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Aure perdute |
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In greco si parla del "fascino" come fosse una brezza, un'aura che emana da certe persone o da certi luoghi, o da incontri e combinazioni: essa può avvolgerti come un vento, a volte crescere come un turbine... ti ingolfa e ti stordisce. Quando avviene una sovrapposizione, una corrispondenza tra la realtà esterna e un segreto interiore, tra una percezione e un qualcosa che è già improntato nella nostra mente; ecco, allora si sprigiona l'aura. Chi ha consuetudine con la propria intimità scorge le aure del mondo esterno; chi si ignora, chi non ha mai avuto un sogno fatidico, può passare accanto ad esse e neanche voltarsi. Chi non incontra mai aure, cioè momenti estatici e fascinosi, chi non visiti mai luoghi geniali, diverrà arido e inquieto, in attesa di non sa nemmeno lui cosa, mendicherà emozioni, meraviglia a comando all'alcool alla droga. Ricordare costantemente gli incontri avuti con l'aura nella propria vita porta a un'esistenza felice |
A noi piace così: viaggiare rallentati, come zingari, come viandanti psichici, spinti dal desiderio e dalla curiosità di qualsiasi cosa, non importa cosa. Quello che ci interessa è la voglia di provare intensità, cioè sensazioni, farci sorprendere e incantare dal divenire, dal fluire del viaggio, dalle diversità e dalle avventure, dall’amore e dall’erotismo... ".... Noi viandanti siamo fatti così. La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte passione, amore, erotismo. Per metà il romanticismo che troviamo nel viaggiare sta nient’altro che nell’attesa dell’avventura (e qualcosa capita sempre....). Ma per l’altra metà è assaporare forme erotiche inappagate che spesso coltiviamo e poi per impulso consapevole dissolviamo." |
Sulla bianca piazzetta di Skiros stavo seduto a un tavolo del
caffè, con qualche mela nel tascapane, i pantaloni sfilacciati e la camicia dal
colore ormai bruciato. Mi faccio portar fuori vino attinto dalla pinta, nel
mentre una giovane donna dal fresco volto si avvicina al mio tavolo per
raccogliere la palla che il suo piccolo di pochi anni aveva lanciato. |
Angelo! soltanto vederla era delizia e tormento, quanto l’ho
amata in quella lunga ora! (libero saccheggio da "Vagabondaggi" di Hermann Hess) |
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