Questa è una terra piena di acque e di passioni.
Una società primitiva
di
cacciatori e
raccoglitori,
sedentari e nomadi fuori-legge,
scontrosi e festaioli,
libertari e giustizialisti,
anarchici e comunisti.
Ad Alfonsine i singoli individui sono combinazioni uniche di
ingredienti forse contradditori, ma certo vitali.
Alfonsine è la frontiera, lo spazio fisico e mentale,
comportamentale e filosofico della gente di frontiera.
Il matrimonio fra ricerca e selvaggio, fra desiderio di infinito e
bisogno di radici.
In questa piatta pianura lo spazio visivo è così tanto che si è
formata una naturale sensibilità per l'infinito, e la nebbia è
così frequente che il senso di smarrimento crea un'euforia mentale,
che rende superflua qualsiasi sostanza chimica.
Qui c'è la condizione ideale per pionieri e ricercatori.
Perchè è nelle zone di
frontiera che si compie l'avventura evolutiva.
Essere al di là dei
confini, in una dimensione così aperta che nemmeno la società più
"progredita" riesce ad abbracciare. Qui ci si può
lasciare alle spalle le regole e le identità e attivare il proprio
potere di creazione... ed essere sempre in conflitto forte e
lacerante con sé stessi, fra apertura e confini, fra slanci
sperimentali e insediamenti territoriali, fra espansione e regole.
Per muoversi in questa zona calda dell'evoluzione di
pionieri e ricercatori, è necessaria una radicalità non
ideologica, ma biologica, non logica ma mitologica. |