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La
veja dla fâm (via Roma) (cliccare sulle foto per avere un ingrandimento) |
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di Luciano Lucci Fu realizzata nel 1847 sull'onda di una delle cicliche crisi che aveva colpito i raccolti e creato disoccupazione al massimo livello, ma solo fino al confine con Bagnacavallo, il cui Comune si oppose a continuarla fino al Naviglio. Per attivare un po' di lavori pubblici e dar lavoro ai poveri disoccupati, la Chiesa locale aveva deciso di far pressione tramite il Cardinal Legato di Ravenna e il vescovo di Faenza sull'Amministrazione del Comune. Ma soprattutto ‘dietro dimanda fatta da alcuni proprietari (pronti a cedere sul proprio l’area occorrente al prezzo giudicato da persona d’arte)’. Fu
deciso quindi di colmare quel fossato e trasformarlo in strada. A tali
lavori pare che giungessero finanziamenti anche dall'Opera Pia, (non si
dimentichi che all'epoca tutta la Romagna era ancora sotto lo Stato
Pontificio). L'allora Ingegnere Comunale Giacomo Pozzi così scrive: "Nel 1847 a provvedere di lavoro la classe indigente dietro dimanda fatta da alcuni proprietari (pronti a cedere sul proprio l'arca occorrente al prezzo giudicato da persone d'arte) per l'apertura di un nuovo tronco di strada dallo Stradone dirimpetto alla piazza della Chiesa fino alla via Bagnacavallo detta Mantelline, si divenne all'esecuzione del reclamato lavoro, e nell'anno stesso seguì pure la sistemazione della Strada Sabbioni che unisce il Borghetto alla Reale. In tale circostanza seguirono le diverse occupazioni apparenti dalla nota, che si acclude, dell'ing.re comunale Giacomo Pozzi portante la data del 26 maggio 1847 approvata nella consigliare deliberazione di 19 agosto 1847 "Dettaglio della spesa incontrata dal comune di Alfonsine tanto per occupazione di suolo che per scoperchiatura del terreno e perdita del prodotto nella circostanza di essere stata aperta la nuova Strada Pia, la quale si diparte dallo Stradone della Chiesa e termina nell'altra delle Mantelline che si unisce con la Via Provinciale di Ravenna non che dell'altra così detta de' Sabbioni, all'effetto di provvedere di un mezzo di passaggio la Borgata dello stesso nome la quale ne è stata fin qui mancante. Tutto ciò è avvenuto in causa di avere dovuto provvedere di un mezzo di lavoro nella scorsa stagione invernale la numerosa classe indigente de' braccianti del Comune". Secondo scritti di altri (ma senza documentazione) la strada sarebbe stata terminata nell'inverno 1855. Poi solo nel 1856, dopo la pesante crisi di colera che colpì anche Alfonsine, durante una visita pastorale ad del vescovo di Faenza Folicaldi la strada fu battezzata 'Via Pia' (Soatti sostiene che il nome fu dato in onore del Papa Pio IX, che sarebbe venuto in Romagna l'anno dopo, mentre Lucia Berti che dice il nome 'Via Pia' derivò dall'Opera Pia che l'aveva finanziata, e che solo in un secondo momento la strada cambiò nome in "la Veja dla fâm", dato che nelle varie fasi per l'avanzamento e conclusione dei tratti rimasti interrotti furono assunti operai con una paga talmente minima, una paga da fame. Nei
primi
del '900 (1905) fu chiamata 'Via
dell'Emancipazione', e in epoca fascista 'Via
dell'Impero' e poi 'via Roma'.
Ma tra la gente di Alfonsine è ancora nota e chiamata 'la veja dla
fâm' |
Nella
mappa sopra del Catasto Gregoriano databile 1811-1838 non si vede ancora
la futura 'Via della fame'.
Via Roma nel 1929 Via Roma nel 1950 Il giorno dell'inaugurazione, in cui fu posta la targhetta "veja da la fam": si vedono il vicesindaco Mariani, l'Assessore Zanzi e i ragazzi della scuola media col prof. Luciano Lucci che parla con Mariani. Via Roma nel 1985 |