IL
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIULIO ANDREOTTI
HA RECATO OMAGGIO AL MONUMENTO AI CADUTI DELLA 2° GUERRA MONDIALE IN PIAZZA GRAMSCI
Il
9 aprile 1977 Alfonsine
fu il
luogo del tentativo di lancio del compromesso storico
tra DC e PCI
di
Luciano Lucci
Era
il 9 aprile 1977.
Nella
foto qui sotto si riconoscono diversi Alfonsinesi tra la folla: il maestro
Alberoni, William Baldrati, Traversari, Daniele Melandri, e tanti altri. Di
fianco ad Andreotti, sul palco, il fotografo Dradi ‘Valiski’ fratello
di
Venusta Dradi Galvani.
Andreotti
fu chiamato dal PCI ad Alfonsine il 9 APRILE 1977 a parlare
nell’anniversario della Liberazione.
Secondo l’ottica dei politici
del PCI alfonsinese e ravennate, sempre primi e zelanti anche nel
volere assecondare la nuova linea del compromesso storico, era quella
l’occasione di dimostrare che il PCI era pronto ad allearsi con i
democristiani. Andreotti era ora presidente del consiglio di un
monocolore DC: era il Governo di solidarietà nazionale, altrimenti
chiamato "Governo della non sfiducia", grazie all'astensione
del Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer durante la
votazione in Parlamento per la fiducia. Era nato il 29 luglio 1976 e
durò fino all'11 marzo 1978. (Poi il 18 marzo 1978 ci fu il rapimento
di Aldo Moro. Pochi giorni prima si era appena formato un nuovo
governo-Andreotti ma questa volta col voto favorevole del PCI)
La
seconda pagina dell'Unità del 10 aprile 1977
(un click o un tocco sopra l'immagine per ingrandirla)
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Un
gruppo di giovani studenti e operai del Pdup-Manifesto, tra i quali
anch’io, decidemmo di contestare Andreotti lanciando uno striscione
con la scritta ‘LockHeed’, che richiamava un recentissimo scandalo
di corruzione del precedente governo DC.
Ma pur attrezzati per gonfiare i palloncini che avrebbero dovuto
alzare in aria lo striscione dalla casa del Mimò, a due passi da
piazza Gramsci, dopo aver fatto le prove la sera prima, alla fine
desistemmo perché i palloncini, sgonfiatisi nella notte, non
riuscivano più a sollevare lo striscione.
Così ci mescolammo tra la folla, ma fummo pedinati a uomo da
militanti del PCI che avevano timore di una nostra contestazione in
piazza. E tutto finì lì.
In quegli stessi giorni poi la situazione era tesa anche a causa di
manifestazioni della sinistra extraparlamentare, e particolarmente per
il Movimento del '77 nelle università. L'11 marzo fu ucciso in una
manifestazione a Bologna da un poliziotto il giovane studente
Francesco Lorusso. Il ministro dell'Interno Francesco Cossiga, su
richiesta dello stesso sindaco comunista di Bologna, prese il
controllo dell'ordine pubblico della città universitaria, mandando
mezzi militari blindati e cingolati nel cuore dell'Emilia rossa.
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