Fred
Buscaglione
il poeta che seppe
coniugare
Hollywood con la borgata
di Luciano
Lucci
Accanto
al mito del rock-and-roll, esplose negli anni '50 in Italia la galassia
Buscaglione.
Fred
Buscaglione aveva, piú o meno, lo stesso pubblico del rock'n'roll, anche
se, apparteneva a una generazione precedente a quella dei giovani ribelli
alfonsinesi degli anni '50-'60, e si serviva di schemi musicali
diversi.
'GUARDA
CHE LUNA'
Il
personaggio è eccezionale. Serve a capire un'Italia in cui i comunisti
davano addosso al patto atlantico, dicevano «viva Mosca» e andavano a
vedere i film di guerra con John Wayne, e confessavano in segreto «... la
russia è cosí noiosa... ».
"E poi era un sentimentale!!! e questo ci piaceva. La canzone
'Guarda che luna" stregò molti ragazzini e ragazzine alfonsinesi alle
prime cotte d'amore"
RIEMPIVA
UN BEL VESTITO DI MAGNIFICO LAMè / ERA UN CUMULO DI CURVE COME AL MONDO NON CE
N'è... (che bambola)
"Era
soprattutto il personaggio, che esprimendosi con una specie di
autoironia, ci affascinava. Insomma era una rottura con il
mutandonismo dell'anno santo ancora dominante in quegli anni in
Italia."
A
Fred piacevano le storie di Chicago.
Adorava
quei gangster: uomini NON fuori legge, ma con un'altra legge.
NON ipocrita, ma secondo natura, come direbbe Sade.
SONO IL
DRITTO DI CHICAGO SUGARBEAN / ARRIVATO FRESCO FRESCO DA SING-SING...
(il dritto di Chicago)
Fred odiava il
sentimentalismo, essendo terribilmente sentimentale; ed era convinto che il
sentimento dovesse essere trattenuto, celato, che contro di esso si dovesse
erigere una barriera che gli permettesse di uscire solo nei momenti
fondamentali (alla Bogart, insomma).
Certo sapeva anche che il gangsterismo nuoceva a tanta brava gente, anche
ipocrita, anche onesta.
Ma il gangsterismo in fondo era lontano da noi, come era lontana Hollywood,
e i cinesi, e la legione straniera.
Quel
mondo, la cui realtà ognuno può giudicare da solo, poteva essere però
un punto di partenza per rappresentare un qualcosa di diverso da quello
che esso significava, in una situazione anche italiana che stava pian
piano trasformandosi.
noi
duri
Questo qualcosa era un nuovo folklore urbano che
si era formato nelle città e che poteva essere studiato, generalizzato,
rappresentato.
Come
prova di ciò fece un film dal titolo «NOI DURI»
Le
canzoni di Fred Buscaglione, le piú classiche, tipo «whisky
facile» o quella straordinaria filastrocca di avventure «che notte
quella notte» che parla dell'incontro con i fratelli Bolivar, o
«che bambola» avevano una grinta anticonformista, anche se erano
musicalmente niente di nuovo.
SE
C'è UNA COSA CHE MI FA TANTO MALE
è L'ACQUA MINERALE (whiskey
facile)
Fu
per questo che Buscaglione incontrò moltissimo il gusto dei
giovani. In realtà, anche queste erano canzoni che si inscrivevano
in un quadro abbastanza tradizionale, perché anche parlare di
play-boys o di vari miti come il «Porfirio Villarosa» rientrava un
po' nella cultura del rotocalco, quello che forse contava di più
era il carattere alternativo proprio che conduceva Buscaglione.
Si, Fred
effettivamente aveva il whiskey facile e in una società in cui se
uno beveva un bicchiere in più veniva additato al pubblico disprezzo,
era una provocazione, (e per la generazione di quell'epoca un
piacere). E lui, Fred, te lo diceva per radio, alla TV, con i dischi.
Poteva forse non diventare un idolo?
CHE
NOTTE, QUELLA NOTTE…
ERA IL 3 FEBBRAIO 1960
"Quando nelle prime ore
del 3 di febbraio dell'anno 1960 Fred morì in
un incidente con la sua Ford
Thunderbird
rosa, noi ragazzi ribelli di Alfonsine entrammo in lutto,
come fecero altre decine di migliaia in tutta Italia.
Moltissimi la mattina dopo non timbrammo
il cartellino in fabbrica, o non andammo a scuola, e masticando
il nostro bubble-gum, con gli occhi lucidi sfilammo simbolicamente al
suo funerale, accompagnando quelli che ci andarono fisicamente:
erano in 20.000!!!"
CHE
NOTTE CHE NOTTE QUELLA NOTTE
(che notte quella notte)