| Ricerche
sull'anima di Alfonsine |
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“il più pericoloso anarchico di Alfonsine” Luigi
Bartolotti
di Luciano Lucci |
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Luigi Bartolotti di Alfonsine fu un anarchico super attivista. Nacque
a Alfonsine (RA) il 10 febbraio 1859 da Tomaso e Clarice Garavini, di
famiglia benestante, fu
maestro elementare. Si sposò nel nel 1875 con Cristina Massaroli e visse in una casa sua in Corso Garibaldi 54. Nel 1882 ebbero un figlio a cui diedero il nome di Giuseppe Teodoro Camillo.
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Luigi Bartolotti col figlio Giuseppe |
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Dopo avere professato in giovanissima età ideali mazziniani e poi socialisti, aderì alle teorie anarchiche divenendone un appassionato propagandista. “Si può dire che dedichi la sua vita, più che all’insegnamento pedagogico, a quello dell’anarchia”, così lo descrivevano le forze dell'ordine dell'epoca. Nel 1887 muore la moglie Cristina. La attività politica lo porta ad essere spesso fuori casa, dove il figlio di cinque anni viene educato e accudito duramente dalla zia Maria Massaroli, una sorella della madre.
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DIVENTò
ANARCHICO ODIANDO TUTTI I PARTITI, La sua attività nel movimento anarchico è documentata a partire dai primi anni Novanta dell'800. Era considerato dalla polizia “il più pericoloso anarchico di Alfonsine”. Il Prefetto di Ravenna lo definisce “di carattere audace, di discreta educazione, intelligenza e coltura”. Esercita una influenza in un ambito più vasto di quello locale, con “relazioni estese nel Regno”, in particolare con i compagni della provincia di Ravenna e della intera Romagna. Tiene conferenze a scopo di propaganda in Alfonsine e località vicine, oltre a promuovere e organizzare conferenze pubbliche e private con altri oratori." Il 22 luglio 1890 il Tribunale di Ravenna lo condannò a due mesi e 15 giorni di detenzione per reato contro la libertà di lavoro. Nello stesso anno, sorpreso ed arrestato mentre affiggeva dei manifesti sovversivi, fu condannato dal Tribunale ma poi assolto dalla Corte d’appello. Durante la fase di riorganizzazione delle forze anarchiche in Italia, che seguì al Congresso di Capolago (Canton Ticino, Svizzera), il 2 febbraio 1891 Bartolotti prese parte al Congresso regionale di Ronco, frazione di Forlì, nel corso del quale venne fondata la Federazione Romagnola del Partito socialista anarchico rivoluzionario (PSAR). Questo Partito politico italiano, fu attivo tra il 1891 e il 1892. Il 1° maggio 1891 si pone a capo di un numeroso gruppo di dimostranti che si presentano nella piazza di Alfonsine, ma la manifestazione fu sciolta con la forza (furono tirati sassi e un carabiniere rimase ferito). Un episodio analogo si verificò nella stessa ricorrenza nel 1893, questa volta però senza incidenti. Il Bartolotti venne accusato dalla polizia di avere incontrato Paolo Lega nel giugno 1894, pochi giorni prima del suo attentato al Presidente del Consiglio dei Ministri Crispi, di avere avuto un colloquio con lui e di avergli procurato del denaro. Fondò ad Alfonsine la Cameraccia della Società della Amicizia, i cui componenti erano tutti anarchici, e che pertanto venne sciolta con Decreto prefettizio in data 24 ottobre 1894, essendo “ritenuta pericolosa per gli ordinamenti politici e sociali”. Nella stessa data, sempre con Decreto prefettizio, Bartolotti fu sospeso dall’impiego “perché incompatibile colle funzioni di pubblico educatore”. Il giorno dopo venne arrestato e proposto per l’invio al domicilio coatto per tre anni, il 12 marzo 1895 viene tradotto a Porto Ercole, il 18 maggio è poi trasferito alle Tremiti, nel febbraio 1896 a Ustica, e da qui, in settembre, a Lampedusa per motivi di PS. Il 17 novembre 1896 fu prosciolto condizionalmente dalla dimora coercitiva e potè rientrare ad Alfonsine, dove fu riammesso al posto di insegnante. Continuò a ricevere e diffondere stampati sovversivi e giornali anarchici, in particolare «L’Agitazione» di Ancona. Sottoscrisse la protesta pubblicata nel supplemento a «L’Agitazione» del 31 marzo 1898 contro l’applicazione dell’art. 248 del Casellario politico, in occasione del processo di Ancona a carico di Malatesta e compagni accusati di avere costituito una “associazione di malfattori”. Nell’aprile
1901, per avere tenuto una pubblica
conferenza a Longastrino (Alfonsine) sulla organizzazione dei contadini
senza averlo comunicato all’Autorità competente, venne condannato dal
Pretore al pagamento di una ammenda. Il 27 agosto 1905 partecipò a un Convegno anarchico a Forlì. UNA NUOVA MOGLIE In quegli anni sposò la maestra Eugenia Bonfiglioli che andò a convivere con lui e la Maria Massaroli nella casa di corso Garibaldi. Nel 1907 ebbero una figlia Clarice Clara che morirà giovanissima a 11 anni, nel 1918. |
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NEL 1907 FU ACCUSATO DAI SOCIALISTI DI ESSERE IN COMBUTTA CON MONARCHICI, REAZIONARI E CLERICALI. Da "La Boheme" 8 giugno 1907 -
Cavaliere della Croce di Savoia?... Nel 1907 Luigi Bartolotti fu coinvolto in una strana e violenta polemica con i socialisti locali. Nelle
vignette del giornale socialista satirico ‘la Boheme’ fu preso di mira
l’anarchico “Gigi”, e definito “ex-coatto”: Gigi è diminutivo
di Luigi, ed ex-coatto non poteva che essere il Bartolotti. |
Romano
Pasi nel libro “Storia di Alfonsine” ha pubblicato alcune vignette di
un anarchico giudicato dai socialisti come traditore. Da "La Boheme" 25 maggio 1907 Con
preti e monarchia Da "La Boheme" 6 luglio 1907 Lui (Nell'aria del "Rigoletto") ...
Sì! vendetta, tremenda vendetta! Il Bartolotti doveva aver reagito in qualche modo alle vignette infamanti, tanto che viene di nuovo ripreso come se avesse minacciato in qualche modo il giornale.
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anno di furiose polemiche Il
1907 fu un anno di furiose polemiche ad Alfonsine (tanto per cambiare!) e
animi infiammati. "Nel 1904 i socialisti ad Alfonsine con le elezioni comunali avevano ottenuto la maggioranza. La nuova giunta tra le altre cose procedette alla nomina del medico chirurgo primario nella persona del Dr. Armando Bussi, medico socialista, con rilevanti doti di propagandista, ma che come chirurgo non aveva pratica alcuna. Le dimostrazioni della sua incapacità
furono così tragicamente evidenti che i repubblicani gli tolsero
l’appoggio e chiesero un referendum (8 aprile 1905) con cui si
esprimesse l’opinione del paese in materia. La proposta non ebbe seguito
ma i repubblicani si dimisero dal Consiglio Comunale. Nelle elezioni
successive del 11 marzo 1906 i repubblicani e i moderati che si erano
battuti nella campagna elettorale con lo slogan ‘vogliamo un buon
chirurgo’, avevano ottenuto più vasti consensi e la maggioranza in
Consiglio Comunale.
Infatti nelle vignette, denominato “Gigì” denunciato come ‘leccastivali degli Alberani (possidenti locali), De Maria (farmacista e sindaco) e Don Vecchi (?)” perché sarebbero stati convinti a sostenere la richiesta della nuova giunta per interessi particolari e personali. (una fake news anche allora? basata su cosa? L'unico accenno è una partita a carte, o a domino(?) nel Caffé Nazionale, che era noto come bar degli anarchici, a cui avrebbe partecipato con il Bartolotti anche Alberto Alberani figlio di Anselmo Alberani detto lo Czar di Alfonsine. Comunque quel clima era stato talmente avvelenato dai socialisti che
quando arrivò il nuovo medico chirurgo Dr. Umberto Pasini fu accolto
molto incivilmente e la sua carrozza presa a sassate."
IL BARTOLOTTI VIENE OBBLIGATO ALLA PENSIONE DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE Il 31 agosto 1910 l’Amministrazione comunale di Alfonsine lo collocò a riposo.
UNA LETTERA DISPERATA al Ministero dell'Interno Una lettera del 30 aprile 1918 al Ministero dell'Interno Direzione Nazionale della Sicurezza' mostra un Luigi Bartolotti, ormai sessantenne, restìo a continuare nel ruolo di ribelle anarchico. (Tale
lettera mi fu consegnata personalmente nel maggio 2019 dalla pronipote
Marisa Sadi) "Onorevole Ministero dell'Interno Direzione Nazionale della Sicurezza Ricorro
all'E.V. per essere liberato dall'incubo che ovunque mi segue e mi nuoce
enormemente. Fui Maestro El.re nella nativa Alfonsine di ravenna fino a
pensione conseguita; indi, costretto da esigenze famigliari mi diedi alla
ricerca di altra occupazione. il ritorno ad alfonsine Riassunto
e poi di nuovo licenziato dall’Ansaldo, con la disgrazia della figlia undicenne
Clara morta nell’estate 1918 fece ritorno dalla famiglia ad Alfonsine. Nell’aprile 1925 la polizia segnalò che “da un anno circa si mantiene inattivo”, soprattutto perché ad Alfonsine “il partito anarchico è quasi scomparso”. Considerato pericoloso, venne iscritto nell’elenco delle persone da arrestare in caso di perturbamento dell’ordine pubblico. Negli anni successivi continuò a essere vigilato, anche se fu considerato sempre meno pericoloso per l’età avanzata e la salute cagionevole, che lo costrinsero a una vita molto ritirata. Pur astenendosi da ogni forma di attività politica, conservò le proprie idee. Nell’ottobre 1935 venne cancellato dallo schedario dei sovversivi. Visse con la moglie Eugenia Bonfiglioli, con la suocera Celestina Evangelisti (vedova, sposata Felice Bonfiglioli), e con una nipote della Bartolotti: Maria Cismini (o Cimini?), nata a Bologna da Easteno (?) Cismini (o Cimini?) e da Virginia Bonfiglioli. Questa nipote (era maestra) venne da Milano nel 1936, probabilmente ad aiutare la zia Eugenia, dato che la loro madre Celestina era morta nel 1931.
Quando nel 1940 la moglie di Luigi, Eugenia, morì, anche la nipote Maria tornò a Milano, da dove era venuta come si deduce dallo stato di famiglia qui sotto riportato. A quel punto il Luigi Bartolotti era rimasto solo e ammalato. Ricoverato (probabilmente) all'Ospizio Boari visse ancora per 4 anni. Morì all’ospedale di Alfonsine il 2 maggio 1944
Di Luigi Bartolotti non c'è traccia di dove siano finite le sue ossa... probabilmente anche le sue nel 1944 finirono nell'ossario comune. (cliccare o toccare sulla foto per vederla ingrandita)
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La
tomba Bonfiglioli era una chiesetta ormai in decadimento e ospitava solo la
Celestina Evangelisti Bonfiglioli, la Eugenia Bonfiglioli e la figlioletta
Clara Bartolotti morta a 11 anni nel 1918. Nei loculi non utilizzati non furono trovate i resti di altre persone, quindi Luigi Bartolotti non fu sepolto qui. |
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