Dario Tramonti fu un tipo dinamico a appassionato di politica.
Repubblicano fin dal 1911, lottò con le manifestazioni giovanili e le
lotte sindacali, per l'affermazione dei principi associativi mazziniani,
in aperto contrasto col materialismo marxista del socialismo massimalista
di quei tempi.
Fu interventista, assieme ad oltre 150 giovani repubblicani della provincia di Ravenna,
tra cui l'amico fraterno Guido Errani di
Alfonsine. Si arruolò nel
51° Reggimento Fanteria, Brigata Cacciatori delle Alpi, comandata,
nel 1866, da Giuseppe Garibaldi, raggiungendo il deposito con sede a
Perugia il 1° giugno 1915.
Il ricordo della Settimana Rossa del
giugno 1914, era allora vivo in
tutta da Penisola; e l'arrivo dei giovani repubblicani romagnoli, ai
quali se ne aggiunsero altri di Pesaro, destò un certo allarme
negli ufficiali in servizio permanente, in maggior parte giolittiani
e neutralisti, che dislocarono i romagnoli, quale compagnia di
volontari, in località Monteripido, ad oltre 2 Km. dalla città,
sorvegliati dai soldati della Territoriale.
Questa procedura sollevò l'indignazione, ed una commissione, guidata dal
Tramonti, si presentò al Tenente della compagnia per protestare. II
Tramonti fu trattenuto in guardina per qualche ora, poi rilasciato
dopo solenne ammonimento.
Appena 42 giorni di sommaria istruzione e
poi partenza per il fronte, dove la cattiveria raffinata di quel
Tenente, fece sì che persino due cugini di 1° grado ed un nipote
fossero incorporati in compagnie diverse; e così fu anche per l'Errani ed il Tramonti.
Dario ebbe la fortuna di avere per
ufficiale Menotti Garibaldi, nipote dell'Eroe dei due mondi.
Nell'offensiva generale dell'ottobre 1915, in un violento scontro,
fu fatto prigioniero prigioniero. Nel giugno 1916 nel campo di
concentramento di Mauthausen, dove nella baracca ospedale dei feriti portava i degenti alla medicazione,
incontrò l'amico Guido
Errani; così diventò il suo infermiere, essendo questi stato
ferito gravemente sul Col di Lana il 5 gennaio 1916, fatto
prigioniero, e dopo avere peregrinato in sei ospedali, inviato al
campo di concentramento.
Dario, ritornato alla propria
famiglia e ripresa l'attività politica, si trovò partecipe nella
lotta contro il fascismo. Nel 1922 i fascisti
avviarono anche a Piangipane le azioni squadristiche, soprattutto contro i
repubblicani.
Dario sfidò bastonate
e perquisizioni, e, dopo la sua partecipazione al Congresso
Nazionale del PRI tenutosi all'istituto Carlo Cattaneo di Milano
nell'aprile 1925, al ritorno l' aspettò una serie ininterrotta di
perquisizioni, di intimidazioni e di minacce.
Davanti a casa Tramonti un falegname che viveva da loro in
affitto fu fermato da due fascisti: Zecchini che era il capo e Balella, suo
aiutante. Chiesero di che partito fossero quelli della casa e lui rispose
"Repubblicani". Per altre tre volte si fecero vedere davanti a
casa in cerca di Dario Tramonti, il quale viveva nascosto in casa, e
controllato dai carabinieri due volte al giorno.
Con lo scioglimento dei partiti, gli incontri con
gli altri repubblicani divennero più rari e clandestini. Guido
Errani ricorda una sua improvvisa visita a sera inoltrata, dopo
essere sfuggito ad una aggressione dei manganellatori fascisti. Ogni
tanto si rivedevano in rare manifestazioni sportive.
Nel 1925 Giovanni
Tramonti morì. Abitava nella stessa casa con i figli Otello e
Guerrino. Colpito da "polmonite doppia" (bilaterale), una notte,
mentre i figli Otello e Guerrino dormivano con lui, perché sembrava ormai
guarito, morì improvvisamente.
Lo zio Dario fece da
allora le veci di padre sia per Otello che per Guerrino.
Quando nel
1927 ci fu l'attentato (mai ben chiarito) a Ettore Muti a Ravenna dove venne
ucciso un certo Lorenzo Massaroli di Piangipane, (Babett d'Pezpan) che
sarebbe stato l'attentatore, secondo una versione dubbia dei fascisti
ravennati, un gruppo di fascisti arrivò subito a cercare Dario, il quale si
era nascosto nel retro della casa. Il nonno Domenico Tramonti accolse i fascisti con
un coltello in mano, e riconosciuto un fascista, loro vicino di casa, gli
andò contro. Dario ebbe così il tempo di scappare nei campi a fianco della
casa. |