Archivio
mappe antiche e disegni di Alfonsine e dintorni (cliccare
o toccare sulle foto per averne un ingrandimento)
importante... Alla
mappa del 1816 si trovano i due link all'archivio di Stato di Roma per
Alfonsine.
(Se no cliccare o toccare nel link qui di seguito http://www.cflr.beniculturali.it/Gregoriano/mappe.php
e
poi cliccare o toccare su RAVENNA e da lì Alfonsine.
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L'antico delta
padano
(ricostruzione fatta nel 1785 dall'argentano Giuseppe Padovani, l'aggiunta
del nome Alfonsine è fatta da Luciano Lucci nel 2008)
Nel disegno
si nota che l'Alfonsine di oggi si trova a ridosso del cordone dunale del 1500
a.C., l'epoca delle grandi migrazioni greche (pelasgiche) lungo l'Adriatico,
su quei rilievi di terra sabbiosa e argillosa dove era probabile l'approdo. (Molte
di queste informazioni e disegni sono tratti da "Aquae Condunt Urbes" di Gian Franco Andraghetti ed. Media News)
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1500
a.C.
(disegnata secondo una
ricostruzione storica del 1785.
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L'antico delta
padano
Un cordone dunoso del periodo protostorico, precedente a quello
etrusco-umbro è stato individuato lungo una linea che da sud di Ravenna
procede ad arco fino a Sant'Alberto, e ad ulteriore arco da Alfonsine fino a
Longastrino. Tale cordone servì poi da argine all'afflusso delle acque del
Eridano tramite la Fossa Padareno (chiamato da Polibio nel 150 a.C."Padoa",
ramo meridionale del Po, che corrispondeva in un suo braccio al tratto
terminale dell'attuale Reno, ex Po di Primaro). Qui si congiungeva alla foce
del Vatrenus, cioè del Santerno e del Senio uniti. In questa zona tra Sant'Alberto
e Alfonsine detta Ostium Vatrenicus (Golfo del Vatreno ) si staccava una
vena terminale che costeggiando il cordone dunoso andava a sboccare in mare
proprio a sud di Ravenna.
Era questo il Padus Messanicus o Padenna, nel cui
letto Plinio il vecchio identificò la Fossa Augusta alias Messianica, un
canale in parte artificiale che nel 1° sec. d.C. collegava i porti
ravennati ai golfi padani. Il Senio e il Santerno con un unico alveo detto
Vatrenus determinavano l'apporto di acqua nel grande bacino lagunare che da
Conselice arrivava ad Alfonsine
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L'antico delta
padano
in evoluzione
Nel
disegno qui a sinistra, Alfonsine è collocata tra la punta di una
penisola e un'isola che potrebbe alla zona dell'attuale Madonna del
Bosco.
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1500
a.C.
(disegnata secondo una
ricostruzione storica da Anelo Francesco Babini.
L'aggiunta del nome
Alfonsine è fatta da Luciano Lucci nel 2008)
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L'antico delta
padano
in evoluzione
Nel 4°
secolo a.C. Aristotele (384-322 a.C.) menzionò le isole Elettridi, citate
nel mito di Fetonte, come dodici isolette in mezzo alle acque del golfo
Eridano. In una di queste si trovava la statua di Dedalo e di Icaro, una di
bronzo e l'altra di stagno. Poteva trattarsi di quella del Pireo,
(già Caput Orzum), dove sorse poi Sant'Alberto, o delle altre sparse in
mezzo a questo grande bacino lagunare. Dall'epoca romana fino al 1200 d.C.
tutto il territorio della Bassa Romagna era detto Massa di Campo ed era
formato da 16 isole. Verso la fine del 500 d.C. dovevano infatti ancora
esistere lembi di terre circondati da paludi e canali navigabili che vennero
chiamate insulae, dotate di porto, di torri rotonde di difesa con
funzione di faro.
(Molte
di queste informazioni e disegni sono tratti da "Aquae Condunt Urbes" di Gian Franco Andraghetti ed. Media News)
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L'antico delta
padano dall'epoca etrusca a quella imperiale
Dopo il periodo
postglaciale si era formata una linea di costa che durò dal 8000 al 1000
a.C.. |
Dal 1000 a.C. al
1° sec d.C. |
Nel disegno è indicata con pallini rossi. Su questa linea si
depositarono detriti continentali e lagunari che attestarono la linea di
costa su quella che nel disegno è indicata come linea della ghiaia, con
pallini rossi. Tale linea esce allo scoperto ancora oggi da Gabicce fino a
Bellaria. Poi si trova nel sottosuolo, in direzione interna rispetto alla
costa attuale: attraversa Pinarella e Savio, Fosso Ghiaia, (da cui le
estrazioni di ghiaia).
La
Linea della Ghiaia poi incrocia i Fiumi Uniti all'altezza di Ponte Nuovo,
devia a monte di Ravenna verso Mezzano e poi Alfonsine, dove si perde. Col
passare dei secoli si formò un nuovo cordone dunale più a est di quello
protortorico del 1500-1000 a.C. Il cordone dunale successivo si formò in
epoca etrusca ed è indicato con quadrettini gialli: su questo cordone,
console Publio Polpilio Lenate, fu completata nel 132 a.C. la via di 81
miglia detta "Popilia", a tratto nero nel disegno. la
distanza di 81 miglia poneva l'inizio della via maestra a Rimini,
attraversava Ravenna dopo 33 miglia e continuava con un itinerario
promiscuo, in parte su natanti, attraverso il delta verso Adria. Da lì si
proseguiva con la via Annia fino ad Altino e Aquileia. (da
"Aquae Condunt Urbes") |
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La
Bassa Romagna in epoca imperiale
Nel
disegno di nota che lungo le rive del grande fiume acquistarono importanza
Argenta, già nota nel 1° secolo , e Augusta sulla via Popilia.
Quest'ultima è collocabile nella zona dove oggi inizia Boscoforte
Il
delta padano in epoca imperiale
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Da
quando i romani erano apparsi per la prima volta nella regione, si andava
formando un nuovo cordone dunoso a oriente del cordone etrusco. Alla fine
dell'impero la situazione della costa era mutata notevolmente: un nuovo
cordone non più lineare ma con delta triangolari in coincidenza delle
principali foci dei fiumi. Inoltre, dal tempo di Augusto, il litorale
venne occupato dalle pinete storiche: un arco ininterrotto che comprendeva
la pineta di San Vitale, la Pinarella, la pineta di Classe, la pineta di
San Giovanni (abbattuta) e quella di Cervia.
La
grande foce del Po è in avanzamento continuo. La diramazione meridionale
che si staccava dal Po all'altezza di Ferrara, era detta Eridanus o Primarius,
che a sua volta si biforcava e si espandeva notevolmente fino a rallentare
il suo corso e formare una placida laguna. Poi le acque si raccoglieva in
un alveo ristretto e sfociavano nell'Ostium Vatreni, un
discreto porto se nella metà del primo secolo d.C. l'imperatore Claudio
vi entrò con una casa galleggiante.
La fossa
Augusta che era stata tracciata sfruttando in parte l'alveo del Padenna,
l'antico ramo del Po Messanico (qui detto Padus Vetus) iniziava da tra
l'attuale l'argine Agosta e l'argine Fossa di Porto, a nord di Sant'Alberto,.
Secondo le fonti, qui c'era uno scalo detto Umana, (il toponimo è
rimasto ancora oggi). Da qui si staccava la fossa Augusta, proseguiva
parallela alla via Popilia, fino a biforcarsi e attraversare Ravenna nel
tratto cittadino del Padenna e nel percorso rettilineo fino al bacino
portuale. Nel 5° secolo d.C. l'apporto di acque e fango di questi fiumi
aveva interrato la laguna Ravennate (la Padusa) e la fossa Augusta stessa. |
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Particolare
della mappa precedente
Lungo la
via Popilia, parallelamente alla fossa Augusta, a nord di Ravenna
erano sorti alcuni centri importanti come Butrium e Caput Orzum (che sarà
in futuro Sant'Alberto).
L'argine
Agosta (ancora oggi denominato così) segna il percorso del vecchio padus o
Padenna, che si innestava nella fossa Augusta presso Humana. Mentre la via
Popilia procedeva sul cordone dunale oggi detto di Boscoforte
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Dal 1000 a.C. al
1° sec d.C.
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Tavola
peutingeriana, zona dell'Adriatico
(sotto una copia eseguita da Luciano Lucci)
Questa è
la mappa più antica che si conosca. Carta
delle strade imperiali romane, compilata tra il 230 e il 270 d.C. oppure
tra il IV-V sec. da una carta del 1° secolo (126 d. C.) andata perduta Prende nome da
Konrad Peutinger, lo studioso
che ne acquistò nel 1508 una copia medievale dell'XI-XII secolo da
Konrad Celtes, bibliotecario di Massimiliano I° e che ne curò la
riproduzione.
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1275 |
Fu pubblicata nel 1589, dopo la sua morte. Consiste in una
lunga striscia, divisa in dodici sezioni, con le distanze molto allungate
da est a ovest, in cui sono indicati strade, città, fiumi e monti, dalla
Britannia alla foce del Gange.
La tavola peutingeriana é una carta rappresentante il mondo conosciuto
nell'eta' antica; vi manca l'estremo Occidente, tutto il resto fino alle
foci del Gange è disegnato sopra una striscia di pergamena lunga m. 6,83
e larga m. 0,34. Il disegno risulta pertanto alquanto deformato, essendo
la linea nord-sud ridotta assai rispetto a quella ovest-est. Notevole
appare l'inclinazione dell'Italia, come di altre regioni, verso est.
Ma la
carta vuole essere un sommario delle grandi strade dell'Impero romano, e
delle stazioni situate lungo di esse come delle distanze che le
separavano. Le città sono segnate da piccole case o torri; quelle più
importanti da mura turrite. Roma, Costantinopoli e Antiochia sono distinte
da un circolo che porta nel mezzo una figura, la quale per Roma é
incoronata. Chi sia l'autore e in quale epoca la carta sia stata disegnata
é incerto. Gli studiosi sono comunque d'avviso che l'originale sia da
collocarsi nell'eta' imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV
secolo d.C., altri nel III, altri ancora nel II.
La zona che interessa Alfonsine
Cliccando sull'immagine si nota, ingrandita, la parte di
Tabula dedicata all'Adriatico con in basso la strada Emilia. Tra Faventia
(Faenza) e Forum Corneli (Imola) si nota scritto Sinnum Ft (o Fl?): è il
luogo d'incrocio tra la via Emilia e il fiume Senio, a sei miglia da Faenza e a
6 da Imola. Si tratta della zona dell'attuale Castel Bolognese, che all'epoca
era segnata come mutationes (semplici stazioni di cambio e si incontravano frequentemente). Due rami
del Padum incrociano due strade: una, chiamata ab Hostilia per Padum, può essere individuata col percorso
dell'attuale statale 16, e l'altra, la via Popilia, con l'attuale Romea, per
certi tratti. Ravenna è alla destra
del ramo sud del Po. L'incrocio col fiume è segnato con Butrium VI, a sei
milia da Ravenna, un mutatio (scambio) prima dell'attuale
Sant'Alberto, mentre l'altro si chiama Augusta VI, a sei milia da Butrium, e
dove incontrava la Fossa Augusta, nel cordone dunale dove oggi inizia
Boscoforte. L'attuale territorio di Alfonsine si trova a ridosso del
ramo inferiore del Po dove si incontra con la strada rossa detta "Ab hostilia
Per padum". (Da hostilia Verso il po)
I nomi
dei corsi d'acqua non sempre figurano nella carta, specialmente quelli
meno importanti. Molti fiumi si individuano dall'incrocio che avevano con
le strade. Dove c'era questo tipo di incrocio ci doveva essere un guado o
un ponte. Questi punti di transito, che una carta stradale doveva mettere
in evidenza, imponevano anche un momento di sosta prima di affrontare
l'ostacolo del fiume. Ciò favorì in questi particolari luoghi il sorgere
di locali attrezzati, dove uomini ed animali potevano trovare ristoro,
aiuto e anche i mezzi necessari al transito. Questi servizi si
chiamarono mansiones (luoghi di sosta e di pernottamento
fra centri lontani in genere un giorno) e mutationes
(semplici stazioni di cambio e si incontravano frequentemente) Tali poste
stradali si ritrovano anche nella Tabula peutingeriana: specie quelli
legati a percorsi viari descritti e sono indicate col nome del fiume
vicino. |
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I segni rimasti della
centuriazione romana nella zona di Fusignano |
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Mappa della zona di
Fusignano, Bagnacavallo, Villanova tra Santerno, Senio e Lamone
(A.S. Modena, mappario Estense - serie dei territori n. 97, XVI
sec.)
Si notano
due palazzi separati da una rotta del fiume lamone nella zona di Villanova,
una lingua molto inusuale nella descrizione dei toponimi.
C'è
Fusignano e una chiesina con la scritta Madona di Fusignano che sembra
essere San Savino.
Dove c'è
Alfonsine c'è una scritta che sembra essere "Territorio
leonino". Il fiume Santerno è immesso in Po. |
1460
(?) |
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Particolare
della mappa precedente con nomi in rosso aggiunti per renderla più
leggibile
Si nota
'via de cocla' in basso il Fiumo La..mon nella zona di Villanova, il fiume
Segno, e altre che ho segnato in rosso. La una lingua è comunque molto
inusuale nella descrizione dei toponimi. C'è Fusignano e una chiesina con
la scritta Madona di Fusignano che sembra essere San Savino.
Dove c'è Alfonsine c'è solo una scritta che sembra essere "Teritorio
Liunino". Il che daterebbe la mappa oltre al 1520, ma potrebbe anche
essere il rifacimento di una mappa anteriore. In basso c'è una chiesina
che indicherebbe Villa nova. |
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Disegno su pergamena
raffigurante il tratto del Lamone
tra Faenza e il Po
(A.S. Ravenna, Fondo estense Caps XXVI
fascicolo 1 n° 6 (CCCIV), fiume
Lamone, XV sec.
(cliccare
sulla foto per avere l'ingrandimento)
Nella
mappa è rappresentato il nuovo corso del Lamone forse dovuto a Borso d'Este.
Si legge infatti:
"Fiume
nouo de Alamone facto dal duca Borso (segue un simbolo che potrebbe essere
una 'E', maiuscola stilizzata)
sopra al
fiume si legge in alto a sinistra "Porto de la Predosa", che
sembrerebbe essere nella zona di Alfonsine, in quanto si collega a le glorie
con una strada. Poi "villa Aguta", poi "villa noua e
"le glorie"
Di qua dal
fiume nuovo c'è villa Santerno e "pianzi pane" (Piangipane odierna)
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1460 |
Sotto è
disegnato un precedente corso del fiume Lamone "Fiume primo de Alamone
vel de raffanaria" poi di nuovo "pianzi pane" che sembra
definire più un territorio che una villa. Più nord "la Benedetta".
Sotto pianzi pane c'è "San Petro in Selvis". Più a sud in
basso a sinistra Faenza, poi "Bonzoli" (Boncellino), Russi, villa
Altura, Travaze (traversara)
Le
scritte ripassate in rosso sono del bibliotecario Zoli della fine '800, che
annotò "(Rinforzai i caratteri perché quasi sbiaditi) A. Zoli" . Segue un'aggiunta del successivo bibliotecario Silvio
Bernicoli (S.B.) che risponde: 'E così facendo hai cambiato villa Agutha in villa Agathè.
S.B.".
E poi descrive i nomi che anche lui ha riconosciuto o ripassato in rosso. Ma
va detto che 'Villa Aguthe', con il th come nella lingua inglese, lo si trova
in almeno in altre due mappe. (Tutto ciò si legge in alto a destra, al
bordo, il cui ingrandimento è riportato sotto limmagine della mappa.)
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Particolare della mappa
precedente con nomi in nero, aggiunti per renderla più leggibile
Vi è
rappresentato il nuovo corso del Lamone forse dovuto a Borso d'Este. Si
legge infatti: "Fiume nouo de Alamone facto dal duca Borso (segue un
simbolo che potrebbe essere una 'E', maiuscola stilizzata). Sopra in alto a
sinistra c'è il fiume (Senio) e si legge "Porto de la Predosa",
che sembrerebbe essere nella zona di Alfonsine, in quanto si collega a
"le glorie" con una strada. Poi "villa Aguta", poi
"villa noua e "le glorie".
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1460
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Sotto il nuovo corso del lamone, c'è villa Santerno con terreni di "pianzi
pane" (Piangipane odierna) poi il vecchio corso del 'alamone' o di 'raffanaria'
e di nuovo terreni di 'pianzi pane'.
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(cliccare
o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento)
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Parte del territorio
compreso tra Bagnacavallo, il fiume Lamone e il Po di Primaro
(A.S. Modena, mappario Estense, serie di territori n. 95 sec
XVI)
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1460
circa |
E' una
delle mappe più dettagliate. In basso in primo piano il Lamone, poi la
chiesa di Villanova, la casa dei Boti, i castelli Pochintesta, l'argine
delle Glorie (strada dei confini). La via Aguta, i Prati di Bagnacavallo
poi i canali scolanti Fossato Vedro, Fossato Vecchio, il canale del
Molino, il Fossato Munio. Più a nord si nota Fusignano, la via di Masiera,
poi Alfonsine. Il Senio è immesso in Po, e qui vi è il "magazzeno
dei frati" (in alto a destra).
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(cliccare
o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento)
(Le scritte
in bianco sono aggiunte per chiarire quelle in nero poco leggibili)
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E'
un particolare della mappa precedente
In basso in primo
piano il Lamone, poi la chiesa di Villanova, la casa dei Boti, i castelli
Pochintesta, l'argine delle Glorie (strada dei confini). La via Aguta, i
Prati di Bagnacavallo poi i canali scolanti Fossato Vedro, Fossato
Vecchio, il canale del Molino, il Fossato Munio. Più a nord si nota
Fusignano, la via di Masiera, poi Alfonsine. Il Senio è immesso in Po, e
qui vi è il "magazzeno dei frati" (in alto a destra).
I fiumi Lamone e Senio sono entrambi inalveati con gli argini
percorribili;
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1460
circa |
C'è il “canal de molini” o “canalle di bagnocavallo”, che
sfocia in valle da dove potevano arrivare le chiatte. Sono indicati i terreni
liberi dall’acqua e i terreni sotto l’acqua.
Si
nota la “Via Della Guda”, cioè un lungo drizzagno, con almeno 5
traverse verso fiume e 4 traverse verso valle, più o meno perpendicolari
ad essa; oltre al drizzagno finale del Cogollo attuale, la via deli
cocchi, la via della Ghiesa, la via dei boti (del pino), la
Pochintesti (villa Graziani attuale), e a valle il Gatinello (l’attuale
Berlinzani), le viazze berlinzani (le Viazza Nuova e Vecchia) e
la viola delli pagani.
Il "fundus gloriarum", qui col nome "glorie" è
la zona dove si ritiene siano state rese stanziali, assegnando dei
terreni, le "vecchie glorie" di Giovanni Acuto. Si vede un
argine arcuato che parte dal Lamone, forse con stradello. Probabilmente
un'antica “cassa di colmata”, realizzata per “interrire” l’area
delimitata grazie al limo del fiume.
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E'
un particolare (parte sinistra) della mappa precedente
del territorio
compreso tra Bagnacavallo, il fiume Lamone e il Po di Primaro
(A.S. Modena, mappario Estense, serie di territori n. 95 sec XVI
Bagnacavallo
a sinistra attraversato dal canale di Bagnacavallo o del molino.
In alto
il fiume Senio qui detto 'Masiera', in basso il fiume Lamone. Al centro a
sinistra Bagnacavallo.
poi c'è Chiesa di Masiera, Fusignano e due vie una 'detta Chiara' e
una 'S. Antonio' ancora oggi presenti con gli stessi nomi.
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(cliccare
o toccare sulla foto
per avere l'ingrandimento)
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Territorio
ravennate con fascia del ferrarese
(Archivio di Stato
di Venezia,
Savi ed esecutori alle acque, serie Po, dis. 177, autore non identificato)
Planimetria di parte del territorio ravennate con fascia del ferrarese dalla valle di
Conselice a S. Biagio al mare, tra Ravenna e la riva sinistra del Reno e
il Po di Primaro - Scala non indicata; n. 1
foglio.
Pianta su carta; inchiostro e acquerelli policromi. buono stato di
conservazione.
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1460
circa |
Territorio
compreso tra S. Blasio (S. Biagio in alto a destra) e la foce de EI
po primaro (Po di Primaro, in basso a destra; S. Agata e Rauena.
Riguardo l'idrografia della zona, oltre al Po, si distinguono flumen
Rasole sire Santerni (Santerno), flumen Senni ditto Masera
(Senio), flumen Raffanarie (Lamone), flumen Montonis
(Montone) poi diviso in due rami -uno verso Ravenna e l'altro a S.Alberto flumen
Aqueductus (Ronco). Con particolare in zona di Sant'Alberto, è
opportuno segnalare, a partire dal Montone, il
Canale de viatrase - poi Canale de viatrase che va a S(anc)to
Alberto, (che qualcuno ha individuato come l'antica Fossa Augusta) e poi i secondari canal de bartena (nella valles
Bartene), canal del buduer (nella valles de fossis)
e canal de meato (nel Cauo Dozzo). Al di sopra del Canal
de viatrase sono indicati: il fiume morto (dal Raffanarie-Lamone
al Cauo dozzo), poi segnato come canal de baduen nel caval
de meato), e la Selua Mezani. Al di sotto del canal de viatrase,
tra questo e il mare, sono indicati: l' Argerae de S(anc)to petro i(n)
Arme(n)taria e sotto, S(anc)to Petro; la valles budratiche. La
valles caude rondini (forse un riferimento al canale Codarundir).
La mappa,
da “informazioni” relative a denominazioni di possedimenti o
“signorie” nelle valli tra il Santerno ed il mare. Ovest è in alto,
cioè è vista dal mare (tipico dei veneziani) è databile a poco dopo la metà del XV secolo in quanto il Santerno è
inalveato nel Po di Primaro (a destra) ed il "flumer Raffanarie"
(Lamone)
scorre ad ovest di Traversara e scarica ancora nelle valli del
Mezzano. Sul corso del Senio è indicato il porto fluviale "La
Predosa" nei pressi di una precedente diramazione del fiume (F.
vechio) verso una
chiesa identificabile, dall'Emilia del Danti nei Musei Vaticani, con
la Madonna da Fusignano (forse quella sarà la chiesa di S. Savino?); tra il porto "la predosa" e il
"porto mazo", probabilmente l'antico porto di Liba, sono
indicati i "prode di Fusignano" e i "porto di Libba",
Villa Libbe e P. Cathene con la chiesa.
Gli unici
due corsi d’acqua che confluiscono direttamente al Primaro sono solo il
Fiume Rafole alias Santerno (antico Vatreno)
Il Primaro, descritto come el po Primaro sfocia in mare
stando a sud di Sant’Alberto.
- Il Fiume Raffanarie (Lamone) spalma direttamente nelle
valli;
- Il Fiume Senni ditto Masera spalma nella valle Mezan
del po;
Ci sono le tracce di una decina di toponimi cancellati, tra cui si riesce
a leggere La Dana, Nagajon, poi tutte le valli del
territorio di Alfonsine.
In
basso c'è Ravenna, S. Terno (abbreviazione poco erudita di Santerno), una via Chocha
che mena dal Lamone al
porto "La Predosa", in zona di Alfonsine alla fine dell'attuale via Chiara,
prosecuzione della via Cocchi ("via Chocha"). In basso a
destra Sant'Alberto, ancora oltre il Po. Più su c'è Humana con la
chiesa, Fossa Putula con la chiesa e poi anche Longastrino con la chiesa. A
sinistra in basso c'è Russi e dal Lamone si nota un vecchio ramo
interrato del fiume Lamone che va a Piangipane. Sotto il Canal di bartena
che scola la valle Bartena. Più a est un altro canale arriva fino a Sant'Alberto
dove al di qua del Po c'è "la palaza". Una
valle detta Cauodozzo, un Canale di Mezzo e a destra una chiesa nella zona
detta Silva Mezzana (Chiesa e primo nucleo abitato di Mezzano). Più a
nord, oltre il Lamone, si nota un'altra chiesa che probabilmente è nella
zona di Glorie o Villanova. Più su c'è fossarella e la valle di
Cordardaro.
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(cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento)
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Questo è
un particolare della mappa precedente, della metà del XV secolo.
(Archivio di Stato di Venezia, Savi ed esecutori alle acque, serie Po, dis.
177, autore non identificato)
I nomi
sono stati inseriti per dimostrare che la predosa era nella zona
della futura Alfonsine
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Questa mappa (anche se fatta in modo approssimativo) mostra che una via di
comunicazione chiamata nella parte iniziale 'via chocla' (attuale via
Cocchi) e poi 'prode di Bagnacavallo', serviva ad unire il Lamone al Senio in un punto detto 'la predosa'
(nome di solito usato per indicare un guado o un porto di zone
vallive).
Il
termine 'prode' individuava una riva attaccata all'argine di
bonifica
Questa 'predosa' (nella mappa) si trova oltre Fusignano e oltre un F.
vechio (fiume vecchio), che in altre mappe è denominato antico alveo del
Senio e che corrisponde alla via Stroppata a partire da Fusignano.
Da qui
c'era una via detta prode di Fusignano che arrivava fino alle valle Dana: il
porto ('La predosa') era quindi nella zona del Senio, più o meno della
Rossetta alla destra e delle via delle Borse a sinistra, dove sorgerà poi
il primo nucleo di Alfonsine.
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Le antiche Valli di Alfonsine
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna, Carte Topografiche, mappa n° 523 )
Parte del
territorio di Ravenna dalla parte di Lugo e Bagnacavallo, n°1 foglio, cm.
57,6x40,4
La datazione della
mappa è dibattuta: Bernicoli propone il XV secolo (anche se con qualche
dubbio) e tale ipotesi viene confermata dalla Loik (Loik "Materiali
Cartografici" pp 119-121)
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1470-1500
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L'assetto
dei fiumi Santerno e Lamone, dopo le opere condotte per volere di Ostasio
da Polenta e Borso d'Este. Il Lamone viene infatti deviato in
località di Raffanara e Traversara, verso il Primaro e le valli sotto il
suo corso, da Ostasio da Polenta tra il 1416 e il 1460. Il fiume Santerno
invece venne inalveato in Primaro in località Rossetta, per opera del
Duca Borso d'Este nel 1460.
Si vedono tutti i fiumi dalla Fossa Zaniolo a Nord al Fiume Santerno con
la Bastia, Catena, Libba, Fusignano. A destra il Po, poi le sette valli
del Fiume Senio (fiume del Seno) e le varie arginature. Più giù il fiume
Lamone detto qui "fiume di Raffanara", con Bagnacavallo,
Raffanara, Traversara, terreni detti Polentesa, Benedetta. Russa,
Pianzipan e Santerno, le valli Bartine. A sud est fino al mare con
Ravenna, San Pietro in Armentaria, Pigneda, piratolo, badareno, palazolo,
guacimani...
Lungo il
bordo delle valli Gualdinella, Polisinella, Codardaro, Mariana e Corsia,
Dana, Cor de mazo, Le lobije, la contra, la triuella, Casamatta,
Comunale, Nagaota, Corde Selba, Gentilina, la frascada, Corarso sono
disegnati alcuni canali secondari, indicati vicino a Fusignano come Prode.
Da notare
un'osteria col segno distintivo di uno 'spillo', alla foce del Primaro.
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La stessa mappa di cui
sopra ma conservata alla Biblioteca Classense
(A.S.C
Biblioteca Classense, Ravenna, Catalogo Bernicoli N. 523 "Le valli
ravennati")
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1470-1500
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Le antiche Valli di
Alfonsine
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna Carte Topografichemappa n° 522, 84x63 inv Bernicoli)
In questa
mappa si vede il Po a destra con la chiesa di Longastrino e un casotto detto
Fossa Putula.
A sinistra
"la strada del confine" che va dall'attuale via Nuova fino alla
Casa del Porto, tagliando per la via Stropa (Stroppata) e la via di San
Savino, con in orizzontale il percorso del fiume
Senio e le varie Valli.
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1521 |
In basso il
Lamone, denominato "Raphanara" che si immette nel Po di Primaro
presso Sant'Alberto, avvenuta nel 1504. Si vede inoltre
disegnata la torre Opizo Rasponi, torre fatta costruire da Raffaele Rasponi
agli inizi del XVI secolo e menzionata in un documento del 1521. In basso a
destra si vede la chiesa di S. Pietro in Armentario, (già detta 'in
Eremitarium'): una basilica presso l'antica 'Butrium'. In base a
questa indicazione si propone una datazione posteriore al 1521 e anteriore
al 1549.
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Particolare della mappa
precedente
In alto a
sinistra Fusignano con a sinistra la "Ca del porto", posta qui
all'incrocia tra la "strada del confine" (poi "via
nuova") e il canale di Fusignano.
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1521 |
A destra la Valle Dana. Una
seconda Ca del Porto si vede disegnata lievemente lungo il canale di
Fusignano.
Si nota la
Chiesa di S. Savino e due strade che incrociano "la via del confine"
che corrispondono alla via di San Savino e alla Stroppata (qui detta "la
Stropa"). Sotto ancora il fiume Senio che arriva fino alle valli.
Qui appare una arginatura che potrebbe essere quella che diede origine alla
via Borse. Alfonsine non si vede, ma la chiesa potrebbe essere dove la mappa
si è corrosa causa la piegatura.
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Particolare della mappa
precedente
Si nota il
fiume Lamone con la scritta Raphanarie, come veniva denominato all'epoca e
varie pievi lungo il suo percorso. La strada in alto e quella da Mezzano a
Glorie. Si legge infatti la valle detta "La Mariana" e la strada
detta Strada di Santa maria in Porto, che sarà poi l'attuale via Basilica.
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1521 |
Di qua dal Lamone si legge "La Benedetta". La torre è
degli "Opizo
Rasponi". La Valle Bartina è segnalata con segni grafici a penna che
vogliono simboleggiare la vegetazione palustre. A sinistra in alto a bordo
carta Russi e oltre il fiume Bagnacavallo. Si vede segnata la Valle Bartina
con segni grafici di vegetazione palustre. In basso a
sinistra c'è lo stenogramma di una Ravenna turrita.
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Le antiche Valli di
Alfonsine
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna mappa n° 521 )
Si vedono
tutti i fiumi.
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1521 |
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Particolare della mappa
precedente
In alto
Fusignano con a sinistra la "Domus portiis", la casa del porto posta
presso il 4°cap.llo (4° capitello della confinazione leonina). Il
capitello è quello ben visibile al centro da sembrare una torre. A sinistra
la "stroppata": 'hic est via strepata que diserunt primus
alveus Maseria
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1521 |
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Particolare della mappa
precedente
La "Domus
portiis Fusignani" col "4° Cap.llo" (capitello ndr)
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1521 |
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Particolare della mappa
precedente
Si vede il
capitello 2 da cui si ramifica "l'alveus ultimo Maseria", cioè
l'ultimo inalveamento che che portava il Senio dalla Rossetta
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1521 |
Il Senio nuovo è
quello che prosegue diritto fino alla valle. In basso a sinistra il
capitello della confinazione estense poi leonina
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Particolare della mappa
precedente
Si nota la
scritta "Ecl.sia fabricata p Calcagninos"
"Chiesa
costruita dai Calcagnini" sotto il disegno della chiesa che fu
poi dedicata a Santa Maria delle Grazie ad Alfonsine. Si vede anche
disegnato Alveus ultimus (omissis ... Maseira) che era l'argine da cui il
Senio fu poi deviato verso la Rossetta e Alfonsine e rimase il nome di
"Stroppata" da sterpato, deviato.
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1521 |
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Alfonsine nel 1552
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna mappa n° 526 )
Questa è
la mappa più antica in cui sia rappresentato il nucleo abitato di Alfonsine.
Ha dimensioni di circa 1x1,5 metri.. Al centro la "Chiesa Santa Maria",
edificata nel 1502 da Alfonso Calcagnini. Dietro alla chiesa c'è una
costruzione ove si legge "fabrica che s'ha da far", (forse il
cimitero?). La futura "via Violina" è qui ancora un lungo canale
di scolo. Attorno varie case o capanni col nome dei proprietari: 'gallina',
'Fasolo', 'ma. Corelli', 'luigino', 'bertoli baruzo', 'fabro', 'tomasone',
virgilio', domenico', ecc...
La via Reale è già rappresentata e denominata. Il fiume Senio è inalveato
al Passetto dove si trova il Magazzeno di Alfonso.
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1552 |
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Particolare della mappa
del 1552 n° 526
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna mappa n° 526 )
Al
centro la "Chiesa Santa Maria".
A destra la "via Reale".
Sopra il fiume Senio
In verticale al centro la stradina che si snoda lungo l'arginino di
un fossato che sarà la futura "violina".
Quel fossato serviva da scolo delle acque,
che tramite una chiavica arrivavano nel Senio. Si legge: "fabrica nuova che
s'ha da far": cioè una costruzione importante che dal disegno
sembra un cimitero.
Infatti qui, vicino alla Chiesa, c'era il cimitero
ancora alla fine del '700.
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1552 |
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Carta del territorio
compreso tra il fiume Lamone e il mare, tra Ravenna e l'osteria di Primaro
(indicato come Po)
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 450)
Pianta
delle Valli di Ravenna, dalle parti di Santerno Scala non indicata; n. l
foglio. Pianta su carta; inchiostro e china rossa; cm 57,7x43,4. Discreto
stato di conservazione (in alcuni punti della mappa ormai usurata e dunque
poco leggibile).
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1570 |
Il Lamone
viene già rappresentato immesso nel Primaro; tuttavia la presenza - in
prossimità di Ravenna - di un "Porto nuovo", che potrebbe essere
riconosciuto nello sbocco dei così detti "Fiumi riuniti" (Ronco e
Montone), un'opera idraulica portata a termine nel 1568 -1570, porta a
ritenere la carta ascrivibile a una data posteriore al termine dei citati
lavori di controllo idrico.
Si
distinguono: il fiume Lamone e lungo il suo corso, S(anc)to lacomo
(S. Giacomo) e Sauarna, distribuita sulle due sponde; la Valle
Oviense; le Terre Lauoratiue (terre lavorative); via Cupa
(in alto a sinistra, poi via Cupa che va in mare); il Canale
nauilio; la città di Ravenna tra i due fiumi, Ronco e Slontone; S(anc)ta
Maria Rotonda e i due Porto uecchio e Porto nouo; il canale Badarino;
il [ ..) Condutto; S. Maria Impalazzolo; il canale Pirotolo e
la Bocca del Pirotolo; la Pigneda; la Valle di S. Vitale,
il fossadone e gli Staggi morti; S. Pietro in Armentario,
sul Badareno; l'indicazione di Argine lungo un canale (?) che sfocia
nella sacca di Testa dAsino; il Molin del Abbate; Mandriole;
l'Osteria (di Primaro).
Sant'Alberto
non reca alcun toponimo, ma è indicato dall'ideogramma della chiesa con
campanile; analogamente, anche le altre evidenze sono segnalate tramite
emblema, una casetta o una chiesa, disegnate a china, con il tetto rosso e
le ombre per la resa tridimensionale. In alcuni casi, come per Savarna o i
centri lungo il Primaro, gli ideogrammi sono distribuiti considerando la
"linea di terra" del disegno lungo l'argine del corso d'acqua, di
modo che certi sono capovolti rispetto all'osservatore. La mappa è molto
ricca di informazioni intorno alla destinazione d'uso dei terreni (indicati
dalla grafica oltre che dal toponimo) e la rete idrografica, dunque riveste
valore documentario per la conoscenza del territorio, tuttavia è
rudimentale e imprecisa nei confronti delle distanze tra i vari elementi.
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Mappa Vaticana
All'epoca
di papa Gregorio XIII (1572-1585) nei Musei Vaticani furono dipinte fra il
1580 e il 1585 sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del
tempo, quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti. Raffigurano le
regioni italiane e i possedimenti della Chiesa. In questa si vede il
territorio della zona di Comacchio, Fusignano, Bagnacavallo.
Si notano
il fiume Senio e il Lamone che arrivano dentro il Po di Primaro.
Sopra Fusignano c'è un "M.a da Fusignano" dove sono indicate
alcune abitazioni: 'Madonna da Fusignano, (forse quella sarà la chiesa di
S. Savino?).
La chiesa
S. Maria (non ancora il nome "Alfonsine") apparirà solo in una
mappa del 1552, prima la zona era solo detta Predosa, cioè
"Prode", "riva", "porto". Quindi l'autore
della mappa Vaticana utilizzò vecchie mappe che ancora non potevano avere
il nome "Alfonsine", che come aggregato di capanne iniziò da metà
'500 attorna alla pieve poi chiesa.
Allego qui
di seguito un particolare della mappa vaticana.
Da notare
che si legge una località di nome Fracata (Frascata).
Frascata
era "feudo" dei Bentivoglio di Bologna. Lungo la Riviera di Filo
era presente anche un Molino dei Bentivoglio e la villa, allora murata e
difesa, poi divenuta dei Manzoni, ora dei Degli Oddi, era già stata
costruita, quale casino di caccia del cardinale Bentivoglio, quindi,
Frascata, risultava località conosciuta.
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1580 |
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Parte
dello Stato di Ferrara
(Biblioteca Classense Ravenna)
Mappa
originale di Giovan Battista Aleotti tratta da un libro dell'Aleotti stesso
che si intitolava "Difesa di Gio. Batt. Aleotti per riparare alla sommersione del Polesine
di S. Giorgio et
alla rovina dello Stato di Ferrara" (1601) copiata dal Padre Ximenes. G:
Battista Aleotti argentano 1599 "
L'originale
dell'Aleotti è a Ferrara Stamperia Camerale,1687,III,80 I.G. Bo.
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1599 |
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Il Polesine
(BIblioteca Classense di Ravenna)
Questa
mappa è stata copiata dalla mappa originale che sta sopra. Sono
rappresentate le terre, le valli e i fiumi a destra del Po, da Figarolo a
Ferrara fino al mare. Nella zona di interesse che riguarda Alfonsine abbiamo
il Senio e il canale del Molino che sfociano nella valle del Passetto. Il
progetto tratteggiato prevedeva la immissione del Senio nel Po. A Fusignano
è segnata una rotta del Senio. In quegli anni vi furono numerose alluvioni
in tutto il Polesine. Sono segnati il Fosso Vedrio, Molino, Vecchio e
Demonio anche se in un ordine non corretto.
Si nota anche tratteggiato il progetto di un drizzagno dal Fiume Sillaro
fino al mare alla destra del Po
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1599 |
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Coreografia del Po di
Primaro, e luoghi circostanti
Si trova nel volume
Aleotti 1601 e in Mengoli 1687copia del volume dove tale mappa è conservata
si trova nella Biblioteca Classense di Ravenna, FA, 83, 8. S. copia sciolta
della mappa dell'Archivio Storico di Modena n° 55 (26x31)
Accurata
pianta idrografica del territorio compreso tra la Valle di Ariano e
la Sacca di Ravenna, tra Figarolo a sinistra e Bagnacavallo. Si
distinguono Filo, il molino del F. corne. Bent, Longastrino, S(anc)to
Alberto, la Torre, (l'osteria di) Primaro, S. Clemente, la Torre, il Porto
di Primaro, la sacca di testa d'Asino, la torre di Belochio, la Pigneda.
Nella zona di Alfonsine si nota il Senio che arriva al Passetto, e poi i
quattro fossi vedrio, Mulino, vedrio e demonio
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1600 |
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Valle Dana Alfonsine
Archivio di Stato di Ravenna
In basso la
via Valeria, in alto il fiume Santerno
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1600 |
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Mulini di Longastrino
Si nota
anche il Mulino del Passetto intestato all'epoca a Sig. Marchese Mario
Calcagnini.
Si vede un
altro mulino a Longastrino dei Sig. Marchese Giglioli
Vi sono
anche varie fosse: Fossa dell'Albero, Fossa dei Vecchi, Fiumetto, Canaletto
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1605 |
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Campazzo dei Coatti
e Valle di Comacchio con Riviera di Filo e Longastrino
Si nota la
chiesa di Longastrino, la Menate di longastrino e la voce 'già saline'.
Inoltre appare la voce 'Calata de Boschi (?). La mappa e dei primi anni del
'600, papa Alessandro VII
Disegnata
da Pietro Azzoni al tempo del pontificato di Alessandro VII e ricopiata dal
Perito Pio Batta: Benetti nel 1737
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1605
(1737) |
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Il percorso del Lamone
In questa
mappa è segnato il percorso del Lamone da Villanova a sant'Alberto: Flumen
Raphanaro: ......... in Padus.
E' segnata
pure Savarna
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1605-1606 |
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Territorio di Alfonsine
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna mappa n° 540)
Qui
sono indicare le diverse valli del conteso territorio 'leonino', i
proprietari precedenti e i nuovi, che in genere sarebbero i frati di S.
Maria in porto, secondo l'estensore della mappa. Probabilmente siamo nel
periodo delle liti tra i calcagnini, l'Abbazia di S. Maria in porto e i
signori di ravenna, per il possesso di queste terre. I periti incaricati di
disegnare le carte erano sicuramente per una parte o per l'altra... e ogni
mappa ne porta il segno. Gran parte delle terre risultano del 'M.se
Verterio Balbi e della Marchesa Ludovica Balbi' in seguito vendute
all'Abbazia di S. Maria in Porto. Citati anche tra i vecchi proprietari 'Ms
Bernardino da Polenta' e 'Ms Leone da Polenta'. Nella parte sinistra c'è
'la Casa del Porto de li sig.ri Conti' con capitello a 100 pertiche (il
quarto) della confinazione leonina. Poi sotto più a sud la Chiesa di S.
Savino col terzo capitello a 400 pertiche, la 'via Streppa' (l'odierna
Stroppata), il fiume Seno o Masiera e la Chiesa di Alfonsine.
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1607 |
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Territorio compreso
tra il Po di Primaro e Ravenna
(A.S. Modena, mappario Estense, Vol. 6 pag. 131 sec
XVII)
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1604-05 |
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Bonificazione
gregoriana.
Glorie con Torri
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna
mappa n° 479)
Datata: sec
XVII. Dimensioni: 715x460 mm
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1604-5 |
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Territorio di Alfonsine
(Archivio Storico Comunale di
Ravenna mappa n° ?)
Anche
questa mappa fu redatta nel mezzo delle annose liti che opposero i
Calcagnini ai signori di Ravenna, in particolare qui ai Rasponi. Le varie
diciture definiscono il nome delle singole valli "secondo gli
S.ri Calcagnini no aprobata dagli Sig.ri Rasponi".
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1604-05 |
La mappa fu
"estratta - cosi si legge a sinistra in verticale -
da un originale di Gentile Miserocchi, esistente presso la Canonica di
Sta M.a in Porto, ponendo strade, scritturazioni e nome al suo proprio luogo
come stanno in d.o Originale in fede
Giuseppe
Guerini Alf.ne
(Alfonsinese ndr) mano propria." ( Curioso il fatto che si tratta di un geometra
alfonsinese). Si notano
l' indicazione
della Chiesa, della via Reale, dei capitelli, del Senio Novo, 'termine del
capitelo', e sulla destra un bel disegno della Casa dei Frati (Conventello)
e del molino dei Rasponi.
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Laus
Deo Adì 6 di Marzo 1684 in Faenza
Pianta adicionale di color celeste fatta da nui Zanar.do di Ferri da Ferrara
perito eletto
per la parte de lss. Sig C Calcagnini e Gentile Miserocho da Ravenna Perito
eletto per la parte de Sig.ri Rasponi di ordine di Monsig.re Giulio Torelli
Vicario di Monsig. R.mo Vescovo di Faenza Comisario denomi.to dal R.mo
Monsi.g Lanciloto allora Auditore di Rotta, o Indice della Causa fra i Detti
S.ri ora Ill.mo Cardinale
Christe
nomine Amen Anno ?.... ?.... ?..... 1753
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Territorio di Alfonsine
(Biblioteca Classense di
Ravenna Catalogo Bernicoli, Mappa n° 529)
Questa
mappa è stata probabilmente copiata da quella qui sopra. Vi si notano varie
aggiunte
"Laus
Deo Adì 8 7mbre 1682
Pianta
fatta per me Zanar di Ferri Agrimeser da Ferrara perito eletto per la parte
de lss. Sig C Calcagnini da Ferrara d'ordine del Iss.mo e Rev.mo Monsig.
Sipione Lanciloto auditore di Rotta di Roma (in)serita di color negro quello
si contiene in una Pianta Vecchia et di color Rosa quella che in una
adicionale altra vecchia fatta per mi sono di po d'8bre dell'Ano pre(se)nte
insieme con Ill.mo. Gentile Miserocho da Ravenna perito eletto per la parte
delli Ill.mi S.S.mi Galvotto e Fran(co) di Rasponi da Ravenna fatta da Ill.
Gentile in
questo
Capitello n° 1 fece
nel Boscolo e nella linea
E più ad istanzia de li detti S.S.ri Gentile gli ho aggiunto uno quello che
è descritto di colore celeste cavato d'una Pianta con vari siti fatta per
mi sine di 4 settembre prossimo passato pur ad istanzia dei Med.mi S.ri
Genti -
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1604-05 |
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Territorio tra il Senio
e il Lamone
(Archivio Storico Comunale di Ravenna mappa n° 531)
Datata: sec. XVII.
Dimensioni: 590x430 mm.
Pianta
delle valli e delle strade tra il Senio, il Lamone e il Po di Primaro. Beni
Rasponi, Lovatelli, via Basilica, via Masiera, via di Alfonsine, via di
Sant'Alberto, Sant'Alberto.
(stessa mappa in bianco e nero)
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1605-06 |
Il Senio è
già stato immesso nel Po di Primaro al Passetto (1537); quindi non è
ancora stato costruito il nuovo alveo per la successiva bonifica delle Valli
del Passetto. In alto a sinistra si nota la "Chiesa Alfonsina".
La scritta dice "Dalla Chiesa sino alla Casa della piazza ...........
pert. che 922".
Al Passetto c'è una costruzione (qui senza nome). In un'altra mappa è
detta "Magazzeno del Marchese". Lungo il fiume c'è una casa detta
"Casa del S. Capucino".
La Stropa è il prolungamento della via Stroppata che arriva fino alla casa
dei "Frati di Porto".
La via delle Alfonsine (odierna Raspona) arriva fino all' "Humana"
dove ci sono due case.
Vi sono i quattro canali: Munio, di Bagnacavallo, Vecchio, Vedro.
C'è "L'argine delle Glorie", la Mariana,
e la "via intaurata" che porta fino alla via di
Masiera (l'attuale via Rossetta o Roma).
Lungo il
fiume Lamone, che confluisce in 'Po', (nel 1619 verrà inviato al mare), c'è la Basilica di S. Maria in
Porto.(detta 'Conventello') Oltre il Lamone tutte le
case dei Sig. Rasponi: e tutte le case dei Sig. Rasponi: Cav.re
Ludovico Rasponi, il Sig,re Cap. Cesare Rasponi, il mulino, Orazio Rasponi,
Cavalier Gabriele, Marc'Antonio (o Marchese Antonio) Rasponi, Cavalier Livio
Rasponi, Cavalier Bruto Rasponi.
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Zona a nord del Passetto
(Archivio Storico Comunale di Ravenna mappa n°
527)
La zona è
quella a nord del Passetto. In basso vi è "il letto antico del Senio"
e "lo sbocco antico del Senio", che confluiva in Po al passetto. L'autore
precisa che la mappa è stata aggiornata da un disegno precedente del 1552.
Una via è presente lungo il suo argine, qui detta "via Valeria",
che proviene dalla Valle Dana e che qui si prolunga oltre la "via
Reale":
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1607-20 |
Una parte
di tale tratto della via Valeria esiste ancora oggi, non asfaltata
all'incrocio con la via Reale, in località detta oggi "Tosca". In
questa mappa si può notare la presenza del "Molino" del Passetto:
questa è la più vecchia rappresentazione di tale opera che fu quindi
probabilmente costruita contemporaneamente allo scavo del Canal della Vela
(1606). Un'altra informazioe importante la si trova nella parte estrema a
destra: vi è l'indicazione precisa di un'antica fossa detta "Putula";
"Di qua dal Po vi è ancora la Fossa Putula" " La Fossa del
Frà è lontana dalla Fossa Putula Pertiche 632"
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Le Valli tra il Lamone
il Senio e il Santerno
(Quaderni
Alfonsinesi n° ?)
Si nota il
"Senio vechio", alcune case al Passetto, in alto "Alfonsine".
Attorno al fiume Po vaste zone boschive. In particolare il "Bosco del
acquisto", nella zoma dell'attuale "Madonna del Bosco". Di
quei boschi oggi non vi è alcuna traccia. In alto a destra Sant'Agata e poi
giù Fusignano e in basso Longastrino
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1607-14 |
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Particolare della mappa
precedente
ricalcato su
lucido per una più facile lettura
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1607-14 |
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Le Valli tra il Lamone
il Senio e il Santerno
(origine ?)
A sinistra
tutto il corso del Lamone da Villanova a Sant'Alberto. Al centro il corso
del Senio da Fusignano (Castello) ad Alfonsine (Chiesa S. Maria).
Il Santerno
da Rondinelli via Brusata all'immissione in Po' al Passetto
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1607-14 |
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Ducato di Ferrara
Theatro del
mondo di Abramo Ortelio. Anversa 1608. III., in folio.
Biblioteca
Estense Modena
In alto a
sinistra è scritto "DUCATUS FERRARIENSIS FINITIMARUMQUE PARTIUM
DESCRIPTIO
Auctore
Joan Baptista Aleotti, alias l'Argenta(no)
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1608 |
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Territorio tra il Senio
e il Lamone:
Valle del Passetto tra
il Lamone, Sant'Alberto, il Po di Primaro e la valle di Alfonsine.
(Archivio Storico Comunale di Ravenna mappa n° 536)
Dimensioni: 435x590 mm. A colori.
La mappa è
del 1614, copiata, da un originale di Tomaso Spinola, dal publico perito di
Ravenna Federico Piccinini il 4 aprile 1687.
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1614 |
Il Senio ha un nuovo alveo
e defluisce nella Valle del Passetto, in via di colmata (1687), e da qui in Po.
Il Santerno qui è già immesso in Po di Primaro.
Lungo l'argine del
fiume Lamone si notano le varie costruzioni dei Rasponi e dell'Abbazia dei
frati di Porto, dove oggi c'è l'abitato di Conventello. Si notano i quattro
canali: Fosso Munio con annessa "via di Masiera"; Via di
Bagnacavallo e canale di Bagnacavallo; Fosso Vecchio e Fosso Vedro. La via
che li attraversava iniziava dal Lamone a Mezzano col nome "Via
delle Glorie"; poi dall'incrocio con la via Mariana fino ad
Alfonsine era detta "Via delli tre Ponti".
Il fiume Lamone da
Glorie a Sant'Alberto separa le proprietà dei Rasponi, a destra del fiume,
da quelle dei monaci di Porto a sinistra
La sua dichiarazione di
autenticità si trova in basso a sinistra. E' poi ritradotta di fianco con
un'altra calligrafia in una lingua straniera, non facilmente decifrabile
(olandese o danese?).
... Dall'originale del 1614 di Tomaso Spinola esistente appesa con le sue
cornici a pubblica vista nella stanza del Palazzo del Ill.mo magistrato
di questa città sud.ta. Il giorno è oggi 4 aprile 1687. In fede Perito
Federico Piccinini.(...)
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Stessa mappa precedente,
ma in bianco e nero
(Archivio Storico Comunale di Ravenna mappa n° 536)
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1614 |
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Particolare della mappa
precedente
Si nota
l'indicazione e il disegno della "Chiesa del Alfonsine", tra lo
Stradone e il Senio.
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1614
|
(Cliccare o toccare la
mappa per averne un super-ingrandimento)
La
dedica
Atlante d'Italia
di Giovanni
Antonio, Magini (1555-1617)
|
'Romagna olim Flamigna'.
Questo
è il titolo di questa pagina (n° 36)
dedicata alla Romagna, che fa parte dell'Atlante d'Italia di Giovanni
Antonio, Magini (1555-1617).
Nella
dedica in alto a destra si legge:
"All'
illmo. et Rmo. Sor. mio prone col.mo il Sor. Card.le Sforza ... Di Bologna
li 15 Decebre 1598.
D.V.S. Ilma. et Rema Divotissº Ser.re G[iovanni] M[agini]"
Strana
dedica datata 1598, quando il Cardinale era già andato via da Bologna ed
era morto a Macerata nel 1580.
La
prima edizione in stampa avvenne quando il Magini era già morto, ma il
Magini aveva già individuato anni prima il tipografo editore che fu
Sebastiano Bonomi di Bologna, e con l'aiuto del Cardinale Alessandro Sforza
di Bologna legato di Bologna e
Romagna
nel 1570, deceduto poi nel 1580.
Magini
fu un cartografo che dedicò la sua vita a un'unica opera: la
preparazione di un Atlante Geografico d'Italia. Questo doveva includere
mappe di ogni regione italiana con nomenclatura esatta e note storiche.
La
sua produzione editoriale (iniziata nel 1594) si rivelò dispendiosa e il
Magini assunse vari incarichi aggiuntivi per finanziarla, tra cui quello di
precettore di matematica ai figli di Vincenzo I di Gonzaga, duca di Mantova,
importante mecenate delle arti e scienze.
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1620 |
Il
duca di Mantova, a cui è dedicato l'atlante, lo aiutò in questo progetto e
fece portare a Magini le mappe dei vari stati d'Italia. Magini non eseguì
personalmente alcuna mappatura. Iniziò a lavorare su questo importante
atlante nel 1594, ma la pubblicazione fu afflitta da una serie di problemi
al di fuori del suo controllo. L'incisione iniziale fu affidata all'olandese
Arnoldo di Arnoldi, affiancato nel 1600 dal fratello Jacobo. Tuttavia, lo
stesso anno, Arnoldo fu attirato dalla promessa di un salario più alto per
lavorare per Matteo Florimi a Siena. Jacobo rimase alle dipendenze di Magini
per altri due anni, ma poi andò a raggiungere suo fratello, solo per
scoprire che Arnoldo era morto nel frattempo. Riprese il lavoro per Magini,
con il fratello minore, ma quando Jacobo si ammalò, all'inizio del 1603, i
due fratelli sopravvissuti tornarono nei Paesi Bassi.
Questa
mappa è tratta dalla prima edizione dell'Atlante del 1620 realizzata dal
figlio Fabio
(tre anni dopo la morte dell'autore) e donata al "serenissimo
Ferdinādo Gonzaga duca di Mantova e di Monferrato."
Questa
prima edizione è dell'Associazione "David Rumsey Historical Map
Collection, e
proviene dalla vendita della Wardington Library, fatta nel 2005.
La
seconda edizione fu pubblicata nel 1630/32 e la terza edizione nel
1642.
Le
mappe sono rimaste invariate tra le edizioni.
Poi
in seguito furono fatte copie e incisioni varie, in vari periodi. Così
praticamente ogni carta d'Italia del XVII secolo può essere identificata
come un derivato della monumentale impresa di Magini.
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Copia di Gaspare Bonifacio della famosa mappa detta 'Romagna olim
Flamigna', con una strana nota dell'autore in alto a destra, in cui disegna
una mappa intitolata "Rhodiginae Peninsula Descriptio"
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Particolare della mappa
precedente con Alfonsine e il Passetto
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1620 |
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Questa è un'altra copia
estratta dall'originale della famosa mappa detta 'Romagna olim
Flamigna'.
(Questa copia è
pubblicata nella pagina
di 'Gallica', una costola della Bibliothèque nationale de France, che
conserva la mappa: ma con una strana vistosa pecetta nell'angolo in alto a
destra che nasconde le note dell'autore)
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La Romagna dal ferrarese
al ravennate
Questa è
un particolare estratto da un'altra copia estratta dall'originale della famosa
mappa detta 'Romagna olim Flamigna'.
Il Senio
confluisce in Po al Passetto, mentre il Santerno arriva in Po alla Bastia.
Il Lamone (Amone f.) confluisce in Po a Sant'Alberto. Sul territorio leonino
sono indicate alcune valli
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1620
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Un'altra
copia a colori
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1620
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La Valle del Passetto
bonificata in parte
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 533)
Il Senio
spande qui le sue acque torbide nella Valle del Passetto: si legge
"Fiume Novo Seno". Questa ulteriore deviazione fu realizzata nel
1607. In questa mappa è disegnato anche il precedente alveo del Senio: esso
confluiva nel Po al Passetto fin dal 1537. In seguito uno dei suoi argini
diverrà la Via del Passetto.
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1615-1620 |
Si notano numerosi "Pallazzi"
disegnati, e diversi appezzamenti di terreni venduti dai Calcagnini a
Monsignore Malvasia. E' pure rappresentata la "Chiesa delle Infulsine"
e alcuni terreni "ammoniti", cioè incassati, arginati e ricoperti
dalla bonifica. La "Strada delle Infulsine", che taglia al centro
in diagonale la mappa, è la futura via Raspona. Al Passetto c'è un "magazzeno
del Marchese" (si tratta del marchese Ercole Calcagnini e un "Pallazzo
dei signori Putti (?)".
Il mulino del Passetto non è ancora
rappresentato
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Lucido della mappa
precedente
Le scritte
sono più leggibili
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1620 |
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Valle di Ravenna e
Passetto
Si nota il
punto in cui il canale di Fusignano e l'adiacente via del Porto confluivano
nella valle. Siamo nellaa zona tra Lugo e la cosidetta valle di Ravenna. A
sinistra del Canale c'è il Condotto Arginello e il fiume Santerno con il
percorso del 1604 che spandeva le sue acque nella valle e poi nel 1625-26
dentro al Po. Quel percorso fu poi abbandonato nel 1783 e il Santerno fu
immesso più a nord nel Po. Quel percorso ora abbandonato nella sua parte
terminale è diventa Riserva Regionale.
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1620 |
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Valli di Romagna dopo
la bonifica
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Territorio di Comacchio,
Ferrara, Ravenna, Faenza, Forlì,
Cesena e Cesenatico
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 169)
Datata: 19 gennaio
1715. Dimensioni: 580x440 mm
"Pianta estratta
dal pittore Vincenzo Venturini dall'opera di Gio. Antonio Magini (del
1598 ndr.) e stampata
nel 1620 detta 'Romagna olim Flamigna'.
(forse anche quella del 1620 era una copia dell'originale stampata in
quell'anno, che si trovava nella 'libreria' dell'Abbazia di Classe.
Il corso del Lamone (riportato come 'Amone') è visibile da Faenza, la cui
collocazione è imprecisa rispetto al Lamone e al suo affluente: il Marzeno.
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1620
(1715) |
(cliccare o
toccare sulla immagine per vederla ingrandita)
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DISEGNO DELLE
VALLI FENARIE
La mappa è densa di didascalie, di notizie e di date l'ultima delle quali è il 1699.
Alfonsine dal 1552
al 1699 (Archivio Storico Comunale di Ravenna
"Raccolta cartografica" Catalogo Bernicoli mappa n°540).
La
mappa mostra le valli della zona di Alfonsine. Fu utilizzata e modificata da notai vari
per documentare la storia delle vendite e rivendite e contestazioni varie.
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1552-
1699
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Il titolo recita
"DISEGNO DELLE
VALLI FENARIE,
CAVATO DALL'ABBATE TEOLOGO D. SERAFINO PASOLINO DALLE SCRITTURE ANTICHE
ESISTENTI NELLI SEI TOMI DELLE VALLI FENARIE DAL MEDE.MO EPILOGATI
DONATE L'ANNO MILLE CENTO TREDICI DA PIETRO DELL'ALBERTI ALLA MADONNA
GRECA"
All'interno
una scritta cita l'anno 1686:... Arginati dal Padre Inocentio Arigoni nel 1686" "Possessioni di Santa Maria in Porto"
.
C'è
anche un'altra scritta datata 1699 che riguarda VALLE DANA, da dividersi tra
i Corelli e altri: "Data a livello dal Sigr Marchese di Fusignano a li
M.si Corelli, dette Ridolfo Corelli l'anno 1699 li 20 gennaio per rogo di
Cesare Armani Not.io di Fusignano.
Nel cartiglio, in parte illeggibile, rovinato dal tempo, si legge:
"Disegno rappresentante il sito delle sette valli cioè Gualdianella,
Cormolano, Mezzan di Po, Trivella, Contrà, Lojbe e Dana concesse da S. Maria in Porto alli S.I. Conti, ora Marchesi Calcagnini ad amonire (termine romagnolo che sta per ricolmare
n.d.a.) e bonificare e ridotte o in prato o in bosco o in pascolo o in possessione, dividerle p.
metà". Segue l'elenco degli atti notarili, valle per valle, risalenti tutti alla prima metà del cinquecento.
(per saperne di più "I Calcagnini in Romagna" di F. Pertegato,
pag. 138)
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Parte del territorio di
Ravenna. I tre fiumi.
Carta topografica del territorio compreso tra Ravenna (in alto a sinistra) e
Sant'Alberto (in basso a destra), orientata con il nord rivolto verso il
basso
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 554) -
Scala non indicata; n. I foglio, su carta; inchiostro e acquerelli
policromi; cm 52,2x37,9. Buono stato di conservazione.
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1660
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La
collocazione temporale suggerita da Bernicoli, poi ripresa da Loik posticipa
questa mappa al XVII
secolo (1660). Ma la geografia disegnata, con particolare attenzione per
l'idrografia, induce a proporre un'altra datazione, anteriore al XVII secolo:
il Lamone è ancora inalveato nel Po di Primaro (la situazione riguarda dunque
il periodo compreso fra il 1504 e il 1620) e analogamente, non risulta
presente il drizzagnolo di Sant'Alberto (1607); è inoltre indicato il
percorso del Canale Naviglio, chiamato Canale di Cauda Rondini e Canal di S.
Alberto.
Elemento
determinativo è invece la presenza dei così detti `'Fiumi riuniti",
un'operazione idraulica eseguita a Ravenna nel 1568. La pianta topografica
riproduce una situazione sicuramente anteriore al 1568 e successiva al 1504.
Si può ipotizzare che il disegno sia stato eseguito nel 1660 - o comunque
nel XVII sec., ma riferito a un periodo anteriore forse per redimere dispu
territoriali, come induce a ritenere l'indicazione d'alcune proprietà e la
loro provenienza.
Si
distinguono S. Maria in Salisetta (in Salice), Santo Michaele,
Trauersara, divisa in due parti dai differenti ideogrammi) un
ideogramma probabilmente a significare Russi: Santerna, De Rasponi, S.
Pietro in Armentario, Santo Alberto, Piangipane, Villa Noua e
sull'argine del Lamone, Argine delle suore. Riguardo alla rete
stradale e idrografica sono indicati: il fiume Ronco acquedotto,
il fiume Montone e sul suo 'argine destro la Via Publica;
Valtorto, via Fantina.
Da Ravenna
verso sant'Albert
sono evidenziati: Canale di via Travi, Canale di Cauda
Rondini, Canale di S(anct)o Alberto che si immette nel fiume Lamone e Po di
S(anct)o Alberto; la valle Corsia e Fossa Corsia, la
Valle detta degli eredi di Mons. Raspone Rasponi dirette a S(anct)a Maria in
Porto; la Valle delle Fosse di Christofero del sale dirette a S(anct)o
Apollinare nouo usurpate. La carta, non particolarmente precisa riguardo
le distanza tra i vari elementi, si segnala per l'accurata esecuzione degli
ideogrammi usati per simboleggiare gli insediamenti, per Sant'Alberto e S.
Pietro in Armentario, il modo in cui sono stati realizzati induce a ritenere
che l'autore abbia eseguiti quasi a vista molto degli schizzi molto
descrittivi e pittorici.
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Le
proprietà Calcagnini a nord di Fusignano si estendono dalla via Stroppata
fino al confine occidentale del territorio.
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Territorio di Fusignano.
Marchesato dei SS:ri Calcagnini
La mappa
del 1658 è
tratta dal volume di Alberto Penna, Carte corografiche generali, e
particolari dello Stato di Ferrara, pubblicato a Ferrara nel 1662.
Qui
è riprodotta la carta tratta dall'esemplare della Biblioteca Piancastelli
di Forlì, che presenta alcune varianti rispetto a quella dell'esemplare in
possesso della Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara. Sono individuabili
le proprietà Spadazzi, Strozzi, Prampolini, Vecchi, Fignagnani, Magnani,
Manfredi, Palazzi (che sta probabilmente per Plazzi) e soprattutto la lunga
estensione dei possedimenti Corelli, che dall'omonima Cella di San Savino
sale verso la via Sordina e si prolunga per tutta la via Morocche.
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1662 |
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Valli di Comacchio
Si legge di
un drizzagno del Po di Filo, del Taglio Gaetano e della Calata dei Boschi.
La mappa
è
all'Archivio di Stato di Modena, Mappe e Disegni, Mappe in Volume n° 6,
Disegni Generali 1670, libro I, n° 7 di E. Franchi
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1670 |
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Dal Panaro all'Adriatico
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna Cancelleria 690/73)
Carta
progettuale compilata da Giovanni Battista Contini. Sono rappresentate le
città da Bologna a Ravenna, da Ferrara alla foce del Po di Primaro.
Si vedono
il Lamone, il Senio, il Santerno che lambisce Imola, ultima città visibile
in mappa sulla via Emilia.
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1670 |
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Pianta dei beni della
reverendissima Abbazia di Santa Maria in Porto esistenti nella Villa di
Savarna di là dal fiume Amone, tra il detto fiume, il fossato vecchio, via
Basilica e il sig. Pignatti. Perito Carlo Piccinini
(AscRA mappa n°
490) Dimensioni
54,5x72,0 - agosto
1677
Con l'uso del colore si
evidenziano le diverse destinazioni dei terreni: arativi e a prato. Si
identificano anche le proprietà che testimoniano il consolidarsi delle
attività di bonifica.
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1677 |
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Pianta dei lavori da
farsi per chiudere la rotta del fiume Lamone
(AscRA mappa n° 486)
Datata: 8 marzo 1678.
Dimensioni: 300x860 mm. A colori.
Pianta dei lavori da
farsi per chiudere la rotta del fiume Lamone sopra i beni del cap.
Bruto Rasponi e Savarna. Perito Federico Piccinini
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1678 |
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Bassa Lombardia
di Giacomo
Cantelli 1681
Conservata
nella Biblioteca Comunale di Vignola,
Fondo Cantelli, n° 57
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1681 |
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Primaro con fiumi Senio
e Lamone, nonché parte della Via Grattacoppa
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna "Carte topografiche" n° 21. Copia da
una copia dell'originale del 1686 fatta nel 1732 da Gaetano Gessi)
"Pianta delle
sei valli in tempo della lite tra Rasponi e Calcagnini"
|
1686 |
La mappa
originaria è datata 1532 e riguarda i possedimenti di Ludovico Rasponi. Con
una copia di tale mappa rifatta nel 1686 si descrive la
situazione dettagliata delle bonifiche e delle aree vallive a nord di
Alfonsine verso la fine del '600. Fiume Primaro con Fiumi Senio e Lamone, e
parte della via Grattacoppa.
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Valli di Alfonsine dopo
la bonifica
(Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 540 firmata D. Serafino Pasolino))
L'azione di
bonifica fu realizzata soprattutto dai frati dell'Abbazia di S. Maria in
Porto nel '600.
Si notino
le scritte "Agiustati dal Padre Inocenti Arigoni l'anno 1606"
(in alto); in basso "Prati Bonificati dal Pr.re Bifolci"
Furono
questi i due frati priori che diedero maggior impulso all'opera di bonifica
di queste zone.
Il Senio si
trova già qui inalveato in Po (1674)
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fine
'600 |
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Mappa dei Molini
abbandonati
Pianta Valli di
Ravenna dette di LongastrinoArchivio
Storico di Ferrara, Mappe e Disegni - Periti aa. 1681-1699, busta 2, fasc.
26 (Mappa dei mulini)
Si notano
vari molini abbandonati, osterie e ospizi a Sant'Alberto.
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1699 |
Si vedono indicati numerosi molini abbandonati, tra i quali oltre quello del
Passetto, uno vicino alla foce del Senio in Po, che potrebbe corrispondere a
un futuro magazzeno già citato in altre mappe. In quel punto ancora oggi si
usa il nome Magazzeno per indicare il luogo e anche la costruzione delle
scuole oggi trasformate in casa di abitazione.
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Particolare della mappa
precedente
Pianta
Valli di Ravenna dette di Longastrino
Archivio
Storico di Ferrara, Mappe e Disegni - Periti aa. 1681-1699, busta 2, fasc.
26 (Mappa dei mulini)
Qui si nota
la confinazione del Territorio Leonino all'epoca. Il Senio è già immesso
in Po
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1699 |
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Valli di Alfonsine dopo
la bonifica
(A:S. Modena, Mappario Estense, Vol. 6 pag. 6 XVII sec.)
Si nota Villanova
(Chiesa Nuova) e le case Pochintesta, poi i vari fossi Amonio, Vecchio,
Vetro, il Canale. C'è anche Alfonsine
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1699 |
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Il Canale dei Molini col
Mulino di Fusignano e del Passetto.
Archivio
Storico comunale, Lugo, Carte Mulino Passetto, n° 22, Mappa di Giuseppe
Guizzetti del 1702
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1702 |
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Valli di Alfonsine dopo
la bonifica
Archivio di Stato di
Ravenna, Corporazioni religiose soppresse, Santa Maria in Porto
Copia di
Gaetano Gessi del 1734 dalla pianta originale del 1684 di Mario Cavina e
Francesco Martinelli.
Vi sono i nomi dei
possidenti della Valle del Passetto bonificata
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1704 |
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Valle Dana
Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° ....(?)...
Questa
mappa, firmata da Giuseppe Galeati, perito di Bagnacavallo, è del 1704.
Si vede il "Canale del Molino detto del Passetto",
che parte dal "Casone per i pescatori" vicino alla Valle
Dana. Si nota anche la "via Reale"
attraversare la "tenuta della bassa" detta anche
"Contrada". In alto il Santerno, in basso il Canale di Fusignano,
con la via del Porto. Questo canale, pur attraversando la valle Dana è
arginato e si prolunga in linea retta fino al "Taglio con chiavica dei
Corelli".
|
1704 |
Nel riquadro in alto a sinistra si legge: "Al nome di
Dio lì 20 marzo 1704 in Bagnacavallo. Pianta fatta da me .....(?) Perito et
Presentata al Revd.mo P.dre Abbate Rafaello di S. Maria in Porto di Ravenna
nella quale si mostra distintamente le tenute di Cuorbalestro, della Dana e
della Contrada della Bassa, composta questa delle Valli dette finor di
Nagajone, e parte della tenuta delle Madame...."
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Lucido della mappa
precedente
Le scritte
sono più leggibili
|
1704 |
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Le valli di Alfonsine
Archivio di Stato di
Ravenna
In basso al
centro "la Chiesa delle Alfonsine".
Al centro
la macchia scura è la Valle Dana.
Si nota
"via Reale", "via Strepata", "via Raspona",
Casa Spreti, "la linea della Confina", la "via del
Passetto".
In basso il
fiume Senio.
|
1719 |
"Dalla
presente pianta viene dimostrato con la lettera A la linea che fu prima di
confine delle due valli Cormalano e Gualdinella Allorché dell'Anno .1525
furono separate dalle altre cinque Valli e lasciate alla destra di d.ta
linea dalle Case Calcagnini e Rev.ma Abbazia di Porto, come consta da Instru.o
regate il di 10 Magio dell'Anno sud.to 1525 dal Sig. Gio. Bagaroni Not.o di
Ferrara. Le cinque Valli rimaste alla sinistra della prenominata linea rossa
la Dana, Contrade, Loibe, Mezzan di Po et Trivelle et di queste se ne vedono
nella Piantalii suoi veri confini et di loro situazione. Si averte che la
presente pianta non è interamente stata fatta con l'assistenza del Perito
de Sig.ri Spadazzi non avendo voluto intervenire se non alla misurea della
Tenuta di Cuorbalestro della quale ne sono possessori li Mar.si Sig.ri
Spadazzi.
(Sotto
continua con un'altra calligrafia indecifrabile dove si legge una data 1719)
|
L'
elemento datante è l'immissione del Senio in Primaro (1674) qui già
rappresentata, e la chiesa santuario della Madonna del Bosco (1720). Si
suggerisce quindi una datazione della prima metà del '700.
|
Pianta del territorio di
Ravenna e di altri territori confinanti delle valli di Comacchio,
Longastrino, territorio Leonino, Russi ai confini di Forlì, al Savio al
mare. ( AscRA mappa n°
170)
Pianta su carta. Dimensioni: 960x710 mm. A colori: inchiostro e acquerelli
policromi. Buono stato di conservazione.
|
1720 |
Carta
topografica della regione compresa tra le valli di Comacchio (a destra) e la
foce del Savio (a sinistra). Nella zona di Alfonsine si vede oltre la chiesa
la casa Spreti e lungo la via Reale le Prigioni e una casa Calcagnini. Molto
ricca di altre notizie inerenti l'assetto territoriale; tramite un disegno
più pittorico che cartografico, sono dunque rappresentati: il Primaro; il
Lamone; il Senio; il Santerno; le valli di Savarna (o di S. Vitale), divise
tramite una lingua di terra, in Val
Savarna e Valle Palazolo; i
canali Pirotolo (con la Boca del Pirotolo (interito), Fossadone,
via Acerba e Fiumetto; la pialassa e la pineta; le valli di Comacchio. Sono
qui ricordate le due strade di comunicazione tra Ravenna, Sant'Alberto
e Comacchio: attraverso le valli è segnata la Strada
del Bosco; trasversalmente
la pineta è ricordata la Strada
della chiavica poi Strada della Pineta di S
Vitale deta di Primaro e, oltrepass, Primaro, Strada di
Belochio (la
strada corriera). All'interno delle valli di Savarna sono altresì
evidenziate; la Casa del Bosco sulla
via del Bo! sullo scolo Via Acerba; Palazolo, lungo lo stesso
scolo e sul bordo della Valle Palazolo; l'Are, tra
Pirotolo e strada corriera. Per la zona circostante Sant'Alberto, sono
indicati: S. Alberto tra
Primaro e Lamone, sull'orma del Po vecchio altrimenti segnato Gatolo; un accenno della
penisola del Bosco forte; le proprietà dei Calcagnini e dei Rasponi;
Mandriole; il
Termine dell Argine sotto Mandriole; lo Scolo di S Alberto che
si imn nella sacca di Testa d'Asino, la
Torre Gregoriana sullafoce
del Primaro; S. Clemente di Primaro e
di fronte, l'indicazione dell'osteria di Primaro.
|
nota sul retro "Pianta dei luoghi per i quali passa la linea di diversione
del reno proposta dal signor Corradi, dalla Botta di Cremona fino allo
sbocco del Pirotolo, fatta l'anno 1725"
|
Assetto Idrografico
sotto le Valli di Comacchio
Mappa n° 23
dell'Archivio storico di Ravenna cm 68,5x172,7
"Pianta
del paese soggetto allo sregolato corso delle acque del Reno al mare,
estratta fedelmente nell'anno 1725 in Faenza dall'originale prodotto per il
progetto di diversione del Reno sulla destra del Po di Primaro al mare"
L'autore
Domenico de' Corradi (?)
|
1725 |
L'autore ha
evidenziato il corso del Primaro (indicandone gli argini destro e sinistro),
la posizione delle Valli di Saverna, i principali corsi d'acqua (Senio
e Lamome), e alcuni tra i canali di scolo più importanti, tra cui il Fosso
Vecchio e Fosso Vetro (tra Senio e Lamone) o il Pirotolo e
il Fossatone. La rete stradale segnala la via del Bosco che
attraversa le valli su di una stretta lingua di terra; la strada corriera
(che percorre la pineta, supera il Lamone al passo del Cortellazzo e porta
all'osteria del Primaro e oltre); la strada sull'orma antica del Po di Sant'Alberto.
|
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Territorio vallivo a
nord di Ravenna
(ASCRA, Carte topografiche n°23 particolare)
|
1725 |
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Territorio Ronco Montone
e Canale Panfilio
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1731 |
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Valli Comacchiesi a nord
del Po di Primaro
Archivio di Stato di
Ravenna
Questa
stupenda e dettagliata mappa documenta l'articolarsi della presenza umana
nell'area valliva sulla sinistra del Primaro
e le Valli di Comacchio. A
ridosso del fiume si notano alberature, lavorieri per la pesca di valle e la
densità di insediamenti anche sui dossi vallivi
Tra
le Valli di Comacchio e Po di Primaro si notano "La Villa Umana"
(zona dell'attuale Anita), poi il Molino del passetto, il Passetto, La
Santissima Vergine del Bosco. In alto a sinistra Longastrino, il fiume
Santerno. In basso il fiume Senio e il Fosso Vecchio.
|
1732 |
|
Particolare della mappa
precedente
Archivio di Stato di
Ravenna
Si nota il
Molino del Passetto e la S.S.ma Vergine del Bosco. A destra in mezzo: "Villa
detta l'Umana"
|
1732
|
|
Il
Molino del Passetto
Mappa di Giuseppe
Guizzetti del 1732 che sembra un aggiornamento della mappa dello stesso
Guizzetti del 1702 (vedasi sopra)
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1732 |
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Pianta delle Valli di
Comacchio
|
1732
(?) |
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Valli di Alfonsine dopo
la bonifica
Archivio
Santa Maria in Porto, B.n.,1236,p.n.9[Liti coi Calcagnini] Copia autentica
del 1765
Questa è
ancora la zona del Passetto, in un'area valliva detta "Valle della
Vela". Siamo nel 1732 e queste terre sono definitivamente passate
sotto il dominio dello Stato Pontificio;
|
1732 |
si nota una chiara sistemazione
delle proprietà e i segni di opere idrauliche, canalizzazioni e bonifiche.
Esiste già il Canale del Passetto detto anche "Vella" o
"Vela", in altre mappe. I proprietari sono i Marchesi Calcagnini
(Ercole), l'Abbazia di Porto, i Sig.ri Fratelli Spadazzi di Fusignano e BV.
di Corarso (forse una donazione alla chiesa locale)
|
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Possessioni La
Comacchiese, La Pagana, la Callata (o Cattara?), Longastrino
Si vedono i
disegni delle case
Archivio di
Stato Ferrara,
Fondo Patrimoniale, Busta
60, fasc. 18
|
1733 |
|
Zona dove oggi c'è il
Chiavicone
Pianta
Cavina della Bonificazione maggiore, situato in Villa Longastrino, Prati e
terreni della R.M. Arciv., confinanti coi signori farina, Rev. di padri di
Porto, Orefici e Giulio Spreti, AARa. 340.
Redatta dal
geometra Domenico Ponzetti,
|
1734 |
Mostra
la zona del passetto con la fossa nuova che coincide con il futuro alveo del
Santerno, poi abbandonato. "Il presente dissegno formato per
comissione dell'Ill.mo e Rev.mo Principe M.sign. Matteo Nicolò
Farseti, Arcivescovo di Ravena, da me sotos:tto Cesareo Geometra, e Pub:co
Perito rapresenta un corpo di terreno prativo parte di rag:ne della ...
Mensa del sud:to, parte de SS:ti Orefici, parte della R:ma Abb:a di Porto
.... ecc... ecc... '
|
|
Valle Dana
Archivio di Stato di Ravenna
(simile alla mappa n° 692 dell'Archivio
Comunale di Ravenna)
Mappa
delle Valli con bei disegni con le Valli Dana e il fiume Santerno. In alto a
destra il fiume Santerno si immette nel Po di Primaro, e in basso a destra
il 'molino del Passetto' con il canale della Vela. L'autore è il pubblico
perito Matteuzzi.
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1735
|
|
Particolare della mappa
precedente
Archivio di Stato di
Ravenna
Il taglio principale del marchese
Corelli, la valle dei sig.ri Giovanardi e Bersani (in altri documenti di
legge 'Bresciani'). Il Palazzone è al centro della mappa e più in giù si
nota la 'Cassina Calcagnini' (già citata in altre mappe come 'Casa del
Porto'). In basso a sinistra il 'mulino di Fusignano'
|
1735
|
|
Particolare della mappa
precedente
Archivio di Stato di
Ravenna
Questa è la zona del
ramo abbandonato del fiume Santerno, oggi detta "Chiavicone": una delle tre
aree della Riserva Naturale Regionale. Si notano i vari 'tagli' del marchese
Corelli per bonificare la valle
|
1735 |
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Fusignano Feudo
Calcagnini
Lugo
Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale
|
'700 |
Tra i punti
indicati i principali sono
1) "li Condotti di Lugo, Fusignan, et altri, che Portano l'aque nelle
Valli";
2) "il Canale del molino di Fusig(na)no con i suoi diversvui nelle
Valli";
|
Valli di Alfonsine fino
a Fusignano
lungo il Canale di Fusignano
(Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° 692)
Il
Canale di Fusignano fino al Santerno e al Passetto, con l'indicazione di
tutte le opere di bonifica svolte dai vari proprietari. l disegno è una
copia effettuata nel 1736 da Gaetano Gessi "dall'Originale fatto dal S(ignor)
Gaetano Guizzetti Perito pub(blic)o di Fusignano" nel 1735.
|
1735 |
3) "il Canale della Vella ò sia Passetto";
4) "la fossa detta del Piantone".
E' da
notare l'antica denominazione delle strade rurali: via delle Zampalocche
(oggi via Morocche), viola Publica (via Porto), via manna (via Villarada),
via Scuagliarda (tratto terminale via Pistola), via della Cavallina (via San
Biagio), via Frampolina (tratto terminale via Breda), via delle Vallerie
(via Pratolungo e poi via Valeria), via del Porto (via Canale a destra)
|
|
Lucido della mappa
precedente
Le scritte
sono più leggibili
|
1735
|
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Particolare della mappa
692 precedente
Si nota il
Molino del Passetto ben disegnato in basso a destra, e i nomi di vari
proprietari terrieri.
E' indicata
la via Reale in verticale, la via delle Vallerie, (oggi via Valeria), il
Canal Vela o del Passetto. In
alto a sinistra fiume Taglietto (Taglio):dove oggi c'è la frazione di
Alfonsine detta Taglio Corelli.
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1735 |
|
Particolare della mappa
692 precedente
"Al nome di Dio lì 2: luglio 1735
Fusignano
"Disegno
à Pianta dimostrativa formata da me sottoscritto Perito senza mis(ur)are in
adempimento del Decreto
dell' .... mo Sig.r Auditore Francesco Maria Berlendis Giudice da Emi.mo e
Rev.mo Sig.r Card.le Leg.to di Ravenna fatto nell'ultimo giorno della
visita a Passetto. Come negli atti, con la quale si dimostra come qui sono.
siegue.
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1735 |
Dichiara(zion)e
della presente Pianta
Con n° 1 si mostrano li condotti di Lugo, di Fusignano et altri che portano
l'acqua nelle valli.
Alli n°2: si mostra il Canale del molino di Fusignano con suoi diversivi
nelle valli
Con li n°3 si mostra il Canale della Vella o sia Passetto dove si ritrova
portato il Canale del Molino di Fusignano per mezzo della Fossa del Piantone
e della nuova escavazione fatta fare dal Sig.r Gonf. Pietro Spreti.Alli n°4
s'indica la fossa detta del Piantone in Ragione delli fratelli Giovanardi
Bersani con arginatura nuova fatta loro valle Dana.
Alli n°5 si mostra l'escavazione con arginatura nuova fatta per mezzo delle
valli de Sig.ri Mar.si Corelli. Al n°6 si mostra la Canalletta che portava
parte del aqua delle Valli nel Canale della Vella o Passetto.
Col n°7: si mostra l'intestatura o Botta posta alla detta Canalletta con
cui uscisse proibito l'ingresso del aqua dalla Valle nel detto Canale della
Vella. Alli n° 8 s'indica il Taglio dei Sig.ri Mar.si Corelli che porta nel
fiume Santerno una parte del aqua delle valli. Alli n° 9: si mostrano li
tagli fatti da Sig.ri Mar.si Corelli nel fiume Santerno per f(ar)uscire in tempo
di piena le loro valli l'aqua de quali deposta la torbida li torna per il
medesimo fiume Santerno mediante il taglio seg(na).to n° 8. Col n° 10:
s'indica l'argina(tu).ra fatta intorno alli Beni dei Sig.ri Mar.si Corelli che
per ............. la torbida. Alli n° 11 si mostrano li tagli de Sig.ri
Soriani, de R.R. P.P. di Porto e de Sig.ri Spadazzi fermano torbida dal
fiume Santerno in tempo di piena. Alli n° 12 si mostra la Chiavica con
Botte dei Sig.ri Spreti adiacenti al fossa.to. Col n° 13 si mostra il
scolo Fus.no posto del Senio del Spa.zz. Col n° 14 si indica la
rotta alla sinistra del canal detto Sta canal... nelle vali. Col n° 15 si mostra
fatta da Sig.ri Spreti che sono fino al canal del Passetto. Alli n° 16
Sig.ri Spadazzi Bocche siano op...i..... in visita di Sg Audit.og e di nuovo
vis.ta li 17 Giug.o 1735 da noi periti S.r Mateuzzi S.r Giacomo Anziani e
del Authore che...
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Particolare della mappa
692 precedente
Il palazzo
di Don Andrea Filippi parroco di Bizzuno detto il Palazzone. Fu abbattuto
nell'immediato dopoguerra a causa delle gravi lesioni subite dai
bombardamenti. Tutta quella zona è detta ancora oggi (2004) "Il
Palazzone".
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1735 |
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Particolare della mappa
692 precedente
Il Molino
del Passetto, con la struttura in tre parti. Questa costruzione sarà quasi
subito abbandonata per l'interramento del Canale, e verrà riutilizzata nel
1799 come "Chiavica". Oggi si può ancora vedere al suo posto, in
totale abbandono e seminterramento
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1735 |
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Il Canal Vela o del
Passetto
Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° 574 (dimensione 1845 x 295 mm.)
a cura di Gaetrano Gessi
Qui si vede
delineato il sezione l'andamento del Canale della Vela 'fino al Molino
Spreti detto del Passetto'.
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1735 |
Si trattò di un progetto per dragare il
fondo del canale che si era progressivamente interrato e che aveva
compromesso l'efficienza del molino. Siamo nel 1735. Quest'opera non fu
sicuramente realizzata in quanto da lì a pochi anni il molino subì il
definitivo abbandono
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Particolare della mappa precedente
Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° 574
Dal fondo
della valle emerge un isolotto detto Corazzo (o Corarso). Col termine
"Cuor" o "Cor" si intendevano quei terreni emergenti
dalle valli per deposito di torba e detriti, che per primi e naturalmente
erano riusciti ad emergere.
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1735 |
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Particolare della mappa
574 precedente
Si legge
"Termine da piantare al imbocatura del Taglio e Sgarbata".
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1735 |
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Particolare della mappa
574 precedente
Si legge
"Mulino Spreti detto del Passetto" (in alto). Soglia e Volanio e
Pelo d'Aqua nel Po che capace (?) il macinare a cattino.
Il Canal
della Vella o Canal Vela fu realizzato nel 1606 per raccogliere le acque
disperse del Canale dei Molini, le quali qui formavano una valle detta
"della Vela". Nel punto terminale del suddetto Canale i Sig.ri
Spreti, marchesi proprietari ravennati in queste terre, avevano fatto
costruire un mulino. Ma la Congregazione delle acque il 7 luglio 1738
dichiarò che tale opera era di impedimento al libero corso delle acque e
gli Spreti furono obbligati a vendere ai Comuni di Lugo, Fusignano e Leonino
(Alfonsine). La costruzione non fu abbattuta completamente ma solo
abbandonata. In
seguito fu usata come 'chiusa' e abitazione del guardiano. Nel 1779 così scriveva D.
Luigi Manetti a proposito dei lavori di raddrizzamento del Reno svolti dai
Bolognesi nella zona del Passetto: "... hanno rifatto la chiavica del
Molino vecchio..."
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1735 |
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In basso è
scritto: "Disegno
dimostrativo dei terreni tra il Senio, Santerno, Po di Primaro e d'argini
D.colle parti superiori per far vedere quante acque cadino nel sud.o recinto
dalli Territorj di Lugo, Fusignano, e Leonino per l'incapacità del Canal
della Vela e dell'alzamento dell'acque del Po
di Primaro"
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Disegno
dimostrativo dei terreni tra il Senio, Santerno, Po di Primaro
(XVIII
secolo)
Questa
bellissima mappa del territorio di Alfonsine, segnala il Borghetto delle
Alfonsine alla sinistra del Senio come centro originario del paese,e alla
destra la chiesa. C'è la via del Passetto con una chiesa dell'Abbazia dei
frati di Porto, il Canal Vela e il molino degli Spreti. C'è il palazzo
Spreti e quello Calcagnini sulla via Reale. C'è il santuario della Madonna
del Bosco e il Senio già inalveato in Po.
Nel
1734 una prima controversia: gli
Spreti avevano creato un'arginatura del canale tra Fusignano e il Canale
del Passetto per far funzionare al meglio il molino. Ma ciò creò dei
problemi alla rete scolante della Valle Dana. In seguito alle proteste dei
Lughesi, Fusignanesi e Alfonsinesi ebbe inizio una lunga causa che diede
ragione ai sopraddetti.
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1735-80 (?)
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Forse questa mappa serviva a far vedere "... quante
acque cadino nel sud.o recinto dalli Territorj di Lugo, Fusignano, e
Leonino per l'incapacità del Canal della Vela e dell'alzamento dell'acque
del Po di
Primaro" come si legge nella legenda della mappa stessa.
La datazione della mappa potrebbe oscillare dal 1735 fino al 1738
periodo in cui gli Spreti furono obbligati a smantellare il Molino che fu
poi riutilizzato come chiavica. Infatti, nel 1779 così scriveva D. Luigi
Manetti a proposito dei lavori di raddrizzamento del Reno svolti dai
Bolognesi nella zona del Passetto : -
'...hanno rifatto (i Bolognesi ndr)
la chiavica del Molino vecchio...' -
Quando fu realizzato un nuovo canale per scolare le acque, detto la "Canalina"
o di nuovo 'Canal Vela', si utilizzò la parte finale dell'alveo del Canale
del Passetto e dopo il 1784 parte del vecchio edificio dell'ex-molino fu
adibita a Chiavica emissaria in Reno.
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Valli di Comacchio, Po
di primaro dalla Bastia alla foce. Fiume Santerno, Fiume Senio, Fiume Lamone
fino alla foce. Madonna del Bosco e Passetto
(AscRA
mappa 518)
Datata
XIII sec. Dimensioni 34,5x42,0. A colori
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1735
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La
valli
(Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° 574)
Mappa
commissionata dalla Canonica di Santa Maria in Porto per definire bene i
confini.
C'è la Chiesa della Madonna del Bosco
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1735
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La
lettura di questa mappa è stata facilitata dalla sua ritrascrizione nella
mappa seguente
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Le Valli
(Archivio di
stato di Ravenna)
Identica alla precedente
Questa
mappa del 1735 fu fatta dal perito Giuseppe Capitano Guerrini dei
"terreni della Rev.ma Canonica di S.ta Maria in Porto di Ravenna".
Vi è rappresentata la Chiesa della Madonna del Bosco, il Molino del
Passetto e il Canale del Molino o Spreti. E' definita la linea di confine
tra Fusignano e Ravenna. Si nota anche la Fossa Putula che inizia dal fiume
Po, dove si trova la casa detta "Comacchiesa", qui ben
rappresentata al di là del Po.
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1735 |
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Le Valli
(Archivio Storico
Comunale di Ravenna mappa n° 574)
Questa
mappa del 1735 è identica alle due precedenti e fu ricopiata nel 1985 da Luciano Lucci di
Alfonsine, autore di
questo sito web)
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1735 |
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Campazzo dei Coatti
e Valle di Comacchio con Riviera di Filo e Longastrino
Si nota la
chiesa di Longastrino, la Menate di longastrino e la voce 'già saline'.
Inoltre appare la voce 'Calata de Boschi (?). La mappa e dei primi anni del
'600, papa Alessandro VII
Disegnata da
Pietro Azzoni al tempo del pontificato di Alessandro VII e ricopiata dal
Perito Pio Batta: Benetti nel 1737
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1737 |
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Valli Comacchiesi
Archivio
di Stato di Ravenna n°2-1237
Splendida
mappa dell fine del '600 di Pietro Azzoni, ricopiata dal perito Pio: Ba.tta
Benetti nel 1737. Vi è rappresentata la zona delle Valli di Comacchio e le
aree in cui vi sono insediamenti al di là del Po. Si nota il cordone dunale
col nome "Bosco Forte". C'è Filo e il Molino di Filo, Longastrino
e la sua valletta, e tutti i dettagli delle Valli di Comacchio
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1737 |
La didascalia in
basso: DISSEGNO
Levato da un altro fatto da Pietro Azzoni perito della R.C.A di tutte le
Valli di Comacchio nel tempo del Ponteficato di Alessandro VII, e trascrito
fedelmente da me Pio: Ba.tta: Benetti perito anno 1737
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Capanno
con facciata in pietra
Addì 26
Febraro 1739
Sezzione
ventesima quarta fatta in Po a linea della Salina, casone della S.S. di
Santa Maria in Porto di Ravena, abitata da Francesco Mussolini posta ne la
destra del Po, e la Salina è distante dalla precedente Sezzione
inferiormente Per(ti).che (?) 18:8, e questa presente Sezzione si è
I..sp... (?) alla soglia e sostegno... (?) della porta, in do.ve (?) Facciata
(?) et alla Fenestra, e Caminello, in essa Fariata esistente, addimandata da
li Sig.ri Bolognesi
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1739 |
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Territorio di Lugo fino
al ferrarese
Biblioteca Classense
di Ravenna
e Biblioteca Comunale di Lugo
Descrizione
topografica del territorio di Lugo
Raccolta Crispi,
Serie XIV, n° 73-74, BCA, Ferrara
"Luigi
Manzieri Misurò, e delineò 1745", "Ioannes Eq Lindemain SMRex
Sarde Sculptor Sculpsit"; "Giuseppe Benedetti Ritoccò l'Incisione nel 1756"
|
1745 |
Il vecchio alveo del canal Vela fu usato per immettere la Canalina o
Canalletta nel Canale di Scolo Destra Reno; poi quando fu fatto confluire
nel nuovo Canale collettore "Destra Reno", anche l'alveo del tratto
finale fu abbandonato e così pure il vecchio Molino-Chiavica
|
Particolare delle
mappe precedenti
Sopra San
Savino si nota la Cascina della Marchesa vicino al 4° capitello.
Il Canale di Fusignano entra nella valle presso il "Piantone",
un albero che delimitava dei confini. Questo canale attraversa la
valle e diventa Canal Vela arrivando fino al Reno (po) presso il Passetto.
Si nota in fondo al
Canale della vela', il vecchio molino interrato "Già molino".
In seguito dopo un periodo di totale abbandono, questa costruzione fu
riutilizzata come chiavica col nome di "Chiavica del Passetto",
nel 1789 quando si costruì il drizzagno del Po.
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1745 |
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Particolare delle
mappe precedenti
Rispetto
alle mappe precedenti in questo particolare è segnato il 'Magazeno' alla
foce del fiume Senio, mentre nelle altre non c'è.
Si nota
il passo 'Passetto' col simbolo del traghetto, e vicino alla chiesa della
Madonna del Bosco c'è l''osteria'
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1745 |
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Altro particolare della
mappa riguardante il territorio di Fusignano
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1745 |
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Pianta topografica del
territorio di Fusignano del Perito Giuseppe Ghelli
(tratta da Soriani
1819)
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1745 |
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Bassa Romagna del
Ducato di Ferrara Fu redatta
da Luigi Manzieri nel 1750 Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara.
(tratta da libro "Le bonifiche in Romagna" di Tito Menzani)
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1750
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(cliccare
o toccare le foto per averne un ingrandimento eccezionale)
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Bassa Romagna del
Ducato di Ferrara Stessa
mappa precedente ma molto più definita e leggibile.
Fu redatta
da Luigi Manzieri nel 1750. Dimensione 800x565 mm.
Ristampata nel 1911 per concessione del comune di Lugo a cura del Genio
Civile di Ravenna e dei Consorzi di scolo della Romagna
(Archivio
Storico Consorzio Bonifica Ravenna)
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1750
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Bassa
Romagna del Ducato di Ferrara
(particolare mappa precedente)
Si vedono
le colonne segna confine tra Sant'Agata e Mulino di Filo. Valli Vela e canal
Vela Tor d'Umana. Già Molino del Passetto e un Magazeno vicino a madonna
del Bosco. Si legge via Reale e Spreti.
Fu redatta
da Luigi Manzieri nel 1750 Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, Raccolta Crispi,
Serie XIV, n° 73/74
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1750 |
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"Cartografia
dell'antico Ducato di Ferrara col disegno
moderno del Ducato di Ferrara"
Mappa
della Biblioteca Comunale di Ferrara. Rappresenta l'antico ed il moderno
Ducato di Ferrara.
Fu disegnata da Carlo Antonini verso l'anno 1750
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1750 |
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Cartografia
dell'antico Ducato di Ferrara
Si tratta
della stessa mappa sopra, senza riquadro
|
1750
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Mappa della Biblioteca Comunale di Ferrara. Rappresenta l'antico ed il
moderno Ducato di Ferrara.
Fu disegnata da Carlo Antonini verso l'anno 1750
|
La
valle Padusa, la Selva Litana, Spineticus flumen Interessante
la parte inferiore della mappa: si vede la strada Selice detta
"strada selciata dai Romani dalla Padusa a Imola".
A
sinistra Caput Selice, Conselice.
Poi la
Torre degli Eraliotte ora Massa dei Lombardi.
Al centro
della Selva Litana si legge Tempio di Diana ove ora è Lugo LITANA SILVA
Tiberiacum Cibeum ad Cabitos (?) Bagnacavallo.
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1750
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Territorio Ravennate
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1757 |
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Coreografia
del Ducato di Ferrara
(particolare)
Si vedono
le Valli di Comacchio, ma anche il Leonino. Un particolare: la chiesa della
madonna del Bosco è qui chiamata Madonna del Passetto.
L'autore è
A. Baruffaldi e la mappa si trova nella Bibl.Comun.Ariostea di Ferrara,
0.23.6, nn. 293-294-295-296
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1758 |
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Andamento
del Po di Primaro e fiumi bolognesi
Si nota
l'indicazione di Alfonsine, i fiumi Santerno e Senio immesi in Po. Il Lamone
è già immesso fino al mare. E' una mappa successiva al 1759 dove l'autore
illustra la linea prima del Bertaglia del 1759, e un'altra linea
tratteggiata detta "Linea Perelli". Si stava definendo il progetto
di "Drizzagno (o Taglio) del Po di Primaro.
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1760 |
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La Casina dell'Abbazia
di Porto alla marzana del Po
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1760
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Territorio Comacchiese,
Romagna, e Leonino
Il Santerno
è immesso definitamentein Po come pure il Senio. Il Lamone arriva al mare.
E' segnato il drizzagno (probabilmente ancora in progettazione) |
1760
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Tra il
Santerno e la via del Passetto
La mappa
comprende la zona tra Via Reale, Il fiume Santerno. Il fiume Po, la via del
Passetto, La via Valleria. Sono ben definite i confini e i nomi dei
proprietari: Santa Maria in Porto, Sig. Schiappa, Sig. Spadazza di Fusignano,
Marchese Teofilo Calcagnini, Sig. Bresciani-Seriani, sig. Seriani,
Beatissima Vergine di Loreto. Sono specificate anche le tipologie di
coltivazioni dei vari poderi: prato, arativo, boschivo, prativo
|
1760
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Particolare
della mappa precedente
Si nota la
linea di confine del leonino che forma un triangolo con Alfonsine, la
Cascina della Marchesa e Bastia-Rossetta.
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1760
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Mappa
del corso antico del Po
Si tratta di una mappa
immaginata e ricostruita nel '700. Vi è rappresentata quella che dai
Romani veniva chiamata la Padusa
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1760
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Riquadro
tratto dalla mappa del Ducato di Ferrara
"Disegno
moderno del Ducato di Ferrara perché meglio si veda la mutazione" |
1760
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Territorio
Leonino e Romagna
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1760
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Territorio
Romagna ed Emilia |
1760
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Mappa
del corso Senio e Santerno
Pianta del
vero e Serpeggiante Corso dei due fiumi Senio e Santerno, dalla via Romana in
giù..." realizzata nel 1765 da Luigi Manzieri. |
1765
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Pianta topografica del
Territorio di Ravenna
(fatta dal perito
Giuseppe Guarini nel 1770
dim 660x450 presso Biblioteca Classense RA, cassetto I, 33)
Il
periodo è quello con al centro la cosidetta "lite magna" cioè la
resa dei conti tra la Comunità - esponente delegato il Conte Fantuzzi
- e le Abbazie, da cui si pervenne a un accomodamento a favore della
Comunità nel 1772. La mappa era uno dei documenti prodotti per esprimere la
situazione dei terreni contesi proprio negli anni in cui il Lecchi andava
conducendo le grandi opere idrauliche. In particolare si notano i terreni
delle 4 abbazie (quelli scuri) e nelle note a fianco sono indicate anche le
dimensioni.
Si nota
nel territorio di Alfonsine la via detta Raspona.
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1770
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Valli
di Savarna San Bernardino, Comacchio, Longastrino e Filo
Si vede
l'orma del Po di Primaro a Sant'Alberto, Savarna, Ravenna, Alfonsine e
s.M. in Porto presso l'attuale Conventello |
1760
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Po e drizzagno
Si nota il
Senio già immesso in Po e il progetto di Drizzagno. C'è ancora una zona
valliva nella parte finale del Senio, nella zona dove oggi c'è ancora la
"Ca de Gièval" e la cosidetta "Casa dell'Agnese" (dal
film di Montaldo) |
1760
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Odierno corso del Po
di Primaro e dei suoi influenti
Si nota il
Senio già immesso in Po e il Drizzagno già realizzato |
fine
'700
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Corso
del Po antico e moderno
Si vede
disegnata anche Spina. Si tratta di una mappa immaginata, rilevata da
quella di Mon.r Carena del 1761 e rettificata da Carlo Baruffaldi Geometra
Ferrarese, ricopiata da Gaetano Baldini nel 1972 |
1761
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Mappa realizzata dal
Perito Pubblico Giacomo Gessi
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A: Buca
ripiena di acqua in fondo della quale vi è uno dei capitelli segnato
(persi) nella villa (?) de confine tra le due Legazioni di Ferrara e
di Ravenna fatta da Mons.re Salve.ni l'anno 1734 e questo capitello
si trova sotto il piano di campagna di P:i 9, che sotto palmi romani n° 5
Si .... deve avenire che E capitello quando fu piantato dovette
sovravanzare il piano di campagna tre palmi romani dal che si vede doversi
alzare la campagna di quel tanto sino al pr...ferto di piedi 4 ... che
fanno palmi romani ..9
B: Altro
capitello sulla strada di San Savino sepolto sotto il piano della detta
strada .............. palmi romani scoperta .......... di piantare tali
capitelli in altezza da piano di campagna tre palmi romani........... (continua)
... Giacomo Gessi come sottoscritto |
1760 (?)
|
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Chiese di Alfonsine e
Madonna dei Boschi
Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 573
In questa
mappa della fine del '700 si notano Alfonsine con la Chiesa, e lo
stradone. In fondo alla 'via delle Alfonsine' (via Raspona di oggi) 'è la
chiesa della madonna dei Boschi. In alto a sinistra "la via del
porto" con il n°4 che indica il capitello dei confini del "Leonino".Poi
la 'via delle vallerie', di 'San savino' (oggi via Albane) e della 'Stropata'.
Queste vie sono tagliate perpendicolarmente dalla 'via Nuova'. Al
centro si vede 'l'orma del Senio' cioè il percorso del fiume dopo la
rotta del '600, che passa per Fiumazzo e termina nella "Valle
Contrada". Due vie parallelele tra loro sono 'la via delle Borse'
e 'via Reale' |
1750-1770 |
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Particolare della
mappa precedente
La Chiesa
di Alfonsine |
1750-1770 |
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Particolare della
mappa precedente
Il
Palazzo Spreti (oggi Mulino Medri)
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1750-1770 |
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Particolare della
mappa precedente
La Chiesa della
madonna del Bosco in forma ottagonale |
1750-1770 |
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Alfonsine
alla Destra del Senio
Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 571
Questa è
una mappa dettagliata del vecchio centro di Alfonsine, alla destra del Senio.
Si nota il fiume Senio, lo 'Stradone della Chiesa" e la "via
Publica della Rossetta". Qui è disegnato il vecchio ponte della
Violina sul Senio che fu costruito per la prima volta nel 1760; mentre il
nuovo ponte del "Vado", sulla via Reale, non c'è ancora. La mappa
è dotata di una legenda e di una didascalia.
Le lettere
indicano abitazioni e proprietari della
fine del '700:
|
Fine
'700 |
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Particolare della
mappa 571 precedente
Piazza Monti. Il fiume
Senio è la linea scura grossa in alto.
La Violina è al centro, con i portici Samaritani e Corelli.
Lo "Stradone della Chiesa" è la linea diritta orizzontale.
Si vede
la chiesa e dietro la chiesa un orto e Casino che all'epoca era del Conte
Samaritani, poi fu di Vincenzo Corelli. IL Casino diventò poi alla
fine '800 primi '900 il Palazzo di Ciné, nel Lazzaretto (v. Carraretto
Venturi).
Oltre la via della Rossetta, c'è "Via detta la Mulinetta, e la
"Via Publica delle Alfonsine"
|
Fine
'700 |
|
Particolare della
mappa precedente
|
Fine
'700 |
Con
la presente delineata pianta si vede tutti quei beni coltivati e
fruttiferi di diversi possidenti, come qui sono indicati esistenti nella
Villa dell'Alfonsine, Territorij Leonino, Ferrara, con l'andamento di una
parte del Fiume Senio per quanto s'estende detti Beni, tutti indicati con
sue lettere rosse, acciò ogn'uno possi vedere e riconoscere, se mai
accadessero, che Dio non voglia qualche Rotta, o di Fondo, o d'Argine in
esso mezzo di Fiume verso detti Beni, sicuramente restarebbero molto
pregiudicati con sommo danno notabile, e diversamente anderebbe dette
Acque ad appoggiarsi sino all'Argine del Fosso Munio, e quello del Fossone
Vecchio, d'indi poi piegarebbe verso al suo sito inferiore, che è verso
la Strada del Ponte di detto Fossato Vecchio. Cosiché per deviare un tale
notabile pregiudizio di sopradetti terreni non basta aver fatto il noto
lavorativo di legna verde in lunghezza pertiche n° 25, e che sia
costato £ 160: ..... in faccia alli due numeri verso li Medesimi Beni 10:
11:; ma è necessario fare gli altri due, che richiedono due dilamazioni,
una in faccia al n° 8; l'altra al n° 9; per quanto viene la lunghezza
delle dette due dilamazioni di piani sei cordonate dodici in cadaun sito;
oltre di che è necessario. Oltre di che è necessario rinforzare l'altro
Argine verso il piano di campagna per quanto viene il già fatto lavorieto
di legna verde, che ritrovasi tutto sfiancato, e debole, così facendo si
verrà ad impedire ciò che sta per succedere, che è quanto
|
|
Particolare della
mappa precedente
|
Fine
'700 |
A:
Sebastiano Baioni
B: Lorenzo Rambelli
C: Paulo Rambelli
D: Francesco Guerra
E: Sig.r D. Francesco Gamberini
F: Cristoforo Bendazzi
G: Bernardo Galvani
|
H: Sig. Conte Antonio Samaritani
I: Chiesa dell'Alfonsine
L: Sig.r Co: Samaritani, Orto con Casino
M: Sud.to Sig.r Co: Samaritani
N: Sig.r D. Agostino Grandio
O: Puppilli Dradi
P: Sig.r D. Foschi
Q: Sig.ra Spolina Manetti
R:
Sig.r Co: Samaritani Sud.to
S: Sud.to Sig.r Co: Samaritani
T: Compagnia del Santissimo nell'Alfonsine |
V: Fioravanti Farina
X: Carlo Ricuperati
Y: Osteria della Sig.ra Marchesa di Fusignano
Z: Sud.to Sig. Conte Antonio Samaritani
n° 1 Sig.r Co: Gio: Barbuchiellin° 2 Sig.r Anastasio e Capitan Brardi
n° 3 Sig.r Co: Gio: Barbuchielli
n° 4 Sig.r Co: Gio: Barbuchielli
n° 5 Sig.r Co: Gio: Barbuchielli
n° 6 Sig.r Co: Gio: Barbuchielli
n° 7 Sig.r Marchese : Giulio Spreti
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L'affresco
fu recuperato da Marino Marini, noto imprenditore di Alfonsine, prima che
la casa venisse abbattuta, e fu collocato nella Casa di Vincenzo Monti,
dove lo si può ancora vedere.
|
A
sinistra si nota la "violina":
la piccola via che portava verso
la rampa del fiume Senio (attualmente via Giordano Bruno). La croce è
quella attualmente posta all'ingresso del nuovo cimitero, ed era stata
donata nel 1809 da Paolo Massaroli: si tratta di una croce in travertino
precedentemente appartenuta ai frati cappuccini di Bagnacavallo.
Questa immagine della Chiesa Santa Maria è tratta da un affresco trovato
nella casa dei Samaritani (Girolamo Momo Samaritani) in via Mameli
ad Alfonsine, dell' '800. Essa
rappresenta la Chiesa tra il 1809 (anno della posa della croce) e 1825
(anno di posa delle quattro campane.
La chiesa aveva ancora la facciata rivolta verso "lo
Stradone" (oggi Corso Garibaldi). |
1810 |
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Centro Storico di
Fusignano
Roma,
Archivio di Stato, Catasto Gregoriano, Ferrara.
Nel
giardino della Villa Calcagnini appaiono quattro aiuole, mentra la zona
selvatico è è assai ridotta a quella presente in una mappa del 1775 detta Carta
Galli |
1810 |
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Mappa di Alfonsine del
Catasto Gregoriano
Attualmente
custodita dall'Archivio di Stato di Roma. E' stata digitalizzata:
cliccami qui
Si trova
il relativo brogliardo (registro ove è riportata la consistenza di ogni
singolo immobile e il nome del/dei rispettivi proprietari) cliccami
qui
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1816
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"Leonino
26 giugno 1817"
"PIanta
in misura per li Territorj di Filo Longastrino Lavezzola, Alfonsine e
Leonino, e dimostrativa per la Villa Glorie, il tutto rilevato, e delineato
da me sottoscrito pub.co patentato Ingegner nel giorno suddetti, e d'ordine
di questo Illustrissimo Sig.r Gonfaloniere GIUSEPPE CORELLI" |
Villa di Alfonsine e
Territorio Leonino
Archivio
Storico Comunale di Ravenna Catalogo Bernicoli mappa n° 578
(dimensione 705x525 mm.)
In questa
mappa è rappresentato il Territorio Leonino e la Villa di Alfonsine nel
1817.
L'autore è Luigi Finotti per conto del Gonfaloniere Giuseppe Corelli.
Si legge anche il nome "Stradone della Chiesa"
Vi è illustrata la
situazione conseguente le grandi sistemazioni del p. Lecchi.
Si nota il
centro del comune di Alfonsine con le case numerate e nella legenda i
corrispondenti proprietari. Si legge anche il nome "Stradone della
Chiesa"
Nella parte
alta vi è il percorso del Po vecchio abbandonato e il Drizzagno del
nuovo Po di Primaro che in linea retta eliminò le anse del precedente
alveo: fu costruito nel 1799.
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1817
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Tabella nominativa
delle principali fabbriche, Chiese ed Opifici Idraulici ed.i in d.i
(edificati
in detti: ndr) Territorj
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1817
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1.
Chiavica di Legno
2. Chiavica dello Scolo Ipo
3. Ponte Bastia
4. Botte sotterranea
5. Chiavica Calcagnini
6. Chiavica Menata
7. Taglio Corelli Chiavica
8. Chiavica Boccaccini
9. Chiavica Mascanzoni
10. Chiavica Vela
11. Chiavica Alfonsine
12. Passetto
13. B. V. del Bosco
14. Chiavicone Calcagnini
15. Fornazzo
16. Casa Calcagnini
17. " Lanconelli
18. " Vistoli
19. Oratorio di S.mo Vincenzo
20. Casa Samaritani
21. " Mascanzoni
22. " Lucidi
23. " Capelli
24. Casa
Isani |
25. " Camerani
26. " Lanconelli
27. " Gagliardi
28. " Isani
29. " Lugaresi
30 " Scardovi
31. " Isani
32. " Camerani
33. " Isani
34. " Par. le (Parrocchiale
ndr) di Alfons.ne e Leonino
35. Casa Corelli
36. Scu.a (Scuderia ndr)
37.
" Salvatori
38. " Bendazzi
39. " Finotti
40. " Fuschini
41. Magaz.eno dei Frati, e Zanelli con Oratorio
42. Casa Marini
43. Casa Lanconelli
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In
questa mappa del 1817 si può notare il fiume Senio con la Violina e
il ponte. Il passo sul fiume alla via Reale è detto "Vado",
ed è senza ponte. Si
vedono i fabbricati di molti possidenti alfonsinesi con una
legenda si individuano tutti. Lungo lo
"Stradone della Chiesa" (34)
La chiesa col piazzale e la canonica.
Dove sorgerà piazza Monti c'è (32) Casa Camerani. A sinistra
(31) Casa Isani, (30) Casa Scardovi, (33) Casa Isani, (35) Casa
Corelli, (37) Casa Salvatori, (38) Casa Bendazzi,
(42) Casa Marini. Al
di là del Senio la via "Borghetto" con le case (20)
Samaritani, (21) Mascanzoni, (22) Lucidi , (23) Corelli, (24) Isani,
(25) Camerani, (26) Lanconelli, (27) Gagliardi, (28) Isani, (29)
Lugaresi, (30) Scardovi, (39) Casa Finotti, ( 40) Casa Fuschini, (43)
Lanconelli
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1817
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Territorio delle
Alfonsine
(estratto dalle Mappe Censuarie)
Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 691
Questa
mappa è dell'inizio '800: in essa si mostra il "Territorio delle
Alfonsine", con disegnate le varie abitazioni, che sono indicate con
piccoli riquadri o punti. Si vede il vecchio centro alla destra del Senio,
povero di case, mentre lungo il Borghetto (oggi via Mazzini) e la via Reale
vi sono rappresentate molte più case. |
1829 |
L'ingegnere Giuseppe
Foschini, autore
di questa mappa, fu coinvolto nella polemica che divise i possidenti del
paese dal 1810 al 1830, sull'opportunità di costruire un secondo ponte sul
Senio, lungo la via reale, al Vado come veniva chiamato quel punto. Il
Foschini fu infatti incaricato di fare una relazione obiettiva sul problema,
per conto di quei possidenti che erano per costruire il ponte sulla Via
Reale: forse questa è la stessa che il Foschini cita nella sua relazione
pubblicata su "Quaderni Alfonsinesi n°12"
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Particolare della
mappa precedente
Archivio
Storico Comunale di Ravenna mappa n° 691.
Si nota il Borghetto e i Sabbioni pieno di case. In questa mappa del 1829 si
può notare il fiume Senio con la Violina, il ponte e tutto lo Stradone (oggi Corso
Garibaldi). Il passo sul fiume
alla via Reale è detto "Vado", ed è senza ponte. Si vedono già i fabbricati Camerani e Corelli, la Chiesa col piazzale e la
canonica. |
1829 |
Dove sorgerà piazza Monti c'è un fabbricato dei Camerani. E al
di là dello "Stradone della Chiesa" la costruzione che in seguito
ospiterà negozi, spaccio e caffé di Tavalazzi. Nel 1838 questa costruzione
è "l'unica locanda dell'Abitato“. In un’altra mappa precedente è
chiamata “Osteria della Sig.ra Marchesa di Fusignano”. Qui c'era anche
lo stallatico.
Il borghetto era detto Borgo Sabbioni.
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Centro di Alfonsine 1829
Quaderni Alfonsinesi n°12
Si vede l'attuale piazza Monti, lo Stradone
della Chiesa (oggi Corso Garibaldi), la Violina, via Borse, il Vado di
Ravenna. Ben evidenziata è la chiesa, con l'abside e la facciata rivolta
verso lo Stradone.
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1829 |
La
seconda croce, alla destra della chiesa, indica dov'era collocata una
croce vera in travertino: essa era stata donata alla parrocchia di
Alfonsine da Paolo Massaroli di Bagnacavallo nel 1809. Poi in seguito fu
sistemata all'ingresso del cimitero dove si trova attualmente. E’
una delle mappe commissionata a supporto del cosidetto partito della
destra Senio: di quelli che volevano potenziare la zona della piazza e
della chiesa. Qui al centro della mappa c’è la Violina e si vede
come tutti gli altri borghi siano disegnati dando una visuale che li
direzione tutti verso il ponte sulla Violina. Infatti in quegli anni si è
aperto il dibattito se costruire un nuovo ponte al posto del vecchio della
Violina o rifarne un altro sul Vado, cioè sulla Reale. Pianta dimostrativa
la località del maggior abitato delle Alfonsine; del Ponte che
attualmente serve per l'immediata e più facile comunicazione, ed accesso
alla Parrochiale, pub.a Piazza, (punto principale di riunione degl'
Abitanti;) diverse Botteghe, Caffé, Osterie, come alla Lett.a D.
Lett.a A: Vado cosidetto di Ravenna destinato per l'Erezione di un Ponte
carreggiabile, totalmente fuori dell'Abitato. Lett.a B: Ponte attuale non
carreggiabile che direttamente mette alla Parrochiale e questa Piazza
Lett.a C:.
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1832 |
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Distinta
dei fabbricati
1°
Residenza Comunale
2° Casa del Governatore
3° Stalla e cantina
4° Cantina
5°Casa dell'Ortolano per conto Lanconelli
6° Pozzo
7° Terreno
Alfonsine 15 Ottobre 1837
Sottoscritto: Sebastiano d. Carlo Lanconelli
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1837 |
In
questa mappa sono rappresentate le Case Lanconelli, nel Borghetto, che fin
dai primi anni della nascita del Comune di Alfonsine (1814) furono adibite
a sede del Governatore, uffici amministrativi, scuole pubbliche, (due
camere fatiscenti), e in seguito anche prigioni. Qui si riuniva anche il
Consiglio di Magistratura (una specie di consiglio comunale, non eletto
però da tutti i cittadini, ma solo dai possidenti). Attualmente (2004)
sono dette "ca d'la Plichena" perché appartenute dal primo '900
alla famiglia Martini d'Pliché. |
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Il
“partito della destra Senio”
Qui siamo all’inizio di un dibattito e di una serie di proposte
fatte per costruire un palazzo Comunale.
Il “partito della destra Senio” aveva proposto di acquistare il
terreno A per costruire qui il nuovo Palazzo Comunale. Tale acquisto
fu fatto nel 1845.
Il terreno marcato A
Da una nota della Legazione di Ravenna che sosteneva le scelte della
destra Senio:
“nell’unita Pianta ho marcato la Chiesa Parrocchiale, ed i
fabbricati adiacenti al detto Terreno, che confina alevante colle
residuali ragioni dell’Ill.mo Sig.r Vincenzo Corelli, a Ponente
colla Via grande detta Stradone della Chiesa, ad Ostro con altro
tenimento dello stesso Sig.r Corelli, ed a Settentrione colle ragioni
del Sig.r Giuseppe Lugaresi”
Ma qui il palazzo non si fece mai, anche se alla fine vinsero coloro
che volevano costruire il palazzo Comunale nel vecchio centro di
Alfonsine.
Da
notare che il futuro Corso Garibaldi qui è detto Via Grande, mentre
in altre mappe era chiamato Stradone della Chiesa.
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1838 |
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Un
mappa del 1838
(Quaderni Alfonsinesi
n° 13 fig. 2)
In evidenza
tutte le case del Borghetto e dei Sabbioni. Col n° 2 è segnata la casa
Lanconelli dove era sistemato la sede amministrativa del Comune di Alfonsine.
E' evidente
che questa mappa fu commissionata dal "partito della sinistra Senio"
per dimostrare che il centro del paese era nel Borghetto e nei Sabbioni.
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1838 |
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Un
mappa del 1838
(Quaderni
Alfonsinesi n° 13 fig. 3)
Questa mappa fu redatta dall'ingegner Sigismondo Ascani nel 1838.
Si nota la rampa del fiume Senio, i cui argini si vedono appena
tratteggiati, in alto.
La Violina Vecchia è il nome indicato: a destra i portici Corelli
e a sinistra i portici Camerani. Nella documentazione allegata alla
mappa sono descritti come "Luogo nel quale esistono le botteghe
di caffé, macelleria, salsami, pescheria". I proprietari erano
il sig. Vincenzo Corelli e il sig. Giovan Antonio Camerani, (due
famiglie strettamente imparentate: i due sopracitati erano cugini).
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1838 |
Legenda:
471 -
Corelli Giuseppe, 969 - Camerani Giov. Ant.o, 3 -
Luogo nel quale esistono le botteghe di caffé, macelleria, salsami,
pescheria, 4 - Locanda unica dell'Abitato, 5
- Mercato Comestibili |
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Gran Circondario
denominato "Canal Vela"
Mappa
del Gran Circondario denominato "Canale della Vela"
Governo Pontificio Lugo 17 Giugno 1840 ad opera dell'ing. Gaetano
Ghedini
(originale presso Archivio Consorzio di Bonifica della Romagna
Occidentale, sede di Lugo, l'immagine qui riportata è tratta dal nel
volume "Le bonifiche di Romagna di Tito Menzani ed. La Mandragora,
pag. 69)
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1840 |
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Particolare mappa
precedente
Gran Circondario denominato "Canal Vela"
(originale presso Archivio Consorzio di Bonifica della Romagna
Occidentale, sede di Lugo, l'immagine qui riportata è tratta dal nel
volume "Le bonifiche di Romagna di Tito Menzani ed. La Mandragora,
pag. 69)
Mappa
del Gran Circondario denominato "Canale della Vela"
Governo Pontificio Lugo 17 Giugno 1840 ad opera dell'ing. Gaetano
Ghedini
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1840 |
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Particolare mappa
precedente
Gran Circondario denominato "Canal Vela"
Si nota
l'indicazione Vecchio canal Vela
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1840 |
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Palazzo Mascanzoni,
zona Borghetto e Sabbioni
(Quaderni
Alfonsinesi n° 13 fig. 9)
A.
Fabbricato Mascanzoni
B. Piazza avente una fronte di pertiche Rav: 8
C. Repedio adornato inuncella per.che=di Tor.e 1.52.10
D. Case Mascanzoni avente una fronte di Pertiche 19
E. Fronte alla Reale del casegiato e repedio Per: 23.5.
F. Fondi Mascanzoni con una fronte di Per: 58.
G. Fronte di Pertiche 84
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1845 |
Questa
pianta della zona del Borghetto, Sabbioni e via Reale fu utilizzata nella
riunione del Consiglio Generale di Alfonsine 8 aprile 1845, per discutere
l'acquisto delle proprietà dei fratelli Mascanzoni, Ermenegildo e Enrico,
al fine di costruirvi un nuovo Municipio. Le case Mascanzoni erano già
della famiglia Spreti, e furono poi acquistate dal comune. Il municipio fu
progettato e costruito. ma poi subì un incendio e fu abbandonato: la
proprietà fu dei Medri che vi fecero un mulino. Una parte rimase al
Comune che vi fece l'ospedale. |
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La sinistra Senio
Archivio
di Stato Ravenna (A.S.Ra.), Prefettura, Busta 200, Fas. Deviazione
della Strada sotto il fiume
)
Mappa
a firma di Antonio Zampighi che mostra i tre progetti di questo ingegnere
del Comune per la costruenda via dell'Unione (oggo 2015 via Pisacane)
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1862 |
Nel
1862, a seguito dell'innalzamento degli argini del Senio e conseguente
loro allargamento, strada Sottofiume superiore viene parzialmente ostruita
tanto da ostacolare il transito di carri e carrozze. Si rende così
necessario attuare una deviazione stradale dalla rampa della ponticella
che colleghi strada Sottofiume a strada Borse.
L'Ing. Zampighi presenta tre progetti come nella fi gura 19;19 ed il
Consiglio Comunale approva quello meno costoso dando inizio ai lavori di
quella che diver rà strada dell'Unione, l'attuale via Pisacane, dovendo
così abbattere, all'imboccatura della nuova strada, una casa di
proprietà comunale che sorgeva a fianco (lato nord) del vecchio macello.
Per saperne di più clicca qui
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La
Viuléna da un
disegno del 1884.
A sinistra il Municipio e le due Palazzine delle
Pescherie. Davanti alle pescherie c'è il monumento in travertino bianco
con la pigna, che fu eretto nel 1874. Al centro la Viuléna coi fittoni. In fondo il ponte sul
Senio.
A destra la chiesa S. Maria senza ancora la Canonica che sarà costruita
nel 1894 da don Antonio Costa
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1884
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Particolare 1
La Violina col palazzo
Santoni. Si nota la tenda del negozio di filati dei Santoni.
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1884 |
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Particolare 2
La data del disegno: 20
maggio 1884. Nella piazza una signora avanza col bambino. Nelle vicinanze
un prete col la mantella nera.
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1884 |
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