Da
sinistra Romana Faccani figlia di Rino l'elettricista, poi In primo
piano Mirella Camanzi, figlia di Mingò d'Budèla, Luciano un cugino di
Marta Baldasseroni, poi Anna Tavalazzi, Marta Baldasseroni e Pietro
Gessi (nipote della Scuchetta). Poi Riccardo Montanari e Giustina Baioni,
dietro in piedi un amico di Pietro Gessi venuto da Bologna. Poi Luisa Faccani,
sorella di Romana. Ultimo a destra Giancarlo Frantini (nome d'arte Carlo Saggy)
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Nei primi anni '60 esistevano ad Alfonsine solo due sale da ballo
la
Sala Unità dei Comunisti (più l'Arena estiva) e la Sala Edera dei
Repubblicani, oltre al cinema Corso dove si tennero alcuni Veglioni di Fine
anno.
Nella Sala Unità si tenevano, solo alla domenica, serate danzanti con
varie orchestre e cantanti anche di fama. Poi c'erano 'veglioni' a tema:
quello dello Sport, del Cacciatore, di Carnevale e di Capodanno.
Una cosa
simile si tentò anche alla Sala Edera, puntando però solo su serate a
tema.
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Sala Edera Alfonsine
anno 1960
Veglione studentesco con l'orchestra E. Brini
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"Club
dei Cavernicoli"
Ma verso la metà degli anni '60 la Sala Unità non era più di moda,
si tentò di aprire una specie di 'balera' alla domenica pomeriggio, ma non
ebbe successo. La sala Unità, agonizzante senza speranze di salvezza, chiuse
i battenti, nel 1968.
Precedentemente un gruppo di ragazzotti del paese vecchio nel 1964-65,
sollecitati da Alberto Farinelli, un po' più vecchio e più navigato
di loro, era riuscito ad ottenere la gestione della sala dei repubblicani al
pomeriggio: l'avevano intitolata "Club dei Cavernicoli".
Il Farinelli
faceva da amministratore e garante col PRI. L'apertura era di domenica
pomeriggio e si suonava col Juke-box. Qualche gruppo emergente di nuova musica
beat trovò spazio qualche domenica. L'ambiente era ad imitazione
dell'esistenzialismo francese, pareti scure, tavolini con candele e
bigliettino con aneddoti e brevi frasi di filosofi vari. Solo una festa
notturna dell’ultimo dell’anno con un'orchestra. L'iniziativa durò l'arco
di una stagione ed ebbe un buon successo. Poi tutto fu chiuso, suppongo per
deficit economico... non si seppe mai chi e come abbia saldato eventuali
debiti.
IL PIPER CLUB (o New
Piper)
I
Kriptoniani
I
Terrestri di Fusignano
1968
a una festa alla Sala Edera di Alfonsine
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Poi
nel 1966, con l’aiuto di Livio e della Lucia (i coniugi Tardozzi)
altri giovani continuarono l'opera avviata e costituirono il Piper
Club.
Si ballava ancora
con il juke-bok alla domenica pomeriggio ed in diverse giornate
festive.
Da metà del 1966
iniziarono con le orchestre, specialmente locali, come i mitici Blackmen
di Leo Ceroni con "Urlo negro", i Da Polenta, i Kriptoniani,
i Terrestri di Fusignano, per arrivare ai Judas ed ai Nomadi.
Il gruppo
promotore e gestionale era composto da Ugo Cortesi, Piercarlo Subini,
Giuseppe Margotti, Alberto Vistoli, Franco Guerrini, Gianni Nanni,
Gianni Marescotti, Antonio Graziani (Toni e long), poi altri amici,
di volta in volta, aiutavano nelle pulizie, a stendere i festoni ed in
altri lavori. La gestione non era a scopo di lucro ed il più delle
volte qualcuno doveva anticipare i soldi. |
IL MILLELUCI
Nel dicembre
1969 aprì il Milleluci nell'abbandonata sala Unità, completamente
ristrutturata. Dal punto di vista organizzativo e strutturale, (luci
psichedeliche, bar, servizio a tavoli con poltroncine, box per disk jockey) il
neonato Milleluci era molto superiore al Piper, sebbene una grande maggioranza
dei giovani preferisse ancora il Piper. Ma non durò molto... L'egemonia del
Milleuci divenne tale che rimase come unica balera ad Alfonsine per i giovani
alla domenica pomeriggio. Nel 1991 anche il Milleluci dovette chiudere.
IL RIGOLÒ
Dopo qualche anno un gruppo di imprenditori ravennati rilevò l'ex-Milleluci,
in affitto e aprì il locale col nome "Rigolò". Era il 1995. La
sezione del PCI era stata demolita. Il nuovo locale ebbe un successo enorme
per il genere musicale e i gruppi che proponeva: il pubblico veniva da tutta
la regione e non solo. Era in anticipo sui tempi. Ma anche qui qualcosa andò
storto con la proprietà, e il Rigolò dovette chiudere a malincuore.
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