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Cose da guardare… quando andate a Casalborsetti 
o alla foce del Lamone 
Al punto n° 6 della mappa c'è la casa dove morì 
Anita Garibaldi

INGRESSO GRATUITO    ORARI:  FERIALI: 9.00 - 17.00          
                                                      FESTIVI: APERTO SOLO SU PRENOTAZIONE
CELL.  342 7190088       335 6177239   
INDIRIZZO:    CASA GUICCIOLI  STRADA PROVINCIALE 24, 286 - MANDRIOLE (RA)

La casa ove morì Anita Garibaldi

di Luciano Lucci

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Il 9 febbraio 1849 a Roma avvenne la proclamazione della Repubblica Romana.

Garibaldi raggiunse la città con un corpo di volontari raccolti tra le città dell'Italia centrale; poco dopo Anita lasciò Nizza e lo raggiunse. Quando il 30 aprile arrivano davanti a Roma i soldati del corpo di spedizione francese guidato dal generale Oudinot, inviato dalla Francia per rimettere Pio IX sul trono, subiscono una sonora sconfitta da parte dei volontari romani davanti alle mura di Roma. Venne stabilita una tregua, durante la quale i francesi tentarono di trovare un accordo con la Repubblica. Ma si trattò solo di un inganno per guadagnare tempo e fare arrivare altri rinforzi dalla Francia.

Quando ripresero i combattimenti, la preponderanza francese era netta e, nonostante la strenua resistenza sul Gianicolo, a poco a poco le forze della Repubblica Romana persero terreno finché, il 4 luglio 1849, fu decisa la resa.

 

La fuga e la morte di Anita

Garibaldi decise di recarsi, con tutti coloro che volevano seguirlo, a Venezia, che ancora resisteva agli austriaci. Il progetto era quello di raggiungere Daniele Manin nell'appena proclamata Repubblica di San Marco. Sebbene inseguito dai corpi di spedizione di quattro eserciti inviati dalla Francia, dalla Spagna, dall'Austria e dal regno delle due Sicilie, Garibaldi riuscì a condurre in salvo i suoi uomini nel territorio "straniero" di San Marino, dove sciolse la sua brigata di volontari.

Anita era febbricitante, ma sebbene incinta seguì il marito a cavallo. Lo seguì anche nella cavalcata verso Cesenatico. Quando vi giunse era divorata dalla febbre. Garibaldi con duecento seguaci cercò di raggiungere con 13 bragozzi Venezia, che ancora resisteva. All'altezza della Punta di Goro le navi austriache gli impediscono di proseguire. Alcune barche si arresero, altre si avvicinarono a terra. Tra queste quella di Garibaldi e Anita, che cercarono di sfuggire agli austriaci che li cercavano.

I garibaldini si sparpagliarono su strade diverse per sfuggire alla caccia dei soldati austriaci e della polizia papalina. Nelle valli di Comacchio la consorte di Garibaldi perse conoscenza; fu poi trasportata su una piccola barca e adagiata su un materasso e poi condotta presso la fattoria Guiccioli in località Mandriole di Ravenna, dove morì il 4 agosto 1849. Il corpo fu frettolosamente sepolto nella sabbia dal fattore e da alcuni amici, nella vicina "motta della Pastorara", allo scopo di nascondere i resti alle perquisizioni delle pattuglie. Sei giorni più tardi, il 10 agosto 1849, la salma venne casualmente scoperta da un gruppo di ragazzini e poi condotta al cimitero di Mandriole.

Copia del letto (perchè l'originale è stato bruciato dai tedeschi durante l’occupazione nazi-fascista)  sul quale spirò Anita Garibaldi il 4 agosto 1849 - Mandriole (Ra) 
Anita spirò alle ore 19,45 del 4 agosto dopo che fu trasportata in una  cameretta al primo piano della casa Guiccioli e adagiata su di un canapé (la cui copia è quella sopra)

 

 

Ritratto di Anita Garibaldi, l'unico esistente dal vivo, a opera di Gaetano  Gallino, Montevideo 1845

 

 

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Immagine fotografica di Anita Garibaldi
(Roma 1849)

 

 

 

 

 

Fattoria Guiccioli nel 2019

Breve spezzone del documentario girato dal regista alfonsinese  Thomas Cicognani. Si riconoscono tra gli attori e le comparse alcuni alfonsinesi.

Cliccando o toccando   su questo link trovate parte della storia  http://www.capannogaribaldi.it

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