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Voglia di volare: un altro dei 12 giovani alfonsinesi volanti del novecento

Serg. Vittorio Ghini

di Luciano Lucci 

(tutte le informazioni e le foto sono tratte dal libro "Sulla scia di Baracca-Gli aviatori del lughese" di A. Emiliani, M. Antonelli e D. Filippi. Bacchilega editore)

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Il Serg. Vittorio Ghini accanto al suo CR42 del 160° Gruppo in Africa settentrionale nell'estate 1941

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Il CR42 si appresta a decollare sollevando il consueto turbine di sabbia.

 Vittorio Ghini 

Serg. pilota nato ad Alfonsine il 16 aprile 1918

Descritto dal Foglio matricolare come benestante, in possesso della patente di guida e di statura decisamente superiore alla media - un metro e 89, insolita per un pilota - Ghini fu chiamato al Distretto militare di Ravenna per assolvere le prime formalità connesse agli obblighi di leva il 30 giugno del '38; venne infatti quasi subito trasferito in Aeronautica presso il Centro di Ferrara e poi alla Scuola di pilotaggio di Frosinone dove al termine del corso fu nominato pilota d'aeroplano e mandato ad un'altra scuola per il conseguimento del brevetto di pilota militare. Concluso il ciclo addestrativo, nei primi mesi del '41 raggiunse il reparto d'impiego uno Stormo Caccia, impegnata con i suoi CR.42 nelle operazioni per la riconquista della Cirenaica in Africa settentrionale. A fine aprile, quando le opposte iniziative d'attacco italiane e inglesi si concentrano su Sollum e su Tobruk, il gruppo Stormo caccia di Ghini aveva due squadriglie schierate a Berka e l'altra a Hon. Un periodo di relativa calma consentì alle forze della Regia Aeronautica di riorganizzarsi dopo le perdite gravissime subite nei mesi precedenti. Le modifiche apportate allo schieramento prevedevano anche l'avvicendamento del 18° Gruppo che rientrò in Italia. Essendo in zona d'operazioni da poco tempo, il serg. Ghini passò direttamente al nuovo reparto e non rientrò quindi in Italia. In novembre, quando riprese l'iniziativa inglese forte di una netta supremazia sia in cielo che sul terreno, il 160° Gruppo di cui faceva parte il Ghini fu tra le unità più impegnate. I suoi velivoli contribuirono ad arginare la spinta avversaria e erano ancora in Africa nel maggio '42 quando Rommel scatenò l'offensiva delle forze dell'Asse che porterà alla riconquista della Cirenaica e alimenterà il miraggio di poter giungere fino al delta del Nilo, ad Alessandria.

In autunno il 160° tornò in Italia per passare alla sperimentazione di dodici esemplari di un monoplano, consegnati alla Regia Aeronautica nel corso del '42, muniti del gancio di arresto per le prove di atterraggio frenato in vista dell'entrata in servizio della portaerei "Aquila" in corso di allestimento. 

Il serg. Ghini - secondo la testimonianza di un altro aviatore alfonsinese, Pietro Cesti - è fra i piloti che effettuarono tali esperimenti, rimasti peraltro senza alcun seguito. 

All'inizio del '43 le tre squadriglie del 160° Gruppo si trasferiscono in Sardegna, dove subirono un violento. L'impiego del reparto negli ultimi mesi di guerra consistette in voli sul mare per assicurare la scorta agli aerosiluranti e nella partecipazione alle operazioni aeronavali.

UNA MEDAGLIA D'ARGENTO al serg. Ghini

Alle lunghe e rischiose missioni di scorta, compiute in quelle settimane, quando ormai la situazione appariva irrimediabilmente compromessa, fa riferimento la motivazione della Medaglia d'Argento al valor militare concessa al serg. Ghini il 18 giugno 1943.

8 settembre

Gli avvenimenti dell'8 settembre colsero il 160° Gruppo con una decina in tutto di velivoli efficienti in carico. Nei giorni seguenti alcuni piloti riuscirono a raggiungere in volo gli aeroporti pugliesi schierandosi con gli Alleati; il restante materiale di volo che non fu possibile trasferire venne incendiato il 15 settembre dal personale del reparto per evitarne la cattura da parte dei tedeschi.

Dopo la guerra, nel dicembre del '46, Ghini lasciò Alfonsine per stabilirsi a Spoleto dove morì nel corso del 2000.

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