Dovremmo
guardare in faccia le nostre case, renderci conto che il loro volto
non è meno importante di quello dei nostri cari, dei nostri amici e
dei nostri conoscenti.
La
facciata di una casa è come il volto di una persona, come un libro
aperto, come uno specchio che ci mostra tutto quanto, anche l’anima,
anche quello che deve ancora succedere o che non succederà mai.
Ci
sono facce moderne e facce antiche, facce allegre e facce tristi,
facce slavate e facce screpolate, e poi anche facce piene di
cicatrici, di graffi, di lividi, di foruncoli, di cipria, di bronzo,
di guano, di ghiaccio, di pioggia, di nebbia, di vento, di smog,
eccetera, eccetera.
La
facciata di una casa, proprio come il volto di una persona, si
modifica nel corso degli anni e, giorno dopo giorno, mostra tutte le
sue ombre e le sue “rughe”, le stramaledette e, secondo i punti di
vista, anche strabenedette “rughe”.
Una
volta Anna Magnani disse al truccatore che le stava preparando il
viso: “Non togliermi nemmeno una ruga, ho pagato ognuna di esse a
caro prezzo”.
E
la facciata della tua casa come sta? E’ tonica, stressata, country,
signorile, casual, fighetta? Non starai mica pensando a un lifting, a
una festa in maschera tipo Halloween o Carnevale di Viareggio?
E se invece le nostre abitazioni avessero bisogno soltanto di
una rinfrescata, di una passata di stucco, scommettiamo che più di
qualcuno si sentirebbe in dovere di ricordare al mondo che gli
affabulatori sono molto più noiosi delle estetiste e degli
imbianchini?
NELLE VECCHIE CASE CONTADINE, proprio tra il portone d’ingresso e il
giuggiolo, c’era sempre una bacinella piena d’acqua pulita, e poi
anche una saponetta e una tovaglia per asciugarsi le mani. Non ci
sarebbe quindi troppo da stupirsi se adesso, tanto per dire, partisse
una bella polka o una mazurca alla Secondo Casadei.
Ma
di chi sono tutte quelle “casette in Canadà” con campanello,
nome, cognome, numero civico e cassetta della posta che girano come
una trottola intorno alla città delle alfonsine? Secondo me, qui c’è
stato un terremoto e tutta la gente è andata a rifugiarsi dentro al
decoder per il digitale terrestre.
Guardiamole
in faccia le facciate di queste case, guardiamole bene. Sono le nostre
e, per quello che mi è dato di capire, ci assomigliano anche
parecchio.
Guarda
questa foto, viene da Google Earth, è una vecchia casa di Alfonsine,
via Mazzini n°13.
Secondo me, è una meraviglia. Qui qualcuno, non saprei se per poca
incuria o troppo amore, ha permesso che il tempo lasciasse qualche
traccia del suo passaggio.
Guarda come le intemperie dialogano con l’intonaco e le pietre. La
meraviglia, sai, ogni tanto passa anche da queste parti.
Chiama tutto questo come meglio credi, io sento il bisogno di
ringraziare le “rughe”, quelle belle “rughe” che Anna Magnani
portava con tanta dignità.
10
anni dopo (2015): le foto qui sotto sono nostre, non più da Google
Earth
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