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| Alfonsine | Ricerche sull'anima di Alfonsine | Uno dei dodici alfonsinesi, piloti di aereo sulla scia di Baracca SERAFINO FACCANI (1915-1994) |
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La prima volta che ho volato su un aereo è stato con Fino Faccani all'aeroclub di Villa San martino vicino a Lugo. Avrò avuto 13 o 14 anni. Ci conoscevamo perché frequentavo suo figlio Gianni e Rino Montanari che era suo vicino di casa in via Bovio. Fino ci invitò tutti e tre a provare l'ebbrezza di volare con lui in un aereo a mono-elica, biposto, oggi lo chiamerebbero 'ultraleggero'. All'epoca Fino lavorava come produttore e installatore di reti protettive in edilizia, attorno alle case, poi creò dal nulla una fabbrica di tubi di plastica I.P.A., che dette lavoro a molti operai e che fu la sua fortuna. Acquistò poi una casa che era stata di Ghirardini (Bibì) e Speranza Ghini, e venne ad abitarci con la moglie Filippina Tamburini (sorella di 'Joe Canepari'), proprio davanti alla casa dove avevo vissuto io e dove ancora abitava mia mamma Linda. Negli ultimi anni si ammalò credo di Alzheimer, o per un ictus; lo vedevo spesso sul balcone, seduto e immobile. La moglie Filippina Tamburini, rimasta vedova, faceva spesso chiacchiere con me, e siamo stati amici fino alla sua morte. |
Serafino Faccani (detto Fino) nato ad Alfonsine |
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Serafino Faccani (detto Fino) nato ad Alfonsine il 1° giugno 1915 fu uno dei primi giovani alfonsinesi ad assaporare l'ebbrezza del volo, finendo per diventare un esempio da seguire oltre che un testimone di sensazioni fantastiche. Furono altri dodici gli amici alfonsinesi appartenenti alla leva degli aspiranti piloti che seguirono le sue orme. Il
21 marzo del 1936 a conclusione del corso sull'aereo Fiat AS.1 alla Spreta
di Ravenna ebbe il brevetto di pilota civile di 1° grado. Il 4 maggio Fino fu arruolato col grado di allievo sergente pilota e inviato in licenza straordinaria in attesa del richiamo. Un mese più tardi, il 15 luglio, fu assegnato alla scuola di pilotaggio di Castiglione del Lago, dove trovò il cap. Sandro Serafini, veneto di origini ma alfonsinese di adozione. Conseguito il brevetto militare con voli di istruzione sugli aerei Breda 25 Asso, il 19 novembre Faccani è trasferito a Gorizia, alla 116° Squadriglia del 21° Stormo. A favorirlo nella destinazione furono i buoni uffici dell'arcivescovo della città giuliana monsignor Carlo Margotti, anch'egli alfonsinese e imparentato con i Faccani, in seguito Nunzio apostolico in Grecia e in Turchia. La permanenza sul confine orientale non durò tuttavia che poche settimane: il 16 febbraio 1937, intatti, fu assegnato all'aeroporto bolognese di Borgo Panigale. Nel marzo del '38 lo inviarono alla Scuola sottufficiali di Puntisella, nei pressi di Pola. Terminata anche questa fase di istruzione, il serg. Faccani tornò a Bologna. Il 15 settembre chiese e ottenne di commutare la ferma di 18 mesi in un periodo di quattro anni e il 1° luglio dell'anno seguente fu promosso sergente maggiore. Il
10 luglio del '40, a un mese esatto dall'entrata in guerra dell'Italia, la
115° Squadriglia, fu posta alle dipendenze dell'Aeronautica della Libia e
il Faccani iniziò subito il trasferimento verso l'aeroporto tripolino
della Mellaha. |
In
Libia Fino (a sinistra) incontrò l'amico alfonsinese |
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Promosso
maresciallo di 2° classe, il 20 aprile del '49 venne collocato in congedo
illimitato. Col volo però non chiuse: a Ravenna, dove aveva
conseguito vent'anni prima il brevetto civile, tornò a volare nel '54 e
continuò a farlo fino al '90, riscotendo il rispetto e la stima di tutti.
Degli anni di guerra in divisa azzurra gli restavano tanti ricordi, tre
Croci al merito di guerra, la Medaglia aeronautica di lunga navigazione di
3° grado (bronzo) e, soprattutto, i postumi del terribile incidente del
novembre 1941 nel deserto libico. |