Tre piccoli frammenti degli ambienti che un tempo
caratterizzavano la pianura
La
Riserva Naturale di Alfonsine
di
Luciano Lucci
Tre piccole oasi distinte per un rifugio di biodiversità
nell'uniforme distesa della pianura padana orientale, in provincia
di Ravenna, a metà strada tra le Valli di Argenta e quelle di
Comacchio, nei pressi del parco del Delta del Po. Un'area protetta
di pochi ettari, di proprietà comunale, con un ruolo strategico per
l'educazione ambientale e per la conservazione del paesaggio di
bassa pianura legato all'acqua.
La riserva Naturale di
Alfonsine
(il video dura 7': prima parte)
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(il video dura 6': seconda parte)
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I
popolamenti arbustivi e arborei presentano lembi di boscaglia
igrofila a salice bianco e ad ontano nero.
Le parti più
sollevate ospitano arbusti eliofili e mesofili.
La flora
vascolare, nonostante la limitata estensione della riserva, é
costituita da circa 300 specie; tra queste sono da citare 5 specie
di orchidee ed Euphorbia palustris.
La
Riserva naturale orientata di Alfonsine, in Comune di
Alfonsine, è stata istituita con deliberazione del
Consiglio regionale 14 novembre 1990, n. 172.
E'
costituita da tre "stazioni":
La fascia boscata del canale dei
Mulini
L'area più estesa è quella della
fascia boscata del canale dei Mulini di circa 5,5 ettari: tra una chiusa ottocentesca e
il fiume Reno, si estende lungo il tratto terminale di un canale
dismesso. L’inutilizzo del canale, a partire dagli anni '70, e il
conseguente abbandono dell’alveo, hanno permesso lo
sviluppo di una stretta fascia di bosco igrofilo di salice
bianco e pioppo bianco, anche con piante di notevoli dimensioni,
associate ad alberi pioppo nero, farnia, acero campestre,
olmo campestre con sottobosco di sambuco, prugnolo,
biancospino, sanguinello. Il tratto più asciutto a primavera è
impreziosito dalla presenza di alcune varietà di orchidee
selvatiche. Vi
nidificano il gufo comune e il picchio rosso maggiore e vi
si trova una importantissima colonia riproduttiva di ferro
di cavallo maggiore.
Lo Stagno della Fornace Violani
Più a est si trova la seconda area, forse più nota
della riserva, e cioè lo Stagno della Fornace Violani. Lo Stagno
della Fornace Violani era, fino a circa 30 anni fa, una
cava di argilla. In seguito alla cessazione dell’attività
estrattiva, nella cava si e’ formato un ambiente umido
alimentato dalla falda freatica, con una profondità media
di 2,5 metri e una massima di 7-10 metri.Qui si è
formato uno stagno perenne, di circa 4,7 ettari, con una
fascia di giuncheto e canneto lungo le sponda settentrionale,
sormontato da una fascia boscata. La parte che rimane emersa ospita
una boscaglia di arbusti, pioppi e salici, (salice bianco, pioppo
bianco, pioppo nero, sambuco, prugnolo, biancospino,
evonimo), ove nidificano specie
interessanti di uccelli come il pendolino e il rigogolo. L'area
ospita e tutela una popolazione significativa di testuggine
palustre, rettile acquatico ormai raro e simbolo stesso della
riserva.
Il boschetto
dei tre canali
Infine, la terza area è costituita dal cosiddetto
Boschetto dei Tre Canali, un vero e proprio triangolo di verde
stretto all'incrocio dei canali Tratturo, Arginello e Canalina. Si
tratta di un piccolo bosco igrofilo di 1,2 ettari, di pioppo bianco,
salice bianco, ontano nero e frassino ossifillo. Tale
boschetto golenale viene sommerso durante le
piene, e a causa della scarsa permeabilità del terreno l'acqua
tende a ristagnarvi a lungo, favorendo il canneto; vi fioriscono
iris gialli e l'euforbia palustre e la protetta campanella maggiore,
con anche alcuni maestosi esemplari di farnia. Di recente nel bosco
si è insediata una piccola garzaia ove nidificano assieme garzetta,
nitticora e airone cenerino.
Denominazione completa: Riserva
naturale speciale di Alfonsine
Gruppo: Riserve naturali regionali
Tipo: Riserva naturale speciale
Superficie Ettari a terra : 11,49