Però nel 1506 avvenne un accordo di pace tra gli Estensi di Ferrara e i Veneziani
(ancora presenti a Ravenna), con cui si stabilì che una parte di quelle
terre acquitrinose non fosse sotto la giurisdizione di nessuno se non della
Chiesa di Roma, col papa Giulio II: furono così stabiliti i confini di questa nuova strana area
detta "la Confinazione Estense". Nessuno fu
soddisfatto di tutto ciò e le diatribe e gli scontri, anche con
l’uccisione di due frati di S. Maria in Porto da parte di Borso I
Calcagnini.
Furono piantati vari
cippi col Leone di S. Marco, che però furono
subito distrutti dai figli di Teofilo Calcagnini. Di nuovo ripiantati e di nuovo
espiantati e portati come trofeo a Fusignano.
Nel 1513
morì il Papa Giulio II, il cui successore fu Papa Leone X.
che alla fine nel 1519
e che stabilì definitivamente
un accordo.
L’area confinata sarebbe stata una baronia detta ‘Leonino’
dei Calcagnini, con diritto di giurisdizione civile per i Calcagnini ma non
di giurisdizione penale, che fu assegnata ai Ravennati.
Nel 1540
la Chiesa di Alfonsine viene ricostruita e ingrandita dai fratelli Alfonso II
e Teofilo II, nipoti di Alfonso I, per renderla più consona alle esigenze
della comunità in crescita.
Ma le
diatribe continuarono finché nel 1558 fu definito da Papa Giulio III che quella
baronia era zona bonificata dai Calcagnini, e infine solo nel 1598 venne
eliminata la confinazione interna dei possedimenti dei Calcagnini.
QUEL CAPITELLO RIMANE A TESTIMONIANZA DI QUELLA STORIA
TRAVAGLIATA …
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