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Non disoccupiamo le strade dai sogni |
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Un paese senza luoghi "sacri" o "felici" crea cittadini depressi, perché estranei al loro ambiente e per le strade di Alfonsine vagano molti depressi. Sono pochi i luoghi di questo paese che sono legati a riti collettivi libertari e che sono riconosciuti da molti come degni di una qualche sacralità: essi sono (erano) innanzitutto i Cinema Aurora e Corso, dove si celebrava il rito visionario di centinaia di persone a contatto diretto con i loro sogni. Altri due luoghi rituali erano legati al Juke-box: il bar Sport e il bar Edera di Marullo: con la scoperta del Rock and Roll, la musica sacra che faceva partire il corpo. Questa fu la triade sacra dei giovani ribelli degli anni
‘60: amore libero, sogni e libertà e fu Antonioni a celebrarne la loro
carica estatica nella scena d'amore del suo film "Zabrinsky Point". Infine i riti sacri di iniziazione al misterioso incontro con l'esplodere della propria sessualità; pure questi celebrati collettivamente tra adolescenti: gran sacerdote di questi riti era il sacro fiume Senio dove si andava a fare il bagno nudi e dove si frequentavano corsi accelerati per sogni sessuali finalmente liberati. Poi c’era l'ombra dei pini di via Costa, (quelli che non a caso sono stati salvati dall’abbattimento) dove si incrociavano sguardi tra debuttanti alla festa dell’adolescenza: qua c'erano i maschietti e al di là della rete c’erano loro, le giovani teen-agers in tenuta ginnica che esibivano nel cortile della scuola le novità dei loro corpi adolescenziali, complice la professoressa di ginnastica.
(Tom Robbins)
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