| Ricerche
sull'anima di Alfonsine
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IL CIRCO BIDONE AVEVA GIA' PROGRAMMATO
LE DATE
PER RITORNARE
AD ALFONSINE NEL 2023
MA... causa alluvioni...
pERò fRancois ed IO ci siamo incontrati ancora a lugo, al parco del tondo
Francois ed io nel 2023
Al pomeriggio del 7 giugno ci siamo ritrovati a pranzo con tutto il gruppo degli artisti e degli organizzatori di Lugo e alla sera ho visto lo spettacolo con i miei famigliari
A LUGO DAL 4 AL
8 GIUGNO 2023 AL "PARCO DEL TONDO
E TUTTO È ANDATO BENE CON GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO
(l'ultimo giorno è stato aggiunto come extra per prendere parte alla raccolta
fondi per le famiglie alluvionate e devolvere parte dell'incasso.)
NEL 2018: dopo 23 anni, era il giovedì 19 luglio 2018, alle 5 della sera, arrivarono in piazza Resistenza ad Alfonsine.
"Non ricordo più quanti anni io avessi. Ero una
pischella.
Rivedere François attraversare il fiume Senio è stato emozionante.
"Avevo contattato l’associazione “Teatro Necessario” che
ha organizzato nel 2016 la tournée del Circo Bidone in Italia.
Avevo chiesto se venivano anche ad Alfonsine: “Sarebbe fantastico –
mi rispose il loro rappresentante Leonardo Adorni - ho parlato di te con
Francois ed ha un bellissimo ricordo di Alfonsine. La tournée del
circo per quest’anno si ferma in Emilia. Come sai non si possono
fare tanti km per spostarsi.” Poi
in un pomeriggio dell'inizio 2017 una sorpresa che proprio non mi aspettavo: mi telefona François Rauline, quello del Circo Bidone “Sono ad Alfonsine ci prendiamo un caffè?”
Mentre cliccando o toccando qui si trova il loro sito François Rauline Il Circo Bidone ci fece compagnia, la prima volta, in una delle calde settimane di luglio 1995 ad Alfonsine. Era stato invitato e ospitato dal circolo culturale "Alice nelle città", di cui facevo parte, proprio nel cortile del Gulliver. Li ingaggiammo e li sistemammo di fianco al Gulliver. Io li andai a prendere da Glorie di Bagnacavallo dove avevano tenuto il loro ultimo spettacolo nel campetto dell'oratorio. Salii su uno dei loro carri e feci il tragitto fino ad Alfonsine come guida di strade traverse. Arrivammo in piazza Monti: ero sul carro ma nessuno mi riconobbe, si vede che mi ero ben integrato.
1995 dopo
Alfonsine a Lugo (foto di Sabrina Galletti)
Durante diverse serate passate di fianco al Gulliver, dove si tennero vari spettacoli del circo, stavamo insieme a cena, a chiacchierare. Una volta li invitai tutti a casa mia a fare un pranzo e una doccia: apprezzarono molto!
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"Andiamocene con loro!" E gli dedicammo la prima pagina del giornalino del gruppo "Alice nelle città" Questo piccolissimo circo era (ed è ancora oggi) composto di vari artisti di strada che avevano tutti in comune una cosa: il piacere del nomadismo, il senso di vita comunitario, il bisogno di movimento, oltre all'amore per l'arte circense: molti di noi si innamorarono di quel modo di essere e per un attimo qualcuno pensò: "Andiamocene con loro!"
Lo avevo contattato via mail nel 2012 e mi rispose così:
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François Rauline
con Luciano Lucci |
François Rauline
nel
2016 Lo re-incontrai ad Argelato, il 25 luglio 2016. Spettacolo splendido. Salutò tutta Alfonsine. Mi riconobbe subito: "Alfonsine, professore...." "Sì- gli ho risposto io - luglio 1995!!!" Il
luogo dove era collocato il circo era perfetto: Parco di Villa Beatrice,
davanti alla Villa. Lì c'è un Centro Sociale anziani che danno
da mangiare
piadine e crescentine (speciali queste), con affettati vari a un
euro e mezzo. |
Foto di Sabrina Galletti Foto di Sabrina Galletti |
Aprire e mantenere aperta la porta che separa Già
perché il viaggiare che più ci interessa è quello che riesce a
combinare le energie, i segni, le atmosfere urbane con quelle degli
spazi desertici, delle valli e paludi, dei vari luoghi di nomadismo. Viaggiare, allora, con continui spostamenti, ma rallentati, forse non passando più di tre notti in una città o in uno stesso luogo, accettando qualsiasi cosa avvenga, muovendosi guidati da segni e coincidenze o semplicemente da capricci, andando attraverso i luoghi, ormai tutti recintati dal controllo del potere, ma creando percorsi con un nostro significato e legati a simboli alternativi, non codificabili: solo così nascono nuove mappe inventate e sconosciute al sistema dello spettacolo, che creano l'abbozzo di una geografia sacra e underground. Creazione e scoperta di pellegrinaggi in cui i santuari sono le esperienze-picco, a forte intensità. Così il viaggiare diventa come un esercizio spirituale per costruire un proprio territorio esplorato, una mappa 1 a 1, faccia a faccia, senza altra mediazione-rappresentazione.
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Gli Stati-Nazione hanno arraffato tutta la mappa. L’ultimo pezzo di terra non di proprietà di alcuna nazione/stato fu ingoiato nel 1899. Il nostro è il primo secolo senza terra incognita, senza una frontiera da esplorare. La Nazionalità è il principio più alto del governare mondiale. Non un granello di roccia, nei Mari del Sud può essere lasciato aperto, non una remota valle, neppure la Luna e i pianeti. Neppure gli atolli del Pacifico, che nel nostro immaginario rappresentavano il paradiso terrestre, sono fuori dal controllo dei "gangsters territoriali": Mururoa ne è diventato il segno terrificante. Il Governo Mondiale, che si basa sugli Stati/Nazione, sulle identità etniche, linguistiche, nazionali, ha creato la "mappa" dei territori di tutto il pianeta. La mappa è una
griglia politica astratta, fatta col righello e le macchie di colori
che formano le nazioni: è un gigantesco imbroglio fatto rispettare
col gioco del bastone e della carota che lo Stato esperto e confermato
dalla Storia ha imposto finché per la maggioranza degli abitanti
quella mappa astratta non è diventata il territorio/nazione. E tutti
abbiamo la nostra rassicurante identità. Ma gli Indiani d'America, o
i Tuareg del Sahara l'hanno sempre capito che questo era un
imbroglio!!! Eppure poiché queste mappe sono un'invenzione, i governi
degli Stati/Nazione non possono coprire la terra con una precisione
scala 1:1. Essi possono vedere e controllare solo il reticolo nelle
sue dimensioni predefinite. Ma tra le pieghe vi possono essere
profondità immense, nascoste, che sfuggono al righello/controllo.
La mappa non è accurata e non può essere accurata. Perciò
è possibile creare una scienza alternativa, una nuova topografia, una
psicogeografia in cui cioè sia la nostra mente a disegnare nuove
mappe, e quindi nuove frontiere, perché solo la mente umana ha la
complessità sufficiente per modellare il reale. Viaggiare, come l'arte di rabdomare, cioè cercare spazi (geografici, sociali, culturali, immaginativi) in cui o per negligenza dello stato, o perché non identificati dai controllori, o per altro, sia possibile creare zone temporaneamente autonome, campi di tende nere sotto le stelle del deserto, interzone, oasi fortificate nascoste lungo carovaniere segrete, parti di giungla e di pianure "liberate", paludi e colline, aree proibite, mercati neri e bazar underground, mondi intermedi. Il gioco è aperto, ognuno si crei una nuova interzona. Non più luoghi per cercare un'identità, ma per provare intensità, dove poter essere affascinati da mulinelli improvvisi di vitalità, emozioni, sentimenti, innamoramenti, sorprese, incanti diversità, avventura. Speriamo di incontrarci ancora François!!! |
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