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Come stupirsi ad Alfonsine
Il battesimo di Cristo-Baracca
Il dono di un ex-aviatore americano che bombardò la vecchia chiesa S. Maria

di Luciano Lucci

Dipinto in cui si rappresenta il battesimo di Cristo, realizzato nel 1974 dal noto pittore Anacleto Margotti, e che fu collocato nella nuova Chiesa Santa Maria di Alfonsine

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"Ex aviatore americano - operante cielo di Romagna - umilmente dona - a risorta chiesa Alfonsine - Battesimo Cristo - a ricordo Eroe Baracca - passate storiche vicende - auspicando Pace fra i Popoli. 

L. F."

Pochi sanno che entrando nella chiesa S. Maria di Alfonsine, a destra di fianco alla porta  (prima era in alto a chiusura di un finestrone della prima cappella) c'è un dipinto in cui si rappresenta il battesimo di Cristo, realizzato nel 1974 dal noto pittore Anacleto Margotti (nato a Lugo nel 1896 e morto a Imola nel 1984). Questo dipinto racchiude in sé una delle tante storie che rendono Alfonsine unica e stupefacente.

Correva l'anno 1914. 

Tra i fumi della famosa "Settimana Rossa", che ebbe uno dei suoi punti alti ad Alfonsine, restavano, sul selciato della chiesa S. Maria incendiata, i resti dei quadri e suppellettili usate per un grande falò dai ribelli anarchici, socialisti e repubblicani.
 
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Tra questi quadri ormai ridotti a cenere si dice ci fosse anche un'antica tela del "Battesimo" di scuola del Reni. Il parroco Don Tellarini, appena passata la bufera, decise di far rifare l'opera incendiata, questa volta direttamente con un dipinto sul muro, 'così sarebbe stata più al riparo'. Perciò incaricò un giovane ragazzo ventenne di Lugo che si era distinto qualche anno prima per aver vinto un concorso con un autoritratto, Anacleto Margotti che si stava avviando alla carriera artistica. 
Nato nella campagna lughese da genitori poveri, rimasto orfano in tenera età, il Margotti aveva fatto il garzone, il fattorino, il fabbro, il contadino, finché - per la sua passione alla pittura - lo aveva assunto un decoratore. 

Francesco Baracca è il Cristo


Padrone di casa dove abitava il pittore era la ricca e nobile famiglia Baracca e il Margotti ebbe l'occasione di far posare come Cristo il bellissimo giovane ventiseienne Francesco Baracca, che, fresco sottotenente di un reggimento di cavalleria, era appena passato come volontario alla nascente aviazione, dopo aver preso il brevetto di pilota, e che da lì a due anni sarebbe diventato l'asso dell'aviazione italiana, fino alla sua tragica morte avvenuta sul fronte di guerra il 19 giugno 1918. Francesco per posare nel quadro del Margotti si prestò ad essere camuffato con una parrucca e una barba finta prestata dal sacerdote Don Paolo Rambelli che dirigeva le commedie del teatrino parrocchiale di Lugo. Gli fu messa una pelle di capra addosso e, così agghindati, andarono lungo le scarse acque del fiume Senio, dove il Baracca dovette immergersi e rimanere in posa. L'opera fu poi ridisegnata in una parete della chiesa S. Maria che all'epoca era collocata in Piazza Monti.

 

Dal libro di A. Margotti "Vita d'arte" (Tamari edizioni in Bologna 1967)

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La chiesa S. Maria 1945

distrutta dalle bombe americane e dalle mine dei tedeschi

Qui sopra il dipinto in cui Francesco Baracca posava come Cristo. Di seguito qui sotto a destra, il dipinto come appariva trasferito su una parete della chiesa S. Maria.

Ma il parroco Don Tellarini non avrebbe neanche potuto immaginare a quei tempi che macchine volanti dall'alto avrebbero potuto abbattere anche i muri delle sua chiesa. La seconda guerra mondiale bloccò la linea del fronte ad Alfonsine per sei lunghi mesi. Durante uno dei tanti bombardamenti americani per distruggere il ponte sul Senio fu colpita anche la chiesa e forse il quadro fu travolto nelle macerie. (Il 'forse' ci sta perché - voci sussurrano - che già prima della guerra, quel dipinto, non reggendo l'umidità, aveva subito un degrado tale al punto da dover essere raschiato dal muro, per far posto a una statua).

Il dono dell’ex-pilota americano

Sta di fatto che nel dopoguerra un ex-aviatore americano che operava in commercio import-export con l'Italia ebbe tra le mani una rivista d'arte in cui si raccontava della pittura di Margotti e del dipinto murale distrutto da un bombardiere americano, dove era rappresentato il Francesco Baracca da giovane. Il caso volle che quell'ex aviatore americano di nome L.F., di cui rimarrà per sempre sconosciuta l'identità, avesse preso parte ai bombardamenti del ponte sul Senio di Alfonsine. 

Poiché Francesco Baracca era il suo idolo preferito e dato che si sentiva involontariamente colpevole di quella distruzione, nei primi anni '70 volle rintracciare l'autore dell'opera Anacleto Margotti, all'epoca ormai oltre la settantina, che aveva avuto nel frattempo una vita artistica di tutto rispetto, e che abitava a Imola. Lo incaricò di ridipingere quel quadro con le stesse sembianze del Baracca giovane, col preciso intento di farne un'offerta votiva alla risorta chiesa S. Maria (che era risorta nella zona nuova del paese). Nonostante il notevole costo che si sobbarcò per l'impresa, L.F. non volle che il suo nome fosse reso noto e non incontrò mai nessuno, se non il pittore Margotti. Questi dal canto suo avvertì l'enorme responsabilità nel doversi cimentare a ridipingere lo stesso disegno a sessant'anni di distanza. Il quadro che ne uscì rappresenta quindi un Cristo-Baracca ed ha la medesima impostazione complessiva della prima opera. Per volontà del generoso donatore c'è scritta la seguente dedica
"Ex aviatore americano - operante cielo di Romagna - umilmente dona - a risorta chiesa Alfonsine - Battesimo Cristo - a ricordo Eroe Baracca - passate storiche vicende - auspicando Pace fra i Popoli. L. F."

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Fonte battesimale della chiesa S. Maria. Fa da sfondo sulla parete l'affresco originale del Margotti in cui si vede il Cristo-Baracca

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