Davanti
al ristorante
"Al gallo"
Un
giorno del 2006, scendendo in bici giù dalla rampa del ponte sul Senio che
porta in piazza Monti, trovai la "violina" sbarrata davanti al
ristorante "Al gallo". C'era l'obbligo di svoltare a sinistra:
alcuni operai stavano lavorando per costruire uno dei tanti dossi
alfonsinesi. Facevano uno scavo che tagliava in due la strada, proprio nei
pressi della vecchia lapide del 1904 in cui si ricorda l'albero della libertà.
Era
stato piantato in occasione dell'avvento dell'autoproclamata
"Repubblica Romana" del 1849
Il tutto era durato appena 5 mesi, dal 9 febbraio
del 1849 al 5 luglio dello stesso anno.
Poi
le truppe francesi, al
comando del generale Oudinot, invasero le sale dell'Assemblea a Roma, ordinandone
lo scioglimento. Nelle due settimane di bombardamenti e combattimenti che
precedettero la fine della Repubblica Romana, la partecipazione popolare fu scarsa, disorganizzata,
e numerose furono le diserzioni. Come tante altre volte vedremo nella Storia
nazionale, rifulsero alcune figure, Luciano Manara, Giuseppe Garibaldi e
altri, ma i romani, per lo più restarono alla finestra. L'utopia era
finita, le baionette avevano riportato ordine, il papa era tornato a Roma.
|
Disegno
di Tullio Samaritani
In
quei cinque mesi attorno a quell'albero di Alfonsine vi furono matrimoni
laici, in cui i promessi sposi girandovi attorno così
recitavano:"
Sotto
quest’Albero /
Di verdi foglie,
O cari amici, /
Questa è mia moglie.
Sotto a quest’Albero /
Bello e fiorito,
Questi, il vedete, /
E’ mio marito
E
alla fine erano marito e moglie!
(A proposito: ho rubato uno di quei sassi che formavano il vecchio
ciotolato emerso dall'asfalto durante il lavoro per fare il dosso e me
lo sono portato a casa. Mi sentivo carico di energia, pieno di
entusiasmo e felicità come un bambino che avesse tra le mani la
lampada di Aladino con la possibilità di esaudire tre desideri...
potrei provarci, perché no?)
|
Anche
ad Alfonsine di
quell'albero era rimasta sottoterra solo la radice: annientata la Repubblica Romana, l'Albero della Libertà fu abbattuto e i sogni degli alfonsinesi
riposti nel cassetto in attesa di tempi migliori.
Quella
radice in realtà fu trovata fin da
quel lontano 1904, quando la prima giunta di sinistra, nei lavori di
ristrutturazione della 'violina' la estrasse e la conservò presso la biblioteca del Comune,
e pose la lapide a ricordo. Poi con
la distruzione della guerra nel 1945 distrutto il municipio e la
biblioteca anche quella radice era andata persa e certo nessuno
a quel tempo si preoccupò più di cercarla. (ma chissà...)
P.S.
Tempo fa il circolo di amici "Alfonsine
mon amour" fece alcune proposte per ristrutturare
piazza Monti. Una era di "togliere l'asfalto e far riemergere il
vecchio ciottolato della strada che, probabilmente, era ancora lì sotto":
il vecchio ciottolato è ancora lì sotto l'asfalto, e la proposta è ancora
valida. Ci sarà mai un sindaco intelligente e fantasioso che se ne farà
carico?
|