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Il primo libro dell’alfonsinese Guido Pasi di Loris Pattuelli
Guido Pasi scrive come parla e Pasi Guido parla come un libro stampato. A me è sempre parso come uno Zeus travestito da Oliver Hardy, una specie di signore degli Dèi con una faretra sempre piena di fulmini e una bella tavolata di Stan Laurel sempre pronta a replicare le nozze di Cadmo e Armonia. CIAO ASSASSINO! è un giallo politico d'azione datato fine autunno 2005. Dai nomi delle strade, delle botteghe e dei ristoranti sappiamo se gli eroi del libro sono a Ravenna, a Bologna o a Londra. Ma questo poco importa. I protagonisti di questa storia girano e rigirano ma, in realtà, come i borghesi di Bunuel, sono sempre nello stesso posto e non fanno altro che chiacchierare-chiacchierare-chiacchierare e sgranocchiare cibi ricercati e degustare vini di gran pregio. Il paesaggio praticamente non esiste o, per meglio dire, quel poco che c'è non è molto più grande di un cartellone pubblicitario. Di natura, pet sounds, sole, luna e altre stelle, neanche a parlarne. Un tentativo, per altro vano, viene fatto da Marlowe a pagina 47, ma poi più niente: Entrando cercò istintivamente la meridiana azionata da una piccola feritoia nel soffitto della chiesa, ma forse perché la giornata era grigia, o forse perché non buono il giorno o l'ora giusta, non trovò il raggio di sole.
Guido Pasi è un ragazzo di grandi passioni politiche, ma è anche un giornalista, un assessore, e poi, ovviamente, è anche un bravissimo copywriter. E che cosa è mai uno scrittore se non un copywriter senza committenza? Fare slogan per una ditta o fare politica per un partito a me non sembrano poi due mestieri così diversi. Molto meglio scrivere libri che non fanno guadagnare neanche una lira e sono una semplice e pura perdita di tempo. Molto meglio goderselo fino in fondo questo non troppo inatteso intermezzo pasonian-chandleriano. Seduto sulla baia del porto, sprecando il mio tempo..., cantava Otis Redding. E questo è sicuramente il modo più gentile ed efficace per trasformare il mondo e cambiare la vita. Guido Pasi ha scritto questo libro strappando un po’ di tempo ai suoi impegni di assessore in regione. Sarebbe bello se fosse così, ma temo l'abbia scritto di notte, così come temo che il nostro vecchio amico non condivida neanche una virgola di queste elucubrazioni. Chi vi parla non è un gran lettore di gialli, ma si è divertito un sacco a leggere il giallo di Guido Pasi. A pagina 17, ad esempio, ha trovato un paio di righe molto belle, non molto gialle e alquanto iridate e iridescenti. Eccovele: Le tagliatelle e il ragù incontrarono il suo palato in una zona della memoria rimasta a lungo inattiva. Come un vecchio amore che si crede dimenticato. Era stato molto lontano dai piatti che appartenevano alla sua infanzia, volutamente, come se avesse un conto in sospeso con la sua nascita. Ma all'improvviso sentì cadere i mille peana alzati ai sapori mediterranei nella vecchia, grassa trappola del maiale. CIAO ASSASSINO! di Guido Pasi è un giallo politico d'azione. E Guido Pasi ha sempre amato i gialli, ha sempre fatto politica e, in quanto ad azione, io non sono mai riuscito a vederlo fermo se non davanti a un piatto raffinato o a un vinello di marca. Un giallo politico d'azione... e che altro, se no, per tenere insieme il 68, l’11 settembre, l’islam, le BR, il comunismo, l’illuminismo, Cofferati, Prodi, Berlusconi, l’amicizia, i sogni, gli sbagli, le chiacchiere... e poi anche, se è permesso l’azzardo, quella mezza idea di riscoprirsi PASSATORE che, come tutti sanno, era il mestiere di Stefano Pelloni, ma anche quello del dio Ermes. Questo credo vogliano farci capire Manéz e Marlowe quando, alla fine del racconto, si ripromettono di separare il soprannome dal nome anagrafico. Questo credo si aspettino i figli della rivoluzione quando, chiudendo il libro, implorano un po’ di silenzio per loro e anche per noi. |
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