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IL
PALAZZO DALL'ARA
dagli inizi dell'800 ad oggi
di Luciano Lucci
Palazzo Dall'ara (qui già d'Bajuché-Ghini)
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Agli inizi dell'Ottocento i proprietari di questa zona (in precedenza della antica famiglia ravennate del marchese Camillo Spreti) erano diventati i Mascanzoni, Francesco e i due figli, Ermenegildo ed Enrico Mascanzoni. Questi possedevano i terreni che da via Mazzini arrivavano fino alla zona dell'attuale Consorzio Agrario, con la via Reale da un lato e l'attuale via Martiri dall'altro e da lì diritto fino alla zona dove oggi ci sono le scuole. (Ermenegildo era il bisnonno di Pino Mascanzoni, nostro concittadino di Piazza Monti, scomparso nel 2015). Nella durissima e lunga diatriba che aveva opposto fin dal 1830 due fazioni di possidenti alfonsinesi su dove erigere un nuovo Municipio, l'anno 1846 sembrò quello decisivo. Il partito che voleva spostare il centro del paese collocando il municipio alla sinistra del fiume Senio aveva avuto il via libera e il Consiglio Comunale, con il priore (sindaco) Dott. Pietro Dall'ara, decise di acquistare un terreno con un fabbricato che sarebbe stato trasformato a sede del municipio. Questi era un medico dell'Università di Bologna, arrivato ad Alfonsine nel 1812 con una commissione di medici inviata inviata appositamente per debellare un'epidemia malarica che aveva fatto ad Alfonsine già 300 vittime. Il Dottor Dall'ara, originario di Reggio Emilia, riuscì a salvare molti alfonsinesi da quella perniciosa malattia, riuscendo a farsi benvolere, tanto che rimase ad Alfonsine e già nel 1832 fu nominato Priore (Sindaco) del Comune. Il fabbricato acquisito dal Comune era il palazzo dei Mascanzoni, già Palazzo Spreti, in futuro casa Medri e ospedale. Non mancarono certo le accuse reciproche di conflitto di interessi in quanto i sostenitori di una tesi o dell'altra avrebbero avuto vantaggi in questa operazione, dato che spesso erano proprietari del terreno e dei fabbricati che si voleva far acquistare al Comune. Il Dall'ara con il figlio Dott. Medoro, anche lui medico-chirurgo, aveva
acquistato tutti i terreni e fabbricati per un fronte di circa 84
pertiche (500 metri circa) lungo la via Reale, fino alla zona
dell'attuale viale della Stazione, che erano di proprietà proprio
dei Mascanzoni. (C'era qui forse un conflitto di interessi?). Iniziò a
costrursi la nuova casa di abitazione, che appare già nella
mappa del 1845. Contro il Dall'Ara
venne lanciata l'accusa
di voler valorizzare la sua casa che era proprio in quella zona:
"Si vuol tendere all'acquisto del palazzo di certa famiglia
Mascanzoni situato sopra la Strada Reale, e precisamente di facciata
alla Casa d'abitazione del Dott. Dall'ara." La 'casupola' cosidetta in tono dispregiativo era la casa di abitazione della famiglia Dall'ara e quindi il palazzo, come lo è stato fino ai giorni nostri. Il Dott. Dall'ara morì nel 1862 a 75 anni.
Nell'immediato
dopoguerra in alcune camere fu attivata I professori della scuola media nel 1946: Angelo Pescarini (Mat), ?, Vittorianna Sani Alberoni (Lett.), ?, Gianna Bosi Martoni (segr.), Don Zanelli (Rel.), Serafini (preside), Giuseppe (Jusef) Ghini,detto Bajuché, Marcello Mariani (Dis.) E COME FINÌ LA STORIA DEL MUNICIPIO? Non abbiamo documentazione certa, ma pare che quel nuovo Municipio abbia subito un incendio. Infatti da lì a qualche anno il partito che voleva costruirne uno nel vecchio centro del paese riuscì finalmente nel suo intento. Nelle memorie (1941) del maestro Vincenzo Ballardini si legge ・... nella notte del 24 marzo il partito contrario... portato nel fabbricato appena terminato (Casa Medri ndr) un carro di combustibile che fu incendiato tra gli applausi della popolazione accorsa・. Da
lì si decise d’urgenza l’acquisto delle Case Camerani nella
piazza a destra del Senio, dove fu collocato provvisoriamente il
municipio, fino a che dopo una trentina d’anni non venne
definitivamente costruito il nuovo, poco distante. Il partito di
Destra Senio aveva vinto, per ora... ... E COME FINÌ LA STORIA DEL PALAZZO DALL'ARA? Una rotonda sul Palazzo Dall'Ara (d'Bajuché) Nel nuovo "Piano Operativo Comunale" di Alfonsine 2013, il cosidetto P.O.C., si elencavano le dotazioni, le opere infrastrutturali e gli interventi che costituiscono obiettivi ritenuti prioritari dall’Amministrazione Comunale. A questo piano potevano essere collegate richieste di interventi che prevedevano quote di diritti edificatori incentivati del Comune di Alfonsine. Tra gli interventi non previsti nel Piano Triennale degli investimenti, c'era la realizzazione di una rotatoria all'incrocio tra la via Raspona e la via Reale per la messa in sicurezza della circolazione stradale del capoluogo: valore presunto dell’opera € 200.000. Tutto nasceva dal fatto che l'imprenditore locale, che ha acquistato il Palazzo Dall'ara, (detto 'd'Bajuchè' o Palazzo Ghini, e venduto dalla famiglia proprietaria), non avrebbe intenzione di ristrutturare un tale 'palazzo storico', con i vincoli urbanistici che potrebbero esserci, anche se non ha e non ha mai avuto vincoli da parte del Ministero dei beni culturali (Soprintendenza), e se alcune pareti, al suo interno, sono adornate con bellissimi disegni sui muri. (un click o un tocco sulle immagini per averne un ingrandimento)
La rotonda era entrata di nuovo nel
piano investimenti del
2016, poi in quello del 2017. Passato un altro anno (2018) gli amministratori
sembrarono finalmente in grado di procedere alla
costruzione della nuova rotonda, già da loro auspicata, voluta e decisa.
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