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Alfonsine


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Taglio Corelli 

e la Chiesa di S. Lorenzo 

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(un click o un tocco sulla mappa per vederla ingrandita)

di Luciano Lucci

 

      Taglio Corelli è una frazione del comune di Alfonsine e deve il suo nome ai lavori di bonifica fatti verso la metà del '700 dai marchesi Corelli proprietari delle valli che erano in questa zona. 

Come si può notare dalla mappa, attraverso "tagli" vari, cioè "piccoli canali" che mettevano in comunicazione le valli col fiume Santerno, permettevano di far decorrere l'acqua dentro il fiume, regolamentandone il flusso tramite diverse chiaviche.

 

IL PARROCO NEL PAESE 

PIÙ ATEO D'ITALIA

Alla fine del '900 Taglio Corelli diventò famosa 

quando Don Giuseppe Dal Pozzo, che fu parroco qui dal 1955, pubblicò un appello perché alla sua messa c’erano al massimo due persone, in una terra di comunisti atei. 

E così fu «il parroco del paese più ateo d'Italia» cioè Taglio Corelli, almeno così si presentava lui stesso, nel bellissimo articolo di una sua intervista a un giornale nel 2004. (cliccare o toccare qui per leggere il lungo articolo)

Ne parlarono perfino i giornali, definendola con ironia la Parrocchia dell’1%.
Don Giuseppe nei primi anni aveva solo una stanza in un vecchio palazzo (ora abbattuto), dove ancora senza chiesa parrocchiale da solo diceva messa.   


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(un click o un tocco sulle foto per vederle ingrandite)

 

 

 

 

LA CHIESA  DI SAN LORENZO

Nei primi anni sessanta venne costruita una canonica, poi la chiesa col campanile e infine un asilo nido.   

Qualche soddisfazione cominciò ad arrivare.

Il primo matrimonio nella nuova chiesa fu il 31 dicembre 1967: un freddo terribile e la chiesa non aveva ancora la porta. 
(testimonianza di Medy Casadei, la sposa nella foto)

 Ciò nonostante per lunghi anni don Giuseppe continuò a celebrare messa assolutamente da solo, prima di conquistare tre o quattro fedeli, con costanza e fede incredibile, tutt'altro che rinunciatario. Un certo successo ebbe la costruzione e la gestione dell’asilo nido.   

E I COMUNISTI?

Lungi dal disprezzarli o considerarli bersaglio di una crociata, don Giuseppe aveva imparato a rispettare i suoi comunistissimi parrocchiani: erano più «credenti» di tanti cattolici, quando si toglievano il pane di bocca per comprare «L'Unità» oppure lavoravano per la cooperativa rossa fidandosi del salario ricevuto, senza discuterlo perché era sicuramente «giusto». E proprio in quanto stimava quel tipo di «fede», il prete aveva cominciato a pensare come presentare con il medesimo rigore morale anche il Vangelo.

Don Giuseppe, con la pubblicazione di un giornalino modesto ma coraggioso, un semplice foglio intitolato «La parrocchia di Taglio Corelli ai suoi amici», mandato gratis fin dal 1961 ogni mese a chiunque avesse conosciuto la sua esperienza, sparse la voce disperata della Chiesa di Taglio nel mondo cattolico, ne parlarono i giornali e si manifestò un certo movimento di turismo religioso. Molti, anche parrocchie intere andavano a visitarlo per sentirsi raccontare la sua storia di fede.

Cliccando qui si trova una lunga intervista a Don Giuseppe Dal Pozzo del 2004

 L’età avanza e don Giuseppe, rimasto in prima linea fino a quando le forze lo hanno sostenuto, a 85 anni fu costretto a ritirarsi alla Casa del clero di Ravenna. Qui la morte lo raggiunge il 12 gennaio del 2016 a 88 anni.

 La chiesa si trova oggi (2019) in stato di abbandono anche se talvolta è frequentata da alcuni gruppi 

AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani)

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