Tereo (Terio) e Luigi (Gigì) a
cura di
Luciano Lucci
Gigì (1884-1972) Terio (1889-1974) |
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Si
comportavano come due gemelli, ma in realtà non lo erano: L'uno riservato nei confronti dell'altro. A Gigì piaceva mangiare una pasta? Lo faceva di nascosto al fratello! A Terio veniva la tentazione di un pezzetto di cioccolato? Doveva essere all'insaputa di Gigì! Al loro fianco operavano nel caffè Sintè e Romano (che fu poi l'infaticabile barbiere di Destra Senio): camerieri impeccabili, non da meno di loro per gentilezza e disponibilità. Andava, per rinfreschi privati, anche nelle case e sempre ne usciva con tutti gli onori, poiché, con il suo fare cerimonioso, sapeva creare atmosfera di festa. Erano quelli i rari momenti in cui Gigì rimaneva solo nel bar a servire gli affezionati clienti.
Prima della guerra, di loro proprietà era anche il vecchio Cinema - Teatro Corso, con gli spettacoli di prosa della locale filodrammatica del Prof. Pasini o di altre compagnie, con la presenza dello stesso Calindri; spettacoli di opere liriche, operette, varietà, veglioni e veglionissimi mascherati. Come cinema, si ricordano la proiezione dei "Kolossals" di allora. Terio, ogni settimana, andava a Bologna alla sede cinematografica per scegliere le pellicole, le migliori ritenute più adatte al suo pubblico che amava e per il quale voleva dare sempre tanto. NEL 1946 ENTRARONO IN UNA DIATRIBA PIU' GRANDE DI LORO SULLA COSTRUZIONE DI UN CINEMA IN DESTRA SENIO
Fu
proprio Marino Marini a premere su Prefettura e Governo per avere il permesso,
per conto di suo suocero Ernesto Contessi che si era associato ai vecchi
gestori del cinema Corso di destra Senio i fratelli Minarelli, di adibire,
sistemare e adattare una delle poche costruzioni rimaste in piedi in corso
Garibaldi, il vecchio magazzino dei Maré, a uso cinema. Ma del loro affetto per il paese alle prese per la ricostruzione delle case e di tutto il quartiere distrutto dai bombardamenti, diedero grande prova quando, raso al suolo anche il vecchio cinema del Corso, si trattava di mettere in vendita quel terreno per uso privato o di cederlo all'Amministrazione Comunale a minor prezzo per costruirvi l'edificio delle Scuole Elementari, (poi sede de della Scuola Materna Statale, e ora del centro Free-to-Fly). Al maggior guadagno preferirono offrire ai bambini della zona, ormai considerata non più il centro della ricostruita Alfonsine, il vantaggio di una scuola più vicina alle loro abitazioni, cedendo, il terreno al Comune. Pienamente soddisfatti della loro decisione, lui e il fratello. Per oltre cinquant'anni rimasero in attività e quando, in età molto avanzata si ritirarono a riposo, affittarono il locale, poi lo cedettero in vendita ai signori Riminucci. Il caffé del Corso nel 2022 Troppo grande sarebbe stato il distacco dal luogo dove avevano trascorso la loro vera vita, troppo difficile lasciare e, in accordo col nuovo proprietario, decisero di costruire, dietro il bar, un'abitazione per loro uso fino alla morte. Così, più frequentemente li si vedeva uscire insieme, passeggiare lungo il Corso, magari discutendo perché non sempre di parere concorde; oppure fermi a conversare con amici, salutare tutti con gentilezza e cordialità. Un triste giorno si sparse la notizia: Gigì, attraversando incautamente la strada per recarsi al vicino forno, era stato investito da una macchina. Non sopravvisse. Era il 1972. Due anni dopo anche Terio, colpito da emorragia cerebrale, raggiunse il fratello. |