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La travagliata storia della
 Madonna di Cilla  
e della ‘celleta’ dove era custodita

A cura di Luciano Lucci 

(utilizzando una ricerca di Sauro Ravaioli, 
da cui ho tratto anche le foto)  

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La “Cilla” (non so ancora se il nome preceda l'evento di cui si racconta o derivi da una ‘celletta’ - “zella” in dialetto - che qui fu poi costruita) è il nome di una località a ridosso del Canale Destra Reno, dove questi incrocia via Basilica. Qui si trova un piccolo oratorio, nascosto da un boschetto.

QUI ERA CUSTODITA FINO AL 1991 UNA SACRA IMMAGINE DELLA MADONNA CHE FU DENOMINATA “MADONNA DELLE GRAZIE”

Ecco qui la storia travagliata sia di questa immagine e che della ‘celletta’.

Nel 1774 il fiume Lamone, - ha scritto Sauro Ravaioli - che all'epoca aveva il suo corso naturale dove attualmente scorre la Via Basilica, era in piena. Tutta la popolazione era allertata e stava di guardia agli argini, temendo un'ennesima alluvione quando, nel vortice impetuoso della fiumana, apparve un oggetto che restava immobile. Pieni di meraviglia e mossi dalla curiosità, alcuni contadini, armati di lunghe canne, lo trascinarono a riva e, con grande stupore, tutti riconobbero che si trattava di una tela raffigurante la Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio. Subito si gridò al miracolo e, appesa la Sacra Immagine ad un albero, tutti s'inginocchiarono per la recita del S. Rosario, al termine del quale, con gioia, si accorsero che le acque del fiume si erano abbassate. Da quel giorno nella zona di Savarna e Cilla non avvenne più nessun allagamento. La popolazione di Savarna iniziò a venerare quell'Immagine subito chiamata "Madonna delle Grazie" dando inizio ad un culto spontaneo che portò, in quello stesso anno, alla costruzione di una celletta situata ai piedi dell'argine del fiume.

IL BELLO DELLA STORIA

Da quell’anno, nell’anniversario del ritrovamento, si tenne una solenne processione cui partecipava sempre un gran numero di fedeli che giungevano anche dai paesi vicini. E il bello fu che a Savarna non ci fu più alcuna alluvione, mentre a Mezzano, a Santerno e alle Ammonite, ve ne furono a ripetizione.

IL BRUTTO DELLA STORIA

Il noto poeta santalbertese, Olindo Guerrini, - racconta Sauro Ravaioli -  in qualità di proprietario del terreno sul quale sorgeva la celletta, scrisse una lettera all'allora Parroco di Savarna don Gaetano Taroni spiegando la sua chiara intenzione di abbattere la celletta che, a suo dire, gli ingombrava il terreno, ed invitandolo a prelevare in tempi brevi il quadro. 

Il trasferimento avvenne il 19 marzo 1874, solennità di S. Giuseppe; un'enorme folla di fedeli accompagnò la Madonna delle Grazie fino alla chiesa parrocchiale dove fu solennemente collocata in un nuovo altare appositamente costruito.”

Nel dopoguerra, il Parroco don Carlo Siboni, si premurò di far costruire, in località Cilla,  un nuovo edificio per sistemare l’immagine sacra.

L'attuale chiesetta, che vediamo oggi anche nella foto qui di fianco, ricostruita dopo che l’altra degli anni ’50 era andata in deperimento strutturale, fu inaugurata il 2 giugno 1966 con una grande processione notturna.

 

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Madonna delle Grazie anni '50, quando forse era custodita nella chiesa di Savarna.

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L'oratorio costruito dalla Parrocchia di Savarna 
negli anni del primo dopoguerra

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Interno dell'Oratorio di Cilla negli anni '50

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L'attuale chiesetta fu inaugurata il 2 giugno 1966

 

 

 

 

 

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Nella notte fra il 14 e 15 agosto 1991, durante un temporale, ignoti ladri penetrati nell'oratorio tolsero, con cura, la Sacra Immagine dalla cornice e la trafugarono. Il furto, probabilmente compiuto su commissione, fu subito denunciato alle Autorità, ma purtroppo ogni indagine fino ad oggi compiuta ha dato esito negativo. L'Immagine Mariana attualmente venerata a Cilla è una copia di un'icona bizantina del sec. XII detta "Vergine della Tenerezza".

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