della seconda metà dell’800, Giovanni Pascoli giovanissimo veniva a trovare suo cugino Antonio Pascoli detto "Tugnèn" alla Cilla, nella casa dello zio Luigi che con la famiglia abitavano proprio in questo antico monastero Portuense. 

Luigi Pascoli infatti abitava qui perché era fattore del podere ‘Cilla’, presso Sant'Alberto, per conto dei marchesi Guiccioli. Podere e monastero erano stati espropriati e poi venduti ai marchesi durante le confische del periodo napoleonico.

Giovanni Pascoli aveva 11 anni quando perse il padre Ruggero assassinato con una fucilata mentre, sul proprio calesse, tornava a casa da Cesena. 

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Giovanni Pascoli da bambino (ultimo a destra), con il padre Ruggero e i fratelli Giacomo e Luigi

Giovanni Pascoli da giovane

Nel giro di pochi anni subì una serie impressionante di lutti, l'anno successivo morirono la sorella Margherita di tifo, e la madre per un attacco cardiaco, nel 1871 il fratello Luigi, colpito da meningite, e nel 1876 il fratello Giacomo, pare di tifo. Anche se recenti studi sembrerebbe insinuare che Giacomo, che aveva tentato di ricostituire il nucleo familiare a Rimini, potrebbe essere stato assassinato, forse avvelenato. 

Il futuro Poeta vide così sgretolarsi rapidamente tutti i suoi sogni e la sua giovinezza; per lui si stavano preparando momenti veramente duri e, se non fosse intervenuto in suo aiuto lo zio Luigi, forse non sarebbe divenuto quell'illustre letterato che tutti conosciamo. 

I rapporti con parenti di Cilla non s'interruppero mai e su loro Giovanni poté sempre contare per un aiuto morale ed economico, come testimoniano le varie visite fatte alla villa della Cilla.

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