| La
  frequenza era 96 Mhz,  ma l’altezza della casa e dell’antenna non erano
  sufficienti, e la trasmissione veniva schermata da altri palazzi: non si
  andava tanto in là col segnale. 
  
   In
  più le altre radio commerciali che fino ad allora erano posizionate sulle
  frequenze oltre ai 101 Mhz iniziarono a invadere anche quelle sotto ai 100
  MHz. In particolare un ripetitore di Radio Gamma che trasmetteva sui 96 come
  il nostro fu installato nella zona del cimitero di Alfonsine e il nostro
  segnale venne coperto quasi totalmente.
  
   Ci
  fu proposto da una radio del PdUP di Roma di acquistare tutto un loro impianto
  pressoché nuovo trasmettitore antenna mixer al costo di circa un milione di
  Lire.Si decise di aprire un fido bancario di 3 milioni di lire con garanzie date da
  vari soci.
 Con
  quei soldi facemmo l’acquisto del nuovo impianto. 
  
  
  
   Montammo
  l’antenna nuova e facemmo prove tecniche di segnale, ma ancora la
  schermatura di alcuni palazzi creava zone d’ombra.
  
   Chiedemmo
  allora alla Cooperativa Braccianti proprietaria della Casa del Popolo, che era
  in linea retta proprio di fronte alla nostra sede, di poter installare
  un’antenna col trasmettitore sul loro tetto, molto più alto del nostro. Poi
  sarebbe bastato un piccolo trasmettitore per fare il ponte. Incontrammo
  Roberto Tardozzi, (tra l’altro un vecchio compagno di classe delle scuole
  medie), che all’epoca rappresentava la suddetta cooperativa. Il permesso ci
  fu accordato. Un amico operaio della Marini ci installò l’antenna (un
  troncone della quale si vede ancora oggi).Si andò alla grande, col segnale arrivavamo fino nelle vicine colline, anche
  se rimanevano zone d’ombra qua e là. Comunque Alfonsine e dintorni era
  coperta tutta. La nuova frequenza era 103 MHz.
 I
  programmi  erano sostanzialmente casuali.   I conduttori che si alternavano nei
  vari orari erano Luciano Lucci, Rino Montanari, Guido Pasi, Amos Calderoni,
  Ezio Montanari, Daniele Brunetti, Sergio Contessi, Loris Pattuelli, Sergio
  (Mimò), Guido Minarelli per una rubrica di musica classica, Antonio “Gastone”
  Zannoni per rubrica sul Jazz, a cui si aggiunsero alcuni più giovani come
  Ivan Capellari, Tisio figlio del Fornaio di Corso Garibaldi (a cui permettemmo, in via eccezionale,
  una rubrica con giochi a quiz.). In
  seguito su autonoma iniziativa della FGCI alfonsinese arrivarono anche Sergio
  Fontana, Giorgio Branchetti e Daniele Biserna. Unico
  annuncio pubblicitario quello di Betti l’elettricista.
   
  
   Le
  caratteristiche della radio erano (al di là di quelle enunciate nel documento
  fondativo della radio che forse nessuno aveva mai letto):
 1°)
  
  
  
  Telefono sempre aperto a qualsiasi telefonata in diretta, ma vietate le
  dediche. (una sera Laura Tramonti chiamò il marito Luciano Lucci che stava
  trasmettendo dicendogli che era ora di tornare a casa a tenere la figlia
  Alice, nata da appena qualche mese: il tutto passò in diretta radio)
  
   2°)
  
  
  
  No allo stile disk-jockey nella conduzione di programmi musicali, che poi coi
  nostri spiccati accenti romagnoli avrebbe fatto solo ridere.
  
   3°)
  
  
  
  Diffusione di notizie nazionali e internazionali tramite lettura dei giornali
  (ma avevano solo il Manifesto quotidiano)
  
   4°)
  
  
  Non venne mai toccata mai nessuna tematica locale (nonostante i proclami del
  documento fondativo)
  
   5°)
  
  
  
  Alcune ragazze  (Laura Tramonti, Patrizia ‘Papaverina’, Claudia
  Martoni),
  gestirono una trasmissione chiamata “Lo straccio” in cui
  raccontavano come creare cose utili riutilizzando materiale povero, oppure
  discutevano su tematiche femminili come la pillola, o le mestruazioni o la
  contraccezione.
  
   6°)
  
  
  
  La biblioteca musicale a disposizione era fatta di Lp acquistati coi soldi
  incassati da pubblicità e vendita di dischi scontati, o da forniture
  acquisite a prezzi ridotti da Radio Città di Bologna. Ma in genere il
  conduttore portava da casa i dischi suoi, che voleva far ascoltare.
  
   7°)
  
  
  
  La linea musicale era fatta di canzoni di lotta o popolari  (Della Mea,
  Pietrangeli, Giovanna Marini, Stormisix, certe forme di nuova musica
  proletaria come quelle del Canzoniere del Lazio, Nacchere Rosse, Gruppo
  Pomigliano D'Arco) e poi Woody Guthrie, Bob Dylan e simili, i gruppi rock del
  periodo psichedelico e di Woodstock, Jimi Hendrix, Beatles e Rollings Stones,
  poi i cantautori italiani come Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, Venditti, 
  De Gregori, Ivan Della Mea, Bertelli, Pierangelo Bertoli, Guccini), oltre a
  tutte le forme dì Pop Jazz Rock che avevano segnato una generazione di
  giovani in lotta. 
  
   Si
  puntava ad un'analisi retrospettiva critica della musica-leggera, classica e
  lirica, escludendo la musica da discoteca, la cosiddetta Disco-music, come
  scelta politica. 
  
   In
  quel periodo scoppiò poi la musica reggae e la radio ne assunse in toto la
  diffusione caratterizzandosi su questa (Bob Marley, Peter Tosh).
  
   Ma
  l’icona idolo della radio divenne  Patti Smith col disco
   “Horses” e 
  “Radio Ethiopia”. 
  
   Qualche
  giovanissimo della radio cominciò a proporre anche i Sex Pistols e il punk. 
  
  
   Nell’agosto
  del 1978 durante un temporale l’antenna posta sulla Casa del Popolo venne
  abbattuta da un vento fortissimo. Per non interrompere l’attività
  trasferimmo tutto l’impianto di trasmissione a casa di Guido Pasi che era
  sufficientemente alta e da lì Luciano Lucci quasi da solo mandò avanti le
  trasmissioni, fino a che non si riuscì a risistemare il tutto nel giro di una
  settimana.
   |