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Tony Barresi, detto 'Ghito'
di Luciano Lucci
"Ghito" dal 2013 riposa in pace nel cimitero di Alfonsine, dove sono tumulate le sue ceneri. Aveva 62 anni (1951) ed era da tempo presso la Casa di Riposo "Villa Azzurra" a Riolo Terme. Una difficoltà progressiva a camminare lo aveva costretto nell'ultimo anno alla sedia a rotelle. La causa era data molto probabilmente dagli effetti collaterali delle medicine. Comunque ultimamente la sua capacità motoria era migliorata e riusciva a fare spostamenti sulle due gambe senza nessun aiuto. È stato uno dei tanti personaggi 'strambi' che hanno caratterizzato la storia del paese di Alfonsine. | |||||||
Su un gruppo alfonsinese di facebook, dove fu pubblicata la sua foto e fu data la notizia della sua morte, furono oltre 200 i visitatori che lasciarono un loro segno di apprezzamento e altrettanti messaggi e ricordi. Ve ne propongo alcuni: "Ciao Ghito, la musica per ballare non ti mancherà.' 'Iserrab never die'", "Me lo ricorderò sempre al centro pista del Milleluci! Grande ballerino Ghito!!", "Ricordo una sua frase: la Macchina è come la Donna, deve cambiare vestito ogni giorno… E lui la sua la verniciava ogni giorno, e ricordo le scarpe superga di colore diverso e i jeans e la camicia rovesciati ... lui era cosi". "D’ora in poi, ne sono sicuro, questa sarà la foto di Ghito. Il nome Ghito in origine apparteneva a Franco, suo fratello. E sai da dove viene questo nome? Ghito è una storpiatura di "chiddu", cioè "quello" in calabrese, la lingua di origine della famiglia Barresi. Giocando a pallone, Franco gridava sempre "a chiddu, chiddu, passa a chiddu". Ad Antonio piaceva molto il nome Ghito, e così, dopo aver chiesto il permesso al fratello, semplicemente incominciò a farsi chiamare così anche lui." - "Mi piace ricordare i nostri pomeriggi "improbabili" al Bar Sport... io che al tavolo della pizzeria facevo i compiti e tu che mi facevi compagnia dicendomi ogni tre per due...esci a giocare!", "... e quando metteva a letto il sole ? Andava in fondo a viale Orsini al tramonto e accompagnava il sole appoggiandoci le mani sopra ... lo metteva a letto ... era la fase "verde"". "Ricordo una sera entrò nella sezione del Pci con solo una mezza barba fatta poi davanti al bancone del bar girava la testa a destra ed a sinistra dicendo: sì no sì no sì... ancora adesso se ci penso mi viene da ridere, grande!", "La mattina alle sei si metteva in cortile ad imitare Bruce Lee o al tramonto si arrampicava sulla pioppa dietro casa e parlava con Dio! Io ero piccolo, ma me lo ricordo benissimo! E quella volta che andò alla Coop a prendere un pollo e disse che la coop doveva regalarglielo perchè altrimenti non era vero che... la Coop ti da di più!" "Io preferisco chiamarlo Tony, perché come Tony l'ho conosciuto. Alcune volte siamo usciti insieme. Avevo 14 anni e lui circa 20, e mi piaceva andare a ballare, lui aveva una 850 coupè e gli scomodissimi sedili posteriori diventavano utilissimi per le trasferte. Grazie per avermi scarrozzato in giro per la Romagna ed oltre" "Abbiamo ragione tutti e due, tu a chiamarlo Tony, e io a chiamarlo Ghito. E non solo perché Tony è l’americanizzazione del suo vero nome, ma soprattutto perché l’eroe della Febbre del Sabato Sera si chiamava Tony Manero. Una sera Ghito era andato
a vedere un film, FANDANGO mi pare si chiamasse. I protagonisti leggevano
ZARATHUSTRA di Nietzche e IL PROFETA di Gibran.
"Dio è stato qui" Ecco come l'avrei voluto ristrutturare io! Dopo la ristrutturazione del 2021
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