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La via Reale, luogo di frontiera |
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Recatevi
all’incrocio tra la via Reale e lo Stradone (corso Garibaldi). Il fiume Senio spandeva le sue acque nelle varie zone vallive, fin dalla prima bonifica del 1519, attuata dai Calcagnini, antichi feudatari di Fusignano. Qui fu costruita un'arginatura per delimitare l'acqua dalle terre emerse, sulla quale sorse poi una via per collegare gran parte dei territori vallivi tra il Santerno, il Senio e il Lamone. Quella era la ‘via principale’ per arrivare in quei luoghi remoti e acquitrinosi; anzi, come si diceva a quei tempi, "la via reale". La via Reale poi fu prolungata oltre il Senio: era l'attuale 'via 2 Giugno' scavalcando il fiume con un ponte in legno (1832); Da un
documento di Vincenzo Ballardini (scritto a mano nel 1943) Per questo nel 1943 fu costruito un nuovo ponte che, affiancando l'altro in legno, obbligò a rettificare il percorso della via Reale, con due nuove rampe più lunghe e meno ripide. Fu posto 20
m. più a valle e più alto di 2 metri. Ciò obbligò la demolizione delle
Case di Bellaria, che si trovavano interrate per metà nell'argine destro
del Senio e della case Mirri lungo la vecchia Reale. Alla sinistra del Senio il percorso coincideva con l'attuale 'via 25 Luglio'. |
Un luogo magico e misterioso Da sempre questa via ha esercitato strani influssi sui bambini di Alfonsine; essa era vissuta come luogo magico, al di là non si doveva andare. ("no stà miga andeàr int’la reàla!" - esortavano i genitori cercando di intimorire i Pollicini dell’epoca). Per tutti è stata il confine, la linea di protezione, come le mura per una città medievale, in un paese che di mura non ne ha mai avute e quasi certamente non ne avrà mai. Mille
Miglia, James Dean e il Demm ‘48 Procedete quindi col dovuto sussiego quando passate per la via Reale: è un luogo con l’anima. |
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