| Alfonsine
| Ricerche
sull'anima di Alfonsine |
DALLA
VIA AGUTA (LA GUDA), ALLA VIA COCCHI (CHOCLA), FINO AL PORTO 'LA PREDOSA', John Hawkwood (Giovanni Acuto) di
Luciano
Lucci Per
questa ‘ricerca’ sono state utilizzate anche documentazioni trovate in internet, Tutto iniziò nel 1375 con John Hawkwood, (Giovanni Acuto)… e anche Alfonsine forse gli deve qualcosa.
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il capitano di ventura Fu un celebre condottiero inglese stabilitosi negli ultimi suoi trent’anni di vita in Italia. Veniva dall’Essex in Inghilterra, e in Italia fu conosciuto con diversi nomi, ma specialmente come Giovanni Acuto. La pronuncia di “Hawkwood” in Francia diventò Jean Haccoude, assomiglia ad 'Acuto' poi nelle forme dialettali della Bassa Romagna 'Agud, da cui ‘Agudo’ e poi ‘Aguthe’, e 'Aguta' 'Guta' ecc... ecc... Alcuni cronisti fiorentini, sbagliando, lo chiamarono anche Giovanni della Guglia confondendolo con un altro condottiero, combattente pure esso nella guerra dei Cent’Anni, Jean de l’Aiguille (Giovanni dell'Ago) o anche 'Gianni della Guglia'. Pare che anche il Machiavelli lo chiamasse con il nome 'Acuto' in riferimento al termine 'ago' o 'guglia'.
Tutto ciò bastò ai narratori inglesi di tre secoli dopo di costruire una storia sul niente, di un John Hawkwood di basse origini, artigiano, sarto, che aveva saputo elevarsi ai fasti di protagonista della gloriosa storia militare. |
Incisione raffigurante Giovanni Acuto |
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All'inizio combatté per il suo re Edoardo III d'Inghilterra durante la guerra dei cent'anni. Dopo la pace di Brétigny (trattato che pose fine alla prima fase del conflitto) fondò diverse bande di mercenari, la Compagnia Bianca del Falco, e la famosa “Compagnia di S. Giorgio”, che si schieravano in difesa dello Stato che le pagava meglio. Era quindi un "capitano di ventura", che servì francesi, milanesi, papalini e fiorentini, offrendosi con le sue “lance” ai vari signori e principi e re dell'Europa. Nel 1381 il re inglese Riccardo II lo nominò baronetto; da quel momento Giovanni Acuto visse nel paese natio, per poi tornare in Italia come ambasciatore presso la Santa Sede e ancora contro i Visconti. Giovanni Acuto si mise infine al servizio di Firenze, che gli concesse quale residenza il Castello di Montecchio Vesponi, presso Castiglion Fiorentino, in Val di Chiana ed ebbe in dono anche il castello della Rocchetta, nei pressi di Poggibonsi, che sovrasta la strada per Siena e una tenuta con castello a San Donato in Polverosa. A
Firenze fu rispettatissimo. Qui venne sepolto con grandi onori in Duomo. In seguito, le spoglie furono traslate nella città natale dal figlio, su invocazione del sovrano inglese Riccardo II. In sua memoria la città di Firenze commissionò il celebre ritratto equestre a Paolo Uccello, capolavoro eseguito nel 1436 e conservato nel duomo, dov'era tumulato il condottiero, recante l'iscrizione: «Joannes Acutus Eques Britannicus Dux Aetatis Suae Cautissimus Et Rei Militaris Peritissimus Habitus Est». |
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Il Castello di Montecchio Vesponi
Oggi
per visitare quel castello che fu spettatore solitario di cruente lotte,
bisogna percorrere un breve tratto a piedi. |
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Nel tempo convertita in palazzo di campagna detto 'Rocchetta', fu parte integrante di una tenuta della famiglia dei Tolomei di Siena. L'intera tenuta venne ceduta, nel 1383, a Giovanni Acuto. Era stato un casale fortificato, inglobante un'antica torre chiamata la Rocchetta e la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena. |
Si trova a circa 4, 5 km a sud-ovest di Poggibonsi, e sovrasta la strada per Siena |
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John Hawkwood e la bassa romagna
Per
un certo periodo questo famoso "capitano di ventura"
si
era stabilito su queste terre della bassa Romagna da Bagnacavallo a
Cotignola, fino a Villanova, e avanti, fino all’argine vallivo dove si
formò il nucleo delle “Glorie”. Così, quando gli venne inviato il cardinale Anglic con una offerta di saldo, lui accettò: a eliminazione del suo debito, il Papa gli attribuì la “signoria” su due cittadine: Bagnacavallo, Cotignola, con terreni paludosi a sinistra del Lamone, fino all'argine vallivo in fondo, che giungevano quindi fino alla zona che successivamente prenderà più tardi il nome di “fundus gloriarum” (ovvero Le Glorie), un territorio di confine aspramente conteso fra Estensi e Polentani. Forse per questo motivo fu escluso il pezzo di strada che ora va da Glorie ad Alfonsine. L'ORIGINE DEL NOME 'GLORIE' L'attuale frazione di Bagnacavallo, denominata oggi 'Glorie' deve il suo nome quindi a questo 'fundus gloriarum' cioè 'fondo delle glorie', un fondo di terreno dove Giovanni Acuto aveva insediato i suoi fidi e i suoi più vecchi commilitoni, quelli “rotti”, menomati o invalidati. Forse 'gloriarum' stava a indicare come diremmo oggi, le “vecchie glorie”.
Dopo aver sistemato a Bagnacavallo la propria famiglia (lui personalmente vi andò raramente, preferiva Firenze…), incaricò i suoi agrimensori, che allora venivano chiamati ”idraulici”, di procedere a valorizzare al massimo questo territorio; lui, che fu un grande investitore, speculatore e finanziere, aveva bisogno anche di soldi liquidi, per sé e per le sue truppe; perciò diventò ovvio l’inserimento di una clausola nel contratto con il Papa che gli consentiva di poter “vendere” la Signoria; con l’obbligo però di poterla cedere “solo agli estensi”.
Costoro in quel periodo erano amici del papato e non vedevano l’ora di
arrivare addosso ai ravennati.
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(cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) Questa
sopra è il particolare di una mappa della zona di Fusignano, Bagnacavallo,
Villanova tra Santerno, Senio e Lamone (cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) Particolare
di una mappa denominata Il corso del Senio e del Lamone |
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Certo non si poteva facilmente “vendere una valle malarica”; Acuto pensò quindi di “tirare un po’ su” il valore.
Migliorò Cotignola, dove lasciò diversi segni in manufatti e organizzazione
del territorio, compreso l’innalzamento della torre. |
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L'ORIGINE DEL NOME 'VIA AGUTA'
Così
Acuto fece sistemare le scoline: “fosso vedro”,’fosso
vecchio’, ‘fosso Munio’, che appaiono da allora nelle mappe
dell’epoca, ma specialmente realizzò dal nulla delle vere e
proprie strade, ovviamente sempre dei tratturi, cioè larghi sentieri
erbosi, pietrosi o in terra battuta, adatti ai traini di allora. Queste
strade venivano collocate possibilmente su arginelli ed erano per lo più
diritte. Questa via a cosa serviva? La prima parte per collegare Bagnacavallo ad una piccola fortezza detta 'Villa Aguthe’, la seconda parte serviva ad arrivare al ‘fundus gloriarum’ ‘Le Glorie’ Mappa odierna in cui si vedono che le attuali vie (Cocchi, Viazza Nuova e Viazza Vecchia, partono tutte in modo diritto e perpendicolari alla 'via Aguta', indicando ancora oggi la direzione verso il Senio e verso Alfonsine per favorire le comunicazioni via acqua, col porto o guado della cosiddetta "Predosa"
MA
SOPRATTUTTO SERVIVA UNA VIA D’ACQUA TRA BAGNACAVALLO E IL MANTOVANO… E
UN PORTO SUL SENIO: LA PREDOSA DI ALFONSINE. (Alfonsine si chiamerà così 100 anni dopo) Il ruolo primario della costruzione della via Aguta fu quello di tracciare o potenziare anche tre o quattro drizzagni (canaletti) dritti e più brevi che da lì andavano a scolare a sinistra, verso una serie di canali (Chocla, Vedro, Munio, “canalle” di Bagnacavallo o del molino). |
(cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) Parte
del territorio compreso tra Bagnacavallo, il fiume Lamone e il Po di
Primaro E'
un particolare di una delle mappe più dettagliate della bassa romagna
denominata: Parte
del territorio compreso tra Bagnacavallo, il fiume Lamone e il Po di
Primaro (A.S. Modena, mappario Estense, serie di territori n. 95 sec
XVI) Si
nota la “Via Della Guda”, cioè un lungo drizzagno, con almeno
5 traverse verso fiume e 4 traverse verso valle, più o meno
perpendicolari ad essa; oltre al drizzagno finale del Cogollo attuale,
la via deli cocchi, la via della Ghiesa, la via
dei boti (del pino), la Pochintesti (villa
Graziani attuale), e a valle il Gatinello (l’attuale
Berlinzani), le viazze berlinzani (le Viazza Nuova e
Vecchia) e la viola delli pagani. |
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Su questi drizzagni
sorsero i tratturi, che oggi sono la Viazza Vecchia, la Viazza Nuova e la
via Cocchi.
Come
si può notare dalla mappa qui a destra: era una rete di comunicazioni, una direttrice
privilegiata per andare al cosiddetto porto “della predosa”, che era
proprio sul Senio dove sorgerà Alfonsine (e dove forse già all’epoca
qualche nucleo di capanne c’era già).
E
POI VENDETTE TUTTO AGLI ESTENSI, Bagnacavallo faceva capo, in entrata e in uscita, a un costante flusso di materiali e derrate, soprattutto legno per la fabbricazione di armi e sale per la conservazione dei cibi, che scorreva nel duplice senso e principalmente per via d’acqua tramite chiatte provenienti da Gazzuolo nel Mantovano, cioè dai possedimenti di Giovanni Acuto avuti, come dote della moglie. Tale percorso avveniva col permesso degli Estensi, passando dal Primaro o direttamente, uscendo e rientrando dall’Adriatico, nelle zone vallive, certamente attraverso il “ porto” vallivo degli estensi, detto "della Predosa".Queste imbarcazioni viaggiavano sull’Oglio, sul Po, sul Primaro e sul Senio. Il dover attraversare i suoi convogli, grazie alla collaborazione di un manipolo di esperti collaboratori coi quali egli si teneva sempre in contatto, i territori posti sotto il controllo di Ludovico Gonzaga e di Niccolò II d’Este fece naturalmente sì che Hawkwood si trovasse in obbligo di mantenere rapporti amichevoli con queste dinastie signorili. |
(cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) (cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) Questo
è un particolare di una mappa della metà del XV secolo. (Archivio di
Stato di Venezia, Savi ed esecutori alle acque, serie Po, dis. 177,
autore non identificato)
Particolare
di una mappa del 1113,
riutilizzata e riscritta nei secoli successivi, e anche dal 1500 al 1700,
si legge, in basso a sinistra: "Questo
anticamente era il porto di Bagnacavallo". Siamo nel punto dove sorgerà Alfonsine, più o meno attorno all’attuale piazza Monti. |
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Inoltre a Bagnacavallo, si riuniva di tanto in tanto la famiglia Hawkwood.
Il 26
agosto 1379 arrivò
Donnina, figlia bastarda di Bernabò Visconti e moglie
di John, dopo un viaggio sulla via Emilia attraverso le città di Parma e
Reggio, mentre il suo non certo esiguo bagaglio giunse in Romagna a più
riprese viaggiando per via d’acqua. Il
10 agosto 1381 Hawkwood ‘cedette' le località romagnole di Bagnacavallo e di Cotignola a Niccolò II d’Este
e al fratello di questi Alberto.
In realtà andò finalmente all'incasso di tutto il lavoro fatto
precedentemente. In un incontro presso un'osteria della
zona John Hawkwood e il marchese Niccolo II d'Este chiusero la trattativa
con un mutuo all'Hawkwood di 60.000 ducati d'oro, con ipoteche su tutti i
beni della zona.
(vedi pag. 5 e 6 di questo documento scritto da Leandro Mascanzoni cliccando qui) |
(cliccare o toccare sulla foto per avere l'ingrandimento) Le antiche Valli di Alfonsine In questo particolare della mappa con una presumibile datazione posteriore al 1521 e anteriore al 1549 (Archivio Storico Comunale di Ravenna mappa n° 522, 84x63 inv Bernicoli) si vedono due strade che incrociano "la via del confine" che corrispondono alla via di San Savino e alla Stroppata (qui detta "la Stropa"). Sotto ancora il fiume Senio che arriva fino alle valli. Qui appare una arginatura che inizia in zona Fiumazzo (la Rota potrebbe indicare una delle tante rotte che avvenivano in questo punto). Potrebbe essere quella che diede origine alla via Nuova (che fu anche detta strada del confine tra Fusignano e il leonino). Alfonsine non si vede, ma la chiesa potrebbe essere dove la mappa si è corrosa causa la piegatura.
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sull’origine del nome ‘via Cocchi’
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