Il
nome “Pianta” deriva da una grande ‘tenuta’ presente già in una
mappa del 1707 di nome “Frascata e Pianta”, (“Frascata” era la
parte sotto la parrocchia di S. Bernardino e “Pianta” era quella sotto
la parrocchia di Chiesa Nuova di S. Giuseppe).
I terreni denominati "Pianta" erano stati acquistati e
bonificati dai Principi Pio di Savoia, famiglia nobile di antiche
origini, presente in queste zone fin dai primi del '700.
Il
nome ‘”Villa Pianta” è associato a un’antica villa (detta
“Villa Pianta” o “Castello di Pianta”) presente ad uso magazzino
fin dall’inizio dell''800, ma forse costruita dalla famiglia
Pio di Savoia.
Nella mappa sopra, pubblicata nel 1782 ed estratta da una precedente
datata 1707, si legge "Tenuta La Pianta dell'Ecc.za Principe
Pio".
L'oratorio dedicato a
S. Antonio da Padova.
La
villa sarebbe stata via via arricchita nel tempo con torretta e quindi con
oratorio dedicato a S. Antonio da Padova. (probabilmente poco
prima del 1868).
Nella seconda metà dell'800 era di proprietà della Mensa Arcivescovile
di Ravenna e fu concessa ai Conti Gamberini di Bologna. Alessandro
Gamberini è presente nei Censi di Alfonsine del 1852 con una proprietà
di circa 650 ettari.
Ai primi del novecento il tutto era di proprietà della ‘Società Lamone’, poi
nel 1925 di un imprenditore bresciano che acquistò anche il titolo di
conte, tal Mazzotti Biancinelli.
La villa fu distrutta da un'incursione aerea degli Alleati durante la guerra
(1945), per eliminare un possibile punto di avvistamento.
Rimase
in piedi l’oratorio e una torretta.
Nel dopoguerra il tutto fu acquistato da Ferruzzi.
Poi risulta, da testimonianze, che l'ultimo proprietario dell'Oratorio,
prima che l'acquisisse la Fondazione
Cassa di Risparmio e Banca del
Monte di Lugo, fu Gino Ricci di Voltana.
Fino
alla fine degli anni '80 l'Oratorio era ancora ben messo e vi veniva
celebrata la Santa Messa alla domenica. Poi terminate le funzioni
religiose già nel 1994 il tutto era caduto in degrado, a cominciare dal
tetto. L'interno fu spogliato di tutte le opere.
In
un articolo apparso nel febbraio 2013 su “Settesere”, un settimanale
locale, si leggeva che la chiesetta è di proprietà della Fondazione
Cassa di Risparmio e Banca del
Monte di Lugo, e che la consulta di Taglio Corelli e Villa
Pianta chiedeva a gran voce o la sistemazione della Chiesa.
A
restauro terminato
Il
rosone era in vetro con colori verde e viola, e rappresentava una Madonna
inginocchiata.
L'interno
dopo la ristrutturazione
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Particolare
di una mappa pubblicata nel 1782
ed estratta da una precedente
datata 1707
Particolare
di una mappa napoleonica del 1844 del Vecchio Catasto Alfonsine-Lavezzola
(busta
n° 44 presso A.S.Ra.)
La
Villa Pianta che fu abbattuta da un'incursione aerea degli Alleati durante la guerra (1945)
Mappa
satellitare della Villa Pianta 2016
Resti
dell'oratorio dedicato a S. Antonio da Padova. (2016)
IL
20 LUGLIO 2016...
LA BUONA NOTIZIA
Nei
giorni di luglio 2016 si sono conclusero i lavori della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del
Monte di Lugo, e
la chiesetta di Villa Pianta,
l'edificio, sconsacrato, che era da decenni un rudere tornò a vivere.
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OPERE
IRREPERIBILI
Da
alcune foto di un matrimonio celebratosi nell'Oratorio nel 1974 si
riconoscono due quadri sulle pareti laterali: uno, forse, di S. Rita e uno
di Sant'Antonio da Padova col Bambino Gesù in braccio.
Sopra
l'altare si vede un grande quadro che raffigura la Madonna avvolta in una
nube e ai suoi piedi figure di Santi:
Pietro
e Paolo in alto a sinistra, in primo piano S. Francesco e Santa Chiara,
a destra i due
coniugi donatori dell'ex-voto di cui si ignora l'identità.
Sull'Enciclopedia
Treccani si legge
che è di Francesco Longhi, figlio del più famoso Luca Longhi
è la "notevolissima tela ex
voto, firmata e datata 1609, già in un oratorio di villa Pianta presso
Alfonsine e oggi irreperibile, raffigurante L'Immacolata
Concezione con i ss. Francesco e Chiara e i donatori"
Tutto
ciò è confermato consultando anche altre pubblicazioni.
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La
tela ex voto, firmata da Francesco Longhi e datata 1609 |