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Ca' Segurini

Ca' Sguren 

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 A Savarna, in via degli Orsini, c’è una ottocentesca casa contadina di proprietà di Segurini Romano e della signora Maria Rosa, amabile ed abile azdora, nella quale, come l’atmosfera che si respira, l’ospitalità e la cordialità ha il sapore antico.

La casa è stata ristrutturata dai Segurini e resa abitabile lasciando per quanto possibile invariate le sue originarie caratteristiche, tipiche delle case contadine della bassa Romagna, comprese pertinenze e servizi, abitazione, stalla, fienile, bassicomodi, ecc.

La passione poi di Segurini per la collezione delle cose della Romagna di una volta, ha fatto sì che l’intero ambiente abbia assunto la vera e propria caratteristica di un museo della civiltà contadina.  

La casa conserva gli usci originali con la rameta  e e' carnaz e nell'ampia camera del camino si trovano la tavola da tiroe' stracanton, il mobile 'primavera', gli stampi per i dolci, la salarôla. Sterminata è la raccolta di oggetti e attrezzi,  dagli utensili da cucina (pignatte, paioli, tegami, mezzette, coltelli) a quelli usati per gli altri lavori domestici: per la produzione del pane (le rudimentali macine di pietra, la matra, la grâma, per la macellazione del maiale (i stricadur), per la lavorazione della canapa (e' gramet, i pètan), per la filatura e la tessitura (la roca, e' filarene' naspe' dvanadure' tlêr). La stalla e i finimenti per i bovini, i cavalli e i somari testimoniano l'importanza del bestiame, soprattutto come forza lavoro. Poi ci sono i mezzi di trasporto, da e' car (tre carri costruiti a Granarolo, tra i quali uno dipinto da Maddalena Venturi nel 1926, e uno bolognese del 1834) al calesse (e' baruzen), di cui Segurini conserva una ventina di esemplari.

Preponderante è lo spazio riservato al lavoro dei campi con gli attrezzi agricoli fondamentali: zappe, badili, vanghe, forcali, rastrelli, pale, l'arbéghe' parghér. E in particolare quelli per la mietitura del grano (la fêlza, i bélz), per la trebbiatura (da e' targion o batdór a la màchina da bàtar), e per la produzione del vino: dalla vendemmia (con e' runchet) alla pigiatura dell'uva (la mustadóra), alla fermentazione, alla conservazione del vino in cantina. E ancora gli attrezzi per la raccolta delle barbabietole (la furchetae' sgranfgnì), per la fienagione (da e' fër da sghê a la sgadóra, da e' rastël a la rastladóra). Non mancano gli strumenti degli artigiani: il bottaio, il falegname, il calzolaio, il muratore, e' fradóre' curdaren.

Di particolare rilevanza è la bottega del fabbro di Savarna, Sante Errani (la butéga d'Tinen), recuperata nel 2006. 
                                                                            (G. Bellosi)

Questo “Museo della civiltà contadina” è visitabile e fruibile GRATUITAMENTE sia da privati cittadini che da scolaresche, facendosi guidare dal padrone di casa. La raccolta di innumerevoli oggetti e attrezzi, che vanno dalla cucina ai mestieri, dai mezzi di trasporto ai lavori dei campi, rendono unico e affascinante questo ambiente.

Nel grande cortile, dove è stata “ricostruita” un capân e una capâna (e' capâñ si usava per il ricovero degli attrezzi e la capâna serviva da cantina), trovano spazio eventi tradizionali quali “Lòm a mêrz”, "La guaza ad San Zvan", “La Festa d'la Batdura”, e altre varie iniziative, sia culturali che musicali, sia negli spazi interni che all’aperto.

 

 

 

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Ca' Segurini

Segurini Romano e la signora Maria Rosa

 

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e' filarén

 

Questo “Museo della civiltà contadina” è visitabile e fruibile GRATUITAMENTE sia da privati cittadini che da scolaresche, facendosi guidare dal padrone di casa. La raccolta di innumerevoli oggetti e attrezzi, che vanno dalla cucina ai mestieri, dai mezzi di trasporto ai lavori dei campi, rendono unico e affascinante questo ambiente.

Nel grande cortile, dove è stata “ricostruita” un capân e una capâna (e' capâñ si usava per il ricovero degli attrezzi e la capâna serviva da cantina), trovano spazio eventi tradizionali quali “Lòm a mêrz”, "La guaza ad San Zvan", “La Festa d'la Batdura”, e altre varie iniziative, sia culturali che musicali, sia negli spazi interni che all’aperto.

 

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