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Miti di Romagna

VASCHE E SPASEGGI

 

di Loris Pattuelli

 

L’Halloween alfonsinese ha già festeggiato i suoi primi dieci anni di vita e, per quel che mi è dato di capire, non è poi che se la stia passando così male. Merito della moda, ma merito anche degli organizzatori. Halloween è il carnevale più amato dalle nuove generazioni. 

Bravi quelli delle associazioni  che l’hanno capito prima degli altri e bravi anche tutti noi che adesso ci ritroviamo in casa una tradizione popolare molto rinomata e per di più anche nuova di zecca. Secondo me, questa festa fa sempre il paio con la sagra delle Alfonsine. 

A fine primavera e a fine autunno gli alfonsinesi si concedono il lusso di “spaseggiare”, di “fare delle vasche”, di andare beatamente avanti e indietro per tutte le strade del centro. Da piazza Monti al museo del Senio, dalla piazza dei Repubblicani  al piazzale davanti alla coop, l’intero paese (incredibile ma vero) è una gran bella bolgia, un interminabile serpentone umano che gira e rigira e continua a girare in tondo. Ci poteva essere un modo più comodo e divertente per festeggiare lo spettacolo del mondo? Secondo me, no. La cosa più bella di Halloween e della sagra delle Alfonsine è il passeggiare. Mi verrebbe quasi da dire che queste due manifestazioni sono soltanto un pretesto per andare a spasso e per incontrare vecchi amici e conoscenti. Credo che gli organizzatori abbiano trovato la  formula giusta e che non ci sia molto da aggiungere o da correggere. 

Le feste di piazza sono aria fritta e poco altro, è risaputo. Ma è proprio questo il loro bello, è proprio per questo che funzionano così bene. Halloween e la sagra delle Alfonsine sono la prova provata che si possono davvero fare le nozze con i fichi secchi. 

Considerando i tempi di recessione che ci aspettano, consiglierei di tenercele ben strette. Cosa si vuole di più? Costano poco e sono una autentica manna piovuta dal cielo. Hai voglia a parlare di tagli al bilancio e di spiriti quaresimali, qui si può andare avanti benissimo anche senza il becco di un quattrino. 

In feste del genere, dai retta a me, l’unica cosa veramente indispensabile è la curiosità del pubblico che si sposta, che si muove e che gira avanti e indietro. L’importante, tanto per dirla in romagnolo, “l’è e spasèg”. Dopo tutto ci vuole così poco per trasformare questo bellissimo e spontaneo viavai in una specie di passeggiata cosmica...

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