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CHI
DIEDE L’ORDINE DI MINARE CON LE BOMBE |
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L’ipotesi è che potrebbero essere Walter Reder e Otto Baum i comandanti tedeschi che il 20 gennaio 1945 diedero inizio all’esodo forzato della popolazione alfonsinese di destra Senio, e al primo di febbraio, poco prima che la loro divisione fosse trasferita nel fronte ungherese, ordinarono di minare tutte le case di Corso Garibaldi e di Piazza Monti. La Divisione tedesca che dal 27 dicembre gestiva il fronte tra Lavezzola, Fusignano e Alfonsine era la “16° SS - Panzergrenadier - Division Reichsführe”. Il
comandante della divisione era il Generale
Maggiore Otto Baum, suo secondo in comando era Quindi all’inizio del 1945 Reder era effettivamente presente nel triangolo tra Lavezzola, Fusignano ed Alfonsine. La base di comando risiedeva a Frascata di Lavezzola nella Villa dei Conti Manzoni. Ci sarebbe anche una testimonianza di un barbiere (Billi di Voltana, parente di Pirì Matt) che andava a fare la barba a un “ufficiale nazista monco di un braccio”. Reder infatti era privo di un braccio per ferite di guerra. La
permanenza di questa divisione in Romagna fu breve, poco più di un mese. |
La liberazione condizionale Nel 1980 una corte del Tribunale militare
di Bari < (Cliccare o toccare le immagini per avere un ingrandimento) Intervistato
da Enzo Biagi quando
era ancora in carcere a Gaeta nel 1969, condannato all’ergastolo fin dal
1948 per la strage di Marzabotto, Walter Reder citò, come per dimostrare
che aveva fatto del bene e meritava comprensione e di essere graziato, un
fantomatico "salvataggio" dei vecchi del ricovero di Alfonsine da
parte sua. NEL DICEMBRE 1983
UN ALFONSINESE |
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In seguito al fallimento dell'offensiva, la divisione si ritirò in Austria, dove si arrese agli americani a Graz, il 5 maggio 1945. Internato in campo di prigiona a Salisburgo, nel settembre 1947 fu consegnato dagli americani agli inglesi come criminale di guerra, quindi estradato in Italia nel maggio 1948, nel carcere militare di Bologna. Processato presso il tribunale Militare di Bologna, il 31 ottobre 1951, venne condannato all’ergastolo per le stragi di Bardine San Terenzo, Valla, Vinca e Marzabotto, mentre fu assolto per quella di Sant’Anna di Stazzema. Detenuto nel carcere militare di Gaeta, nel 1980 una corte del Tribunale militare di Bari ne decise la liberazione condizionale. Ma doveva rimanere ancora in carcere per 5 anni come prigioniero di guerra, (ma non più come condannato per l'ergastolo che aveva avuto subito dopo la Liberazione) sottoposto per un anno alla libertà vigilata, senza poter uscire dall'Italia. |
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