“AVÉG
A OR” (“vado a cercare l’oro”), si chiamavano: “CANEPARI”,
“TIM”, “PARADISO”, “CONTI”.
Quattro
giovani alfonsinesi nel 1952 emigrarono in Australia a far fortuna,
nella steppa cacciavano canguri e ne mangiavano la coda (“l’era
bona sol quela”).
Lavoravano
alla posa
dei binari per le ferrovie
e andavano a caccia di canguri.
Ogni
tanto tornavano a casa, in Italia.
Qualcuno poi non ripartì, qualcun altro restò più a lungo.
Vittorio
Guerrini (Tim)
rimase in Australia 2 anni. Tornò ad Alfonsine nel 1954, con alcuni
dischi americani e una racchetta da tennis acquistati laggiù. In quei
due anni aveva imparato a giocare a tennis, uno sport “da signori”
in Italia. Continuò a giocare con quei pochi che in Alfonsine lo
praticavano.
Alessandro
Tamburini (Canepari),
dopo
tre anni di duro lavoro, rimase a casa per sempre. Coi guadagni fatti
si comprò una moto.
Ha sempre raccontato che la sua vita fu esattamente come nel film di
Sordi: "Bello onesto emigrato Australia...."
Ogni
sera 1 kg di patate e mezzo kg di burro.
Risultato: non riusciva più a saltare al volo sui carrelli della
ferrovia.
Donne
australiane e donne italiane: le ultime "al t'faseva sciupé
par avder un znoc".
Le
australiane la mattina dopo "al num saluteva gneca".
Passò
una intera notte col fucile fece la guardia ad un amico che si era
impiccato per evitare che i dingo lo sbranassero.
(le
foto sono state inviate da Maria Giulia Tamburini figlia di Canepari
Alessandro Tamburini)
P.S.
Il
soprannome Canepari
deriva da quello del ciclista Anteo Canepari, passista e fondista,
apprezzato soprattutto come gregario. Partecipò ad undici edizioni
del Giro d'Italia fino al 1927. Nel 1913 aveva portato a termine la
fuga solitaria più lunga della storia del Giro d'Italia.
"Paradiso"
all'anagrafe Natale Coatti
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