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Alfonsine


| Ricerche sull'anima di Alfonsine | Foto di gruppo |

 

Alfonsine 1951: sala “Unità”
Gruppo del “TEATRO DI MASSA”

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Si riconoscono da sinistra in basso: la Tugnona, Romano Felletti, Pinuccia (moglie di Minguzzi, detto "la Mocca"), Wilma Missiroli (moglie di Benedetto), Maria Pezzi, Rino Bonetti (Marèla), Battista Folicaldi (Basté), Giovanni Zannoni (Bigiò), Marino Corelli (Pesga), Marangoni (Murì d'Michilò), Ivo d'Palazzò, Eugenio Pocaterra, Giuseppe Faccani (Pepé, fratello di Pacone), Secondo Geminiani (camionista), la maestra Savioli (?) e sopra di lei Maria (?) e Lina Battaglia, poi verso destra Giorgio Felletti, Carlo Missiroli, Gianni Contarini, Pasquale Bonetti (fratello di Quarta), Foschini (Spinetta), Pasi (Laz, figlio de' Popul), Orlando, Menico, Anacleto Foschini (Faprest), Sergio Toschi (la Bèla), Pasquale Morigi (Papalò), Amieco, Alfredo Botti (imbianchino), Marini Ballardini (Pompì).
Nelle file dietro, da sinistra: Margotti (Pirocia), genero di Grisò, Bruno Botti (Boga), Arrigoni (Palì), Sergio Zanzi, Cipriano, Elio
Cicognani (Vic), Giovanni Ricci Maccarini (Gianì d'Bulé), Sergio Cairoli, (Vecc), Sidney Berardi, Angelo Servidei (Ciuletti), Fulvio
Berardi, Vincenzo Baruzzi (Sbrig), il figlio di Pavèli e dietro di lui Alberto Ballardini, Iorio Felletti, Nibio Geminiani, Giulio Tamburini (Magnamagò), Geo Guerrini, Lusa e falegnam. Poi il più in alto a destra Luigi (Gigiàz) Toschi e murador, padre di Alessandra e Ombretta Toschi. Gli altri non sono stati ancora riconosciuti.

Il gruppo del TEATRO di MASSA di Alfonsine

Un sabato sera di maggio del 1951 Alfonsine ebbe gli onori della cronaca provinciale sul giornale LA SCINTILLA, il periodico giovanile della FGCI (direttore responsabile Stelvio Ghedini, capo redattore Decimo Triossi). Nella Sala "Unità", in piazza Gramsci aveva avuto enorme successo una rappresentazione teatrale del gruppo TEATRO DI MASSA di Alfonsine.

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Due i testi rappresentati: Un popolo in lotta e Sulla via della libertà.
La gente di Alfonsine che partecipò si commosse con applausi a scena aperta perché per la prima volta vide rappresentata la storia del popolo italiano per la pace e la libertà, e si accorse che era una bella storia e soprattutto era la propria storia.

"Ogni scena e ogni episodio sono stati vissuti e creati - così scriveva il giornalista - in un tempo non troppo lontano sulla vita di quei giovani contadini (che fecero da attori, ndr): qui forse sta il successo del TEATRO DI MASSA di Alfonsine".

Infatti le caratteristiche principali del TEATRO DI MASSA  furono che i suoi soggetti erano tratti dalla storia e dalla vita delle classi popolari; inoltre gli interpreti erano coloro stessi che nella vita erano o erano stati protagonisti delle vicende rappresentate scena: operai, braccianti, mondine, partigiani, che salivano sul palcoscenico per dar vita, in gruppi di centinaia, a vere e proprie scene di massa. 

Il TEATRO DI MASSA si avvaleva anche di nuove tecniche, estranee al teatro tradizionale: le proiezioni sui trasparenti, la tecnica cinematografica del montaggio, la presenza di cori cantati e parlati, il ruolo dello speaker. Il gruppo di Alfonsine era fatto di giovani attori e attrici, braccianti, operai, tecnici, che si sottoponevano, senza alcuna imposizione dall'alto, alla fatica delle prove di recitazione e agli allestimenti scenici, il tutto sotto la guida di alcuni esperti che provenivano da Bologna.

 Infatti proprio a Bologna era già attivo un movimento teatrale che nel 1950 venne denominato ‘Teatro di Massa’, paragonato al neorealismo cinematografico. Un evento in cui vennero tenuti a battesimo personaggi come Pontecorvo, Montaldo, Orsini, Taviani... 

A conclusione della serata intervenne anche Arrigo Boldrini: "Questa sera abbiamo avuto la prova - disse - che anche semplici operai e contadini che sanno commuovere, quando raccontano la loro storia, la nostra storia".

 Nella foto del gruppo che animò quella serata si notano soprattutto giovani che oggi (aggiornato al 2019) hanno più di novant'anni anni.

 

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