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Alice nelle citta' |
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[ Una zattera di libertà
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Una
tribù
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Alice vola via, dalle citta’ allo spazio interiore e cosmico Dopo cinque anni di
surf tra le birre
del bar, le facce, le anime, le menti abbiamo
deciso di mollare gli ormeggi, Vi
abbiamo dato
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Altrove, oltre la linea |
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La
politica evolutiva era ed è quella che piace a noi |
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Abbiamo bisogno di
rigenerarci e di reinventare l’intera nostra
grammatica
comportamentale . Come? espandendo
forme
di vita nuove , di
relazione (sentimenti, amicizia, innamoramento...), di
percezione : risvegliando centri vitali, sensi, sistemi nervosi, e
sentire cosi’ la vita dentro e fuori di noi, le grandi capacita’ della
mente e del corpo. E poi nuove forme di comunicazione : erotizzare e moltiplicare energie, linguaggi, movimenti, contatti, consapevolezza... questo e’ il nostro progetto futuro..." |
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Le comunità per una politica evolutiva |
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Guerrieri ecologisti | Esploratori del magico | ||||
Pionieri del cyberspazio | Cacciatori di buone vibrazioni rock | ||||
Ricercatori spirituali | Progettisti di ambienti, di materiali, di atmosfere | ||||
Psico-nauti intelligenti | Musicisti e creativi vari | ||||
Graffitisti (writers, taggers) | Hackers | ||||
i pionieri del magico |
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Da
ottobre 2000 abbiamo passato la mano nella gestione del bar all’
associazione gemella "Cineclub Kamikazen". Al Kamikazen abbiamo lasciato in donazione tutte le attrezzature che avevano acquistato in proprio in questi 5 anni: tre computers, una fotocopiatrice, Tv , Fax, telefono ISDN, tavoli, fari, service di amplificazione, microfoni, attrezzature bar, arredi vari, ping-pong, e diversi milioni per riarredare il Gulliver. Tutto e’ stato fatto e acquistato coi soldi guadagnati dal bar e col lavoro volontario, in assenza di qualsiasi contributo del Comune. Ecco il bilancio di cio’ questo piccolo gruppo di "piloti della specie", "ciber-nauti", ha creato nell’ambito di ambienti, modi di comunicare, eventi, comportamenti, forme di vita. I nostri rituali
- la musica dal vivo delle "bands" della zona, creando spazi per le prove dentro il cinema Gulliver, e con concerti e festival. - il circo Bidone e il suo teatro di strada, che fu ospitato qui di fianco al cinema Gulliver. Splendide le serate vissute con la tribu’ di Francois a banchettare e a chiaccherare. Una tribu’ di artisti in cui l’arte è veramente vita. - la festa dell’equinozio di primavera con il rituale della posa del sasso del fiume Senio. - la risalita a piedi alle sorgenti del fiume Senio: cinque giorni un metro sopra da terra nonostante 16 chili di zaino a testa. - le feste "Gi’me Shelter" ("Dammi un riparo") nei giardinetti Gulliver dove l’energia estatica superava di gran lunga la noia delle "solite feste della birra". - la riscoperta di antichi magici rituali con le zucche e la Piligrena, e l’Orda Selvaggia, prima che il Comune la riproponesse come Festa di Halloween. - le Feste Inter-etniche: organizzate da extracomunitari magrebini e senegalesi, con musica e cibi condivisi. - L’organizzazione
di esposizioni di arte visiva e comunicativa: tre mostre di opere tirate
fuori dai cassetti e dalle cantine dell’anima di tanti giovani (e non)
di Alfonsine e dintorni. Vari laboratori teatrali con "Le Belle
Bandiere" di Russi e rappresentazioni di spettacoli alla Ca de’
giévàl. E poi i viaggi, i raduni … presso altre comunita’ gioiose, che i vari afficionados del Gulliver si sono autoorganizzati A Pelago e ad Arezzo wave, sulle colline della Toscana, dove intorno ai concerti fioriscono feste notturne, performance, light - show cerimonie di piantagione di alberi A Marradi al Rainbow Gatering dove nuove comunita’ hippies sperimentano momenti di vita in cui i bisogni e i consumi vengono compressi al minimo per dilatare i desideri e i sogni. Al Burning Man, il festival annuale nel deserto del Nevada (USA) (si’ anche la’ c’era un gruppo di amici del Gulliver: tra l’altro hanno girato un bel film, che un giorno vi proporremo). Qui tutto il potere a Dioniso, corpi dipinti, totem, tamburi, fuochi nella notte, danze tecnotribali, come la nostra festa dell’equinozio. Ad Alfonsine qualche Rave-party fatto in casa con tamburi in circolo, e musica tecno, piena di energie condivise……
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L'ultima intervista |
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"Meno
show e piu’ riti biologici primari" |
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Caliko
Jack è l’alias di uno dei pionieri di "Alice nelle citta’- , quello che rappresenta l’anima dolcemente guerriera del gruppo. - Caliko Jack se non sbaglio è il nome di un pirata. Perchè questo pseudonimo? - La scelta di questo pseudonimo deriva dalla lettura del libro di Hakim Bey "T.A.Z.. "Caliko Jack" Rackham era un bucaniere che partecipò alla creazione di una zona libera chiamata "Libertazia": un’utopia pirata che fu tentata in vari luoghi; prima alla Tortuga, poi a Belize, poi nel Madagascar, infine sulle singole navi in continua navigazione e fuga. Caliko Jack aveva una ciurma di sole donne-pirata. - Ma comunque era un fuorilegge, e quelli come lui facevano razzie, uccidevano, commettevano eccessi scellerati.. - Sì ma il bottino veniva diviso in parti uguali, le terre che dominavano erano tenute in comune, liberare navi di schiavi era una delle loro maggiori preoccupazioni, predicavano dottrine di liberta’ molto piu’ radicali di quelle che circolano oggi, vivevano senza alcuna legge, mai integrati nel sistema. I pirati erano totalmente innamorati della musica ed erano abituati ad ingaggiare gruppi di musicisti e cantanti per intere crociere. -Ma erano banditi.. "Si’ "banditi sociali" nel senso che si erano messi fuori dalla societa’: avevano mollato tutto - drop-out, come direbbe Tim Leary. Ma come scrive Hakim Bey - adottarono costumi indiani, si sposarono con Caraibici, accettarono Neri e Spagnoli, come pari, rigettarono ogni nazionalita’, elessero democraticamente i loro capitani e ritornarono "allo Stato di Natura". Flagellazioni e punizioni erano proibite - i litigi venivano risolti col voto o col codice del duello. "Allora vorresti farci credere che voi di Alice vi ispiravate al mondo della Pirateria? Io sì- Lo spirito e’ quello dei guerrieri-pionieri. Ma nulla in comune con il rancore e la sopraffazione. Nessun bisogno di nemici da combattere. Non militanti, ne’ tantomeno militari. Guerrieri per i quali la sfida non e’ distruggere, e’ creare: essere guerrieri oggi significa diventare un coltivatore di felicità...
- Torniamo in terra:
Alex sei stato uno dei fondatori del gruppo...allora "Alice nelle
città" molla il Gulliver e se ne va. - Non conta la durata di un’esperienza, ma l’intensita’ e l’energia che essa riesce ad esprimere. In questi cinque anni (non sono poi cosi’ pochi) abbiamo animato feste contagiose dell’energia giocata a piene mani. ‘Alice nelle città’ si sposta oltre. - Ma dove sta il senso di quello che avete proposto in questi anni? In pochi l’hanno capito. - Abbiamo cercato di creare nuovi rituali capaci di coinvolgere tutti. Perchè in tempi duri come questi, occorrono forti rituali in cui riconoscersi come comunità: la Chiesa cattolica questo lo sa bene, anche se i suoi rituali sono, secondo me, noiosi e pesanti: non riesco a capire come la monotonia possa essere una virtu’. Solo in certe chiese, a volte può capitare di godere di momenti rituali magici, esuberanti, che incantano, come le liturgie col canto gregoriano. - Gia’, pero’ il Papa ha mobilitato due milioni di ragazze e ragazzi da tutto il mondo. - Io però non sopporto quell’odore da parrocchia che si è respirato a piene mani nel raduno per il Giubuleo: capi, capetti, ordine, tutti inquadrati. Solo qua e là qualche sprazzo di stati di grazia: due giovani che si baciavano, e nella notte si sono infilati sotto un unico sacco a pelo; questa è l’immagine che ha salvato il giubileo dei giovani, e lo ha reso pieno di speranza per un futuro per nuovi modelli umani. David partecipa come figurante agli allestimenti medievali di Palazzuolo sul Senio; inoltre e’ intrattenitore dal vivo con chitarra classica prima dell’inizio dei film al Gulliver, nonchè fondatore di un gruppo che si esibisce in musica medievale. I riti evocano un ritorno a un mondo primitivo... Che ne pensi David ? -
I vari riti, che abbiamo messo in scena qui al Gulliver e non solo, non
erano un ritorno a una perduta purezza, ne’ una fuga minoritaria dalla
societa’ dello spettacolo, che ci opprime, … semmai il presagio di un
gioco infinitamente piu’ grande. Il recupero di una celebrazione
ancestrale, unita a una nuova energia comunicativa e creativa. - Mi sembra che esageri nel dare senso a tutto cio’. In fondo avete fatto quello che qualsiasi barista fa per attirare piu’ pubblico. Qui prende la parola Daffi, uno con l’anima psichedelica, per questo amante del cinema e delle visioni in genere. - Mi
dispiace se la tua mente è così offuscata da non aver visto altro... La razionalità critica ci allontana dal senso del magico: cosi’ ci ritroviamo derubati del bisogno biologico di estasi, ebbrezza, felicita’. Per questo abbiamo bisogno di sempre meno show e sempre piu’ riti biologici primari
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