Alfonsine


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IL CICLISMO ALFONSINESE prima dell'ultima guerra, e dopo

"E zir de' mazèl"

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Da destra
1- Angelo Contessi (Angiuloni); 2- Giacomo Contessi (Mino); 3- Valter Contessi; 4- Luigi Santoni (Gigiò);
5- Enrico Liverani (Buratò);  6-  Vittorio Minguzzi; 7-  Cesare Vecchi (Zezar dagli’ov); 8- Demetrio Faccani;
9- Ercole Orioli (Erculì); 10- Eugenio Marozzi  (zio di Franco Marozzi); 11- Emanuele Faccani (Biscì) fratello di Demetrio Faccani; 12- Lino Ricci; 13-  Domenico Ricci; 14-  Lelo d’Manaché.

Fin dai primi anni del secolo scorso molti alfonsinesi  si dedicarono al ciclismo agonistico. Nacquero diverse società ciclistiche che erano sponsorizzate da vari meccanici e produttori locali come Giuseppe Marini, Luigi Marian, o Cremonino Samaritani. Poi ci fu anche una Unione Ciclistica Alfonsinese.

Col fascismo rimase solo l’O.N.D. Comunale di Alfonsine (Organizzazione Nazionale Dopolavoro inventata dal fascismo).

La foto è stata gentilmente concessa dalla sig. Elsa Contessi Bacchini, moglie di Giacomo (Mino) Contessi, uno dei migliori corridori di quegli anni a livello provinciale, come passista e pistard.

Siamo alla fine degli anni '30, e la corsa si svolgeva ad Alfonsine in un percorso che vedeva i corridori compiere dieci volte il cosidetto “Zir de’ Mazèl” il giro del Macello. Era un circuito di circa 4 km. che aveva tra i punti di transito il vecchio ottocentesco macello comunale, abbattuto vergognosamente negli anni ’80. 

Nella foto sotto si vede che la partenza e il traguardo di arrivo erano nel punto davanti al palazzo Grazioli. 

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Fine degli anni '20 (probabilmente 1927-28, non si vede ancora la casa di Marcello Mariani, e l'edicola di Giulia Pagani è ancora nell'angolo sud della piazza Monti. 
Si vede il traguardo posto in fondo a Corso Garibaldi davanti al Credito Romagnolo.
Nella foto qui sopra, che sembra essere stata scattata nella medesima occasione della precedente a sinistra, visto il raduno e una persona sempre sul palo della luce.
Può trarre in inganno il pavimento che sembra asfaltato (e quindi sarebbe il 1928), ma probabilmente era stato solo ristrutturato il selciato con graniglia fine e compressa, magari proprio inauguata con la corsa ciclistica.

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Qui sotto la foto mostra alcuni dei ciclisti alfonsinesi iscritti alla società ciclistica ravennate "Malatesta".

Malatesta fu un corridore di Ravenna che, per le sue vittorie fu innalzato ad icona sportiva del Fascio di Ravenna, anche perché era repubblicano ed era stato assassinato da un socialista nel 1920 durante le frequenti liti politiche tra socialisti e repubblicani. Nel dopoguerra, la Soc. ciclistica "Malatesta" si trasformò nella nota " Pedale Ravennate". 
(La foto e notizie sono state fornite da Gianni Contessi)

Folicaldi Leonida, allievo alla sua prima corsa, giunse 7°. Gli fu inviato a casa un vaglia, con Lire 15 di premio: la gara era mista con i dilettanti, di categoria superiore. 

Primi anni '20.

Marino Marini, in bicicletta da corsa tutta cromata, in corso Garibaldi.
Le case nello sfondo erano quelle del dott. Preve, di Antonio Lucci e Mario Minarelli, e della Giavlètta, (Anna Rambelli). 

Antonio Mariani, fin da ragazzino appassionato di biciclette, partecipò anche alla corsa nazionale allievi e si classificò primo. Si allenava andando a Firenze. Era forte in volata

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Francesco Ballardini con Libero Dragoni (Libero d'Bagaté). Sulla maglietta del Ballardini si nota la scritta "Cicli Mariani" e su quella di Libero "Cicli Marini".

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Il ciclista dilettante Antonio Verlicchi  della U.C. Alfonsinese, 
vincitore della "Coppa Lamone-Senio" a Faenza. Anno 1923.

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Demetrio Faccani in una foto dei primi anni del dopoguerra, in Corso Garibaldi non ancora asfaltato.
La posizione esatta è davanti a dove poi c'era l'edicola Troncossi. Le macerie a sinistra sono nell'angolo di via Carraretto Venturi, dove oggi (2023) c'è il forno "Chilino". Si vede un vespasiano che era ll'inizio di Cararetto Venturi, poi un muretto su cui è scritto "VOTA PER IL ..... (probabilmente PCI). Poi si vede il monumento della pigna che era davanti alle scuole abbattute dalla guerra. Poi l'edificio appena rimesso in piedi dove esercitò per qualche anno l'attività di bar gelateria "Fiocchi" (Dradi) e sua moglie Fenacia. A destra dietro l'uomo con la bicicletta a mano si vede la scalinata dell'abbattuto palazzo Preda (o Maré), poi il cinema Corso

... e poi nel dopoguerra
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(un click o un tocc sulla foto per ingrandirla)
Davanti all'orologeria Bruno Foschini

 

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