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Alfonsine | Ricerche
sull'anima di Alfonsine
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"Nella
chiesa parrocchiale “Santa Maria” |
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È
un quadretto in ceramica del
'600 raffigurante la B. V. delle Grazie col
Bambino, ancora
esposto nell'attuale chiesa parrocchiale Santa Maria di Alfonsine.
Prima
della guerra
era collocata circondata da una bella cornice nell’antica chiesa Santa Maria
nel paese vecchio, sopra l'ancona (tabernacolo in legno) del coro, ad
un’altezza di circa cinque metri. Durante
la Settimana Rossa I rivoluzionari che erano saliti sui gradini dell'altar maggiore, cominciarono a tirare colpi di sasso contro l'immagine: il quadretto, appeso ad un cordoncino, dondolava, ma non si spezzava: non cadde. I colpi lasciarono alcuni segni ancora visibili. |
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Luigi Tazzari, conosciuto con il soprannome di Gigiò d'Mignac, componente della banda comunale e del coro nelle Funzioni religiose entrò in chiesa, deciso; la nicchia era troppo in alto per potervi arrivare. Gli venne un'idea: andò nella adiacente casa del sagrestano, Patvel, si fece dare un tavolino, vi salì, ma non bastava; pensò allora di mettere su quello una scala, non bastava ancora; ne mise un'altra, aiutato dal sagrestano stesso e dall' amico Domenico Pirazzini, Minghì d' Stasiol; le si avvicinò di più, in modo già sufficiente per poterla afferrare e, con grande sforzo, pur rompendo il nastro che la decorava, riuscì a rimuoverla e portarsela via. Il
Parroco stesso, Don Tellarini, alquanto spaventato, lo aveva esortato
insistentemente a non rischiare. Incolume, Gigiò scese dalla scala, nascose
tutto sotto la camicia e, munito di un grosso bastone per difendersi da
eventuali assalitori, si incamminò per Via Borse. Presso la casa Gessi fu
bloccato da gente armata, ma lui riuscì a cavarsela, arrivare in Via
Stroppata, all'abitazione di Don Michele Pirazzini, informarlo che la chiesa
stava bruciando e consegnargli il suo prezioso tesoro. Erano le quattro del
mattino di quel memorabile 11 giugno del 1914. Virtù e forza di una grande
fede che Gigiò conservò sempre. Alla sua morte, oltre al bocchino del
trombone, il fedele amico per quarantadue anni, sul petto volle una immagine
della "sua" Madonna. Così ha raccontato la figlia Augusta. |
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Questo
fatto divenne una leggenda alfonsinese. Un’altra
leggenda,
legata a quei giorni, riguardò una donna che, durante il saccheggio della
chiesa, si mise davanti al quadro della B. V. delle Grazie col Bambino e
chiese di avere un segnale dell’esistenza della Madonna. Quella donna era
incinta: pochi mesi dopo le nacque una figlia che era priva del braccio
sinistro, tanto che fu soprannominata dagli alfonsinesi “la moncaréna”. |
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