Il ramaio Stefano
Grazioli si stabilì ad Alfonsine fin dai primi del ‘900 con l’attività
di stagnino, e “magnén”, soprannome che ancora oggi è rimasto ai
discendenti, detti appunto “i magné”. Poi seguirono i figli Carlo e
Andrea.
Qui i Grazioli, come
tutti i “magnani”, o “stagnini”, erano ambulanti, spesso emigranti
stagionali, che lavoravano il rame, riparando recipienti per uso domestico,
rivestendone la superficie interna con un sottile strato di stagno, o
rappezzando buchi, o livellando ammaccature. Erano considerati con rispetto e
si sentivano importanti, sia perché il loro guadagno era maggiore di quello
di qualsiasi altro lavoratore, sia perché il saper manipolare un metallo,
ossia un materiale fra i più duri e difficili da plasmare, creava attorno a
loro un alone di particolare rispetto.
I Grazioli
fin dalla fine dell’800 con il capostipite Carlo operavano nella zona del
lago di Garda, poi con Stefano Grazioli si spinsero più giù nel ferrarese,
fino ad Alfonsine. Qui erano molto
richiesti dai mezzadri della zona, da cui si facevano pagare con i prodotti
agricoli, che sottratti al padrone, non costavano nulla ai mezzadri, e che i
Grazioli potevano poi commerciare e rivendere poi a prezzi talmente
vantaggiosi per loro che in breve tempo accumularono tanti soldi da potersi
comperare veri poderi proprio nella zona di Alfonsine.
In Corso Garibaldi nel
1914, acquistarono una casetta dove si stabilirono, e da cui costruirono un
palazzo di tre piani, detto ancora oggi Palazzo Grazioli. Il negozio di
ferramenta dei Grazioli occupava due luci come si vede dalla foto.
Il palazzo Grazioli, oltre ad essere abitato
dalla famiglia, aveva vari appartamenti che venivano dati in affitto.
Andrea Grazioli sposò l’Orestina
Rambelli ed ebbe tre figli: Enzo, Carlo e Magda.
L’altro figlio maschio
Carlino si dedicò al calcio.
Albero
genealogico Famiglia Grazioli
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Carlo
Grazioli
(?-?)
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Stefano
Grazioli
(?-?)
sposa (?-?)
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Carlo Grazioli
(?-?) sposa
una ragazza di Faenza
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Andrea Grazioli
(?-?)
sposa
Orestina Rambelli
(?-?)
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Una figlia
(?-?)
sposa
Aldo Lucherini
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Enzo
Grazioli
(?)
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Carlo
Grazioli
(?-
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Magda
Grazioli
(?-
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Guido
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Gianstefano
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Gabriele
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Anni dopo, Stefano Grazioli, visto che i figli
non sembravano seguire le sue orme nel lavoro di “magnani” invitò
un'altra famiglia di Pejo, i Gregori, con cui era imparentato (pare
che un vecchio zio già verso la metà dell’800 avesse sposato una Gregori),
pure loro stagnini, a seguirli ad Alfonsine.
Nel 1934 Attilio
Gregori compì diversi viaggi ad Alfonsine presso i Grazioli per ‘sondare il terreno’
ed esaminare una realtà in cui potersi trasferire. La cosa andò in porto,
comprò un piccolo appartamento e la ferramenta situata all’interno del
palazzo Grazioli, di proprietà dell’omonima famiglia. Si trasferì quindi
ad Alfonsine per dedicarsi all’attività di stagnino e battirame assieme ai
figli Giovanni, Giuseppe e Natale. Italo nacque nel 1936
ad Alfonsine.
Nel dopoguerra
Anno 1951: i Gregori abitavano tutti ancora
in Corso Garibaldi
Quando alla fine della guerra
il sindaco di Alfonsine riunì i commercianti per annunciare l’imminente
costruzione del paese nuovo, a seguito di tale espansione, con lungimiranza la
ferramenta Gregori con Italo, Giovanni e Giuseppe si trasferì dove
attualmente si trova, mentre Natale aprì una bottega di generi alimentari in
piazza Monti sotto i portici.
La gentilezza con cui i Gregori sapevano
rapportarsi alla gente li rese talmente popolari che, nonostante fossero
cattolici e anche democristiani, riuscirono a non subire il “normale”
boicottaggio che l’allora PCI
alfonsinese esercitava su chi non era del “partito”.
Italo Gregori, il
più giovane dei fratelli maschi si inserì nell’attività di volontariato e
dedicò la sua vita con un’attività costante e duratura all’interno dell’Avis
di Alfonsine. Per questo la sezione alfonsinese è stata intitolata a lui in
segno di riconoscimento all’impegno e al merito.
Attualmente il nipote di Attilio Gregori, il primo ad
emigrare, anche lui di nome Attilio, figlio di Italo, continua nella gestione
di questa attività che si è rivelata da sempre vitale per gli abitanti del
paese: lì si trova tutto ciò che necessità per rimedi e bisogni di ogni
tipo e per la manutenzione delle case.
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