La vita di Don Pio è
stata ricca di esperienze non solo sue, ma anche di tanti giovani e persone del
paese di Alfonsine (RA).
Don
Pio Dalle Fabbriche nacque a Faenza il 20 gennaio 1926, primogenito di
sei fratelli, da Domenico e da Domenica Zannoni. Il padre era custode
e uomo di fiducia del conte Emaldi Giovanni, abitante alla villa
Emaldi a Errano.
1951:
Don Pio (al centro) con la Gioventù Italiana Azione Cattolica di Errano.
Più spostato sulla destra il parroco Don Scolastico, il figlio della
rivoluzione, la cui storia sembra tratta dal libro "Cuore"
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Nel
1938 entrò nel seminario diocesano di Faenza per iniziare il cammino
che lo porterà a diventare sacerdote. Continuò i suoi studi
nonostante la situazione di guerra nella quale era coinvolta
l’Italia.
Una
grave malattia, la sinovite, colpì la sua
gamba sinistra e lo portò ad irrigidire l’arto, poiché a
quei tempi non esistevano cure adeguate.
Fu
ordinato Sacerdote il 7 luglio 1951 e il giorno successivo, a Errano,
celebrò la sua prima S. Messa.
In
quell’occasione, assistito dal Parroco don Scolastico Berardi e
dallo zio Arciprete di Villanova di Bagnacavallo don Giovanni
Melandri, amministrò la Prima Santa comunione
ai ragazzi di Errano tra cui la
sorella minore e, sempre in quell’occasione, celebrò il
matrimonio di alcuni giovani di Errano.
Cappellano
a Villanova di Bagnacavallo, vi rimase fino al 1961, curando
l’attività giovanile della parrocchia.
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In
processione con l'immagine della Madonna delle Grazie a Villanova di Bagnacavallo
Nell’
ottobre dello stesso anno fu nominato Parroco della appena costituita
parrocchia S. Giuseppe a Fiumazzo di Alfonsine (RA) dove rimase fino
alla sua morte. La canonica della chiesa fu anche sede della scuola
materna parificata S. Pier Damiano e mensa scolastica per 3 anni.
Nel
1967 fu molto impegnato, insieme ad alcuni parrocchiani muratori e in
collaborazione con gli
universitari faentini, nella
costruzione del campanile per le tre campane.
Durante
il suo mandato si impegnò per la crescita della parrocchia e la sua
autonomia, dialogando con i parrocchiani in particolare con i
giovani.
La
sua volontà, in un primo periodo, era di voler andare ad assistere i
nostri emigrati all’estero,l’assistenza hai giovani meno fortunati
con problemi di vita.
Inseritosi poi nel mondo della scuola come insegnante di religione
pensò di adottare un modo corretto di insegnare, come arricchimento
culturale e non pura catechesi.
Costituì
il “Club dei moschettieri”, società sportiva e culturale.
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Grande
fu anche il suo amore per la natura: la montagna, le dolomiti, che
conosceva a palmo a palmo. Creò il campeggio “Alfonsine”,
prima in Val di Fassa, poi a Cortina, Pejo ed infine a San Vito di
Cadore, sulle Dolomiti. Fu
un ottimo e appassionato esperto e guida, e, attraverso la vita di
montagna immersi nella natura, ha lanciato ogni giorno messaggi di
amore, collaborazione, rispetto, amicizia, e pace a tutti coloro che
con lui hanno vissuto questa esperienza. Il campeggio continuò
la attività da ben 35 anni, tenendo vive le motivazioni che
ispirarono il suo fondatore. Quest’opera portò alla collaborazione
le due Amministrazioni comunali, San
Vito di Cadore e Alfonsine, ed da lì nacque il gemellaggio fra le due
città. Durante il campeggio, in estate a S. Vito, Don Pio
collaborò anche con il
parroco del luogo.
Fu
anche un convinto aderente al Club Alpino Italiano.
Una guida alpina e alcuni suoi ragazzi del campeggio aprirono
una nuova via sulle Dolomiti intitolandola a Don Pio Dalle Fabbriche.
Si
inserì via via nella vita quotidiana dei suoi parrocchiani,
partecipando ai vari momenti delle attività pubbliche ed
amministrative della zona, al Comitato per l’anziano, alla Consulta,
e ad altri momenti di vita della città.
Insegnò religione fino al 1991 a Villanova di Bagnacavallo, Cotignola,
Lugo e Alfonsine.
Nel 1991 Don Pio fu nominato Incaricato Diocesano per la Promozione
del sostegno economico della chiesa.
In
occasione dell’Anno Santo e del Giubileo, con alcuni parrocchiani,
andò a Roma a piedi, come un normale pellegrino. Durante l’udienza
in Piazza San Pietro, il Papa Giovanni Paolo II, avvertito del
pellegrinaggio di don Pio, si fermò a parlare con lui.
Mantenne
un contatto epistolare con la zia Suor Febronia Melandri delle suore
di carità, Direttrice dell’ospedale psichiatrico di Pesaro, con
vari missionari Saveriani tra cui Padre Pino Leoni e Padre
Gorini Giuliano, Missionario della Consolata, oltre che con i due
missionari alfonsinesi ordinati sacerdoti: Loris Cattani
nel 1980 ed Emanuele Mancini nel 2000.
In quell’occasione festeggiò i suoi 49 anni di sacerdozio.
La
sua malattia non gli impedì di continuare la missione che aveva
segnato tutta la sua vita e Don Pio morì serenamente, assistito dai
suoi famigliari e dai parrocchiani, il 13 giugno 2001.
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