C'è
una tendenza oggi in atto sui vari terreni della conoscenza, (niente a che
fare con la conoscenza dei terreni) a rivedere tutto attraverso ciò che
è sempre stato ritenuto il minore, il marginale, il non significativo... ,
fuori dal solco (delirante) ecc. ecc. Così nella letteratura, nella
storiografia, nelle scienze, nella musica.
Amanti come siamo anche noi di
tutto ciò che vive o sopravvive negli interstizi del «Sistema», di ciò
che non ha mai trovato posto nella memoria collettiva, e quindi nella
storia, perché uno strano oblio ci ha obbligati a cancellarlo, abbiamo
preso in mano le varie storie del rock, i vari trattati sulla musica e
abbiamo grattato in fondo al nostro inconscio per veder di rimuovere
qualcosa che fosse marginale, fuori da quelle storie, qualcosa che
dimenticato da tutti i critici musicali fosse invece uno di quei «Luoghi
- per dirli con i teorici alla moda - in cui è possibile leggere i punti di
rottura delle strutture sociali e gli abbozzi di una problematica nuova
nel campo dell'economia desiderante collettiva».
E così dal sacco magico
del nostro inconscio è uscito fuori un nome: GHIGO.
Siamo alla fine degli
anni ‘50. L'Italia bacchettona di quegli anni aveva un mito: la casa, la
proprietà di un nido, una moglie, un figlio. Ma i giovani ribelli di casa
nostra vivevano sull'onda del rock-and-roll, la speranza di una vita
randagia,
delle albe sull'asfalto, le notti in locali fumosi. Non bastavano piú
neanche i cantanti urlatori italiani che avevano voluto farsi portabandiera
di questa esigenza: Toni Dallara, Giorgio Gaber, Mina e sopra tutti Adriano
Celentano.
Ghigo
e i Ribelli
POI...
Un
ricordo legato a niente.
Dal
profondo dell'inconscio, come un flash. Suoni extraniati.
Video
della sua presentazione al 'Musichiere' di Mario Riva del brano 'Coccinella'
(1959)
Un
successo improvviso, due dischi 45 giri, un cantante rock italiano, altro...
da Celentano. Almeno per il gruppo di giovani ribelli che sopravviveva in
quegli anni ad Alfonsine e nella Bassa Romagna, Ghigo
significò qualcosa di importante (così come Fred Buscaglione).
COCCINELLE
«Tu
sei come un whiskyiii / iò mi sbronzo di tté / matogliquelvestitochefatantoschifoame
/ O Coccinella ah ah / non far piú la sbarbuncella / O Coccinella ah ah /
non vestirti di a blù / O Cu Cu Cu / O Cu Cu Cu (tutto in giro di
rock).
Così
Ghigo ci fece strabuzzare le orecchie con questa canzone dedicata a
Coccinelle, uno dei primi casi pubblici di un uomo divenuto donna, e che
ora faceva streap-tease a Parigi. Con questa e altre due canzonette «Stazione
del Rock», e «Allocco tra gli angeli».
Ghigo è
apparso-scomparso dalla scena a cavallo tra gli anni ’50-’60.
Ghigo era
un Androide-Mutante-Devo? (cioè un devoluto?).
Che
ci faceva uno così nel 1960?
Questi sono segnali fuori dalla storia perciò
rappresentano l’unica esperienza italiana del Rock dell’Altrove.
Perché
è ora di dirlo chiaro e tondo: «C'è un rock-musica d'ordine,
istituzionale e c'è un rock che muta l’ordine della musica, visionario,
imprevedibile, che tende a dilatare i contorni del linguaggio».
Ghigo
nel 1959 a Cortina d'Ampezzo alla rassegna canora
"Stracortina"
Ghigo
Agosti, nato a Milano nel 1936, è un musicista poco conosciuto in
rapporto all'importanza che ha avuto nel panorama della canzone
italiana.
Autentico
precursore nelle sue diverse vite musicali - in cui ha usato
denominazioni diverse e a volte fantasiose - ha portato una ventata di
novità che spesso altri hanno poi capitalizzato.
Anticipatore
del rock con 'Coccinella',
introdusse i primi suoni di rhythm' blues con 'Stazione
del rock', inaugurò il rock demenziale con 'No
! Al demonio' e 'Si
titubi, tu titubi'
Tredici
vermi col filtro), cha cha (Banana frutto di moda), blues
(Scalogna e carcere), twist (Baby twist me), beat (Ciao), dixieland
(La Boutique), soul (Non voglio pietà), psichedelia (Love, drug and
sex), progressive rock (James Brown dice, io dico!), jazz rock (Madness).
Sino al 1965 la vendita dei suoi 45 giri fu buona, raggiungendo il
culmine nel 1964 con Ciao
Ghigo
Agosti nel 1957
Ghigo
nel 1959
Ghigo
nel 1963 al Festival Twist
Foto
pubblicitaria del 1959
Locandina
per Ghigo
nel 1959 al Musichiere
Ghigo
al Teatro Smeraldo di Milano vince
una rassegna canora patrocinata dalPartito
Comunista
Ghigo
al Festival del juke-box
(1961)
Ghigo
nel 1961 a Roma sul palco del
Festival del R&R (che vinse)
Ritaglio
di rivista sulla partecipazione
travolgente di Ghigo al Festival del R&R
Ghigo
a Roma nel 1961,
insolitamente accompagnato dal gruppo de I Ribelli, si
aggiudica il Festival
del Rock and Roll in una performance memorabile interrotta dai
vigili urbani, evento registrato in un video conservato
dall'Istituto Luce
Ghigo
interprete del film
"Allocco tra gli angeli" (1960)
Un
disco del periodo beat
Ghigo
nel 2006
Locandina
col nuovo gruppo i Goghi
Ghigo
alias "Mister Anima"
La
locandina dello spettacolo con
la nuova identità
Ad
ogni ora
sogno i tren
alla stazione
aspetto te, te, te
Io
mammà
fermare tutti i treni vorrei
fare il controllor
io mammà
il ferroviere del rock
rock, rock, rock
Il
treno allora
arriverà, alla stazione
bacerò te, te
io mamma,
mi metterò a cantar
io mamma
sul treno a ballar
io mammà
alla stazione del rock
rock, rock, rock
54
ore
l'amore durerà
e poi corrotto il cuore
perderò te te
no no
non mi lasciar ti prego
no no
non posso stare solo
oh no
resta resta resta
alla stazione del rock
(assolo
di sax)
Ti
aspetto ancora
oh bimba te
alla stazione
aspetto te te te
io
mammà
pazzo son d'amor
io mammà
mi freme tutto il cuor
io mamma
ti canto questo mio rock
rock rock rock
Una
canzone scritta da un giovanissimoGhigo
Agostia metà
degli anni '50, e poi proposta con il suo gruppoGli
Arrabbiatinei
concerti di fine anni '50, ed infine utilizzata come retro del suo
successoCoccinella.
All'inizio il titolo era Stazione del Blues,
poi modificato inStazione
del Rockdopo
l'esplosione delrock
'n rolle
l'arrivo della nuova musica in Italia, ad opera di un gruppo di
musicisti, soprattutto milanesi, tra i qualiGhigo
Agostiè
stato senza dubbio un personaggio di spicco.