La
via Reale è un luogo con l’anima
(S.S. 16 - Adriatica)
a
cura di Luciano Lucci
La
via Reale (la Reàla) nel
territorio di Alfonsine viene chiamata via Reale fin dal ‘500. Che
poi tale nome sia stato allargato anche al tratto di Adriatica che arriva a
nord fino a Voltana e a sud fino a Ravenna, ciò non tocca gli alfonsinesi!
Mi
informa Antonio Lucci, un alfonsinese lontano, abitante a Roma e con cui
non ho legami di parentela, che “alla fine della Prima guerra mondiale
per raccogliere dal vivo le entusiastiche ovazioni del popolo in delirio per
la vittoria, il re Sciaboletta, cioè Vittorio Emanuele III, fece in
macchina tutta la strada da Trieste libera a Roma e percorse l’Adriatica
fino a Pescara, passando quindi anche da Alfonsine. In ricordo di
quell’evento straordinario la strada venne denominata via Reale”.
Potrebbe
sembrare questa “un’altra delle contraddizioni di quei mattacchioni
di romagnoli della bassa: nonostante il fatto che un po’ di loro siano
anarchici e i restanti siano o repubblicani, o comunisti, non hanno smesso
di ricordare quell’evento storico continuando a chiamare “Reale”
quella strada in onore del Re”.
Io
mi limiterò qui a pubblicare una mappa del 1552 in cui la strada che dal
ponticello sul Fosso Vecchio arrivava fino alla valle di Taglio Corelli
veniva già allora chiamata “via Reale”: quindi è sicuro che gli
alfonsinesi la chiamavano così cinque secoli fa, e quindi non certo per
onorare il passaggio del Re.
All’incrocio tra la via Reale e
lo Stradone (Corso Garibaldi), in quel
punto le due vie si incontravano fin dal 1552.
Il fiume Senio
spandeva le sue acque nelle varie zone vallive, fin dalla prima bonifica del
1519, attuata dai Calcagnini, antichi feudatari di Fusignano.
Qui fu costruita
un'arginatura per delimitare l'acqua dalle terre emerse, sulla
quale sorse poi una via per collegare gran parte dei territori
vallivi tra il Santerno, il Senio e il Lamone. Quella
era la ‘via principale’ per arrivare in quei luoghi remoti e
acquitrinosi; anzi, come si diceva a quei tempi, “piò tànt”, come
diremmo oggi con una buona dose di ironia: "la via reale"
.
La
via Reale poi fu prolungata oltre il Senio,
collegandosi a Ravenna

Com'era il ponte in
legno prima del 1943
|
La
via Reale poi fu prolungata oltre il Senio: lungo l'attuale 'via
2 Giugno' scavalcando il fiume, con un guado fino al 1832, quando fu costruito
con un ponte in legno.
Da un
documento di Vincenzo Ballardini (scritto a mano nel 1943)
"nel 1832 il Dott. Pietro Dall'Ara diventò Priore di
Alfonsine e venne costruito, su sua sollecitazione, il 'ponte nuovo'
sul Senio (rimase quel nome 'e pont nov' fino al 1943 .ndr)
che metteva in comunicazione i due tronconi della via Reale e cessava
il passaggio al cosiddetto Guado di Ravenna. Questa via, in seguito
allo sviluppo moderno degli automezzi è diventata una grande arteria."
Per
questo nel 1941 fu costruito un nuovo ponte che, affiancando
l'altro in legno, obbligò a rettificare il percorso della via Reale,
con due nuove rampe più lunghe e meno ripide.
Fu
posto 20 m. più a valle e più alto di 2 metri. Ciò obbligò la
demolizione delle Case di Bellaria, che si trovavano interrate per metà
nell'argine destro del Senio e della case Mirri lungo la vecchia
Reale.
Le due linee rosse sottili indicano due collegamenti della vecchia Reale con
la nuova, prima del ponte.
Dove c'era il ponte in legno sembra esserci solo una piccola
passerella stretta (linea bianca)
|

La foto aerea
mostra la zona del ponte sulla Reale dopo i bombardamenti
del 1944. Le
freccie rosse e grosse indicano le due vie Reali (la vecchia e la nuova).
|
Il ponte in legno venne abbandonato e andò in sfacelo, e
probabilmente durante la guerra il legname fu usato in parte dalla
gente per il riscaldamento, in parte come materiale per una passerella
occasionale quando il secondo ponte fu distrutto dai bombardamenti
della guerra.
I
resti di quel ponte riaffiorano, sotto forma di tronchi di pali in legno, ogni
anno in estate quando il fiume è quasi in secca
Alla
sinistra del Senio il percorso coincideva con l'attuale 'via 25
Luglio'.
|

L'incrocio di Corso Garibaldi con la vecchia via Reale
|
Un
luogo magico e misterioso: Mille Miglia, James Dean e il Demm ‘48
Da sempre questa via ha
esercitato strani influssi sui bambini di Alfonsine; essa era vissuta come
luogo magico, al di là non si doveva andare. ("no stà miga andeàr
int’la reàla!" - esortavano i genitori cercando di intimorire i
Pollicini dell’epoca).
Per tutti è stata il confine, la linea di protezione, come le mura per una
città medievale, in un paese che di mura non ne ha mai avute e quasi
certamente non ne avrà mai.
I ponti sui canali a Taglio Corelli e al Fosso Vecchio hanno rappresentato
per molti degli adolescenti di Alfonsine una specie di Colonne d’Ercole:
luoghi di frontiera che, nell’immediato dopoguerra, venivano scelti dai più
temerari per veder sfrecciare i bolidi delle "Mille Miglia"; poi
negli anni ‘50, per guardare affascinati il passaggio delle Volkswagen di
turisti tedeschi, che tornavano per una nuova invasione, questa volta
pacifica. Infine nei primi anni sessanta, tutta la via Reale, dal ponte di
Taglio Corelli a quello del Fosso Vecchio, divenne il luogo dove teenagers
sognatori di James Dean e Marlon Brando ingaggiavano duelli in corse
sfrenate (perché i freni non funzionavano), in sella ai primi motocicli
‘48 c.c. al fil di ferro, marca "Demm".
Procedete quindi col dovuto sussiego quando passate per la via Reale: è un
luogo con l’anima.

|