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Alfonsine

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Il campo sportivo "Rino Bendazzi"

(un click o un tocco sulle foto per averle ingrandite)

di Loris Pattuelli

Il campo sportivo Rino Bendazzi è sicuramente uno dei luoghi più sacri di Alfonsine. Se si escludono gli speculatori edilizi, non credo esista Alfonsinese che non sia follemente innamorato di questo pezzetto di mondo sospeso nel tempo. Tutti sono passati da lì, chi per dare due calci a un pallone e chi per tifare per un qualche amico che stava prendendo a calci un pallone. Io ci andavo ad allenarmi per l’atletica leggera, poi ci andavo per la partitella del pomeriggio, e poi ci andavo anche a giocare la domenica mattina con la squadra allievi dell’Alfonsine.

La squadra allievi di quegli anni era una gran bella squadra. Non so se qualcuno ricorda, ma questi sbarbatelli arrivarono a disputare lo spareggio per le finali regionali. Spareggio poi perso per una papera di un portierino da quattro soldi che portava lo stesso mio nome. 

Gran bella squadra quella squadra. 

Sapete chi era il nostro regista difensivo? Fedele Dradi, poi architetto leggermente in sovrappeso. 

E sapete chi era il nostro regista di centrocampo? Claudio Savioli, poi mister emerito della prima squadra. 

E sapete chi era il nostro centravanti di sfondamento? Francesco Geminiani (William), spero ancora vivo nella memoria dei molti che hanno avuto la fortuna di frequentarlo.

Se qualcuno mi chiede dov’è l’ombelico di Alfonsine, io rispondo al Rino Bendazzi. Tutti sono passati da lì e tutti ogni tanto ci tornano con grande devozione.

Chissà se qualcuno ricorda quando arrivarono i primi fari per l’illuminazione notturna. Se non mi sbaglio, a quei tempi (erano i primi anni sessanta), c’era un torneo dei bar che durava quasi tutta l’estate. Le mie squadre preferite erano il Bar Tritone e l’Hotel San Francisco, credo per via dell’incantamento che accompagna certi nomi o per una qualche stravaganza delle loro casacche.

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Entrata del "Rino Bendazzi"

 

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Anno '63-64

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fine anni '60

 

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primi anni '70

 

 

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Il Sig. Drei, il grande presidente dell’Alfonsine football club

Quando la domenica pomeriggio giocava la prima squadra, io mi mettevo sempre dietro la porta di Mario Calderoni (Mariò), per me il più grande portiere di tutti i tempi. Come dicevo poc'anzi, io allora difendevo la porta degli allievi e cercavo di imitare le gesta del grande Mario. Siccome ero una schiappa, naturalmente non ci sono mai riuscito. A quei tempi nessuno aveva voglia di giocare in porta. Tutti volevano dribblare e fare gol, oppure marcare quelli che nella squadra avversaria dribblavano e facevano gol. In porta ci stava di solito il palleggiatore più scarso, il ciccione, il saltafossi, oppure quello con qualche rotellina fuori posto.

E come non ricordare il Signor Drei, il grande presidente dell’Alfonsine football club? Lui sì che ci avrebbe fatto vincere qualche cosa di importante, se soltanto fosse stato un po’ meno squattrinato. Però era un gran signore, un uomo di una simpatia davvero travolgente. Si piazzava in panchina accanto all’allenatore e, con una flemma da lord inglese, ogni tanto si metteva a gridare: “Gli uomini, gli uomini!”. Nessuno è mai riuscito a capire che cosa il Signor Drei intendesse dire con questa sua singolare imprecazione, ma che importa, lui era un grande presidente e i grandi presidenti a volte dicono delle cose strane. Da bravo magnate alla Totò, il signor Drei un bel giorno incappò in un qualche guaio finanziario e dovette fuggire lontano dalle amate Alfonsine, ma questo non prova proprio niente, niente se non che i grandi presidenti non sempre riescono a tornare indietro tutti gli anni come le rondini.

Chiedo scusa, ma temo di essermi fatto prendere un po’ la mano dai girotondi della memoria. Come tutti sanno, i ricordi sono la cosa meno obiettiva di questo mondo, ma se possono aiutare qualcuno a ricordarsi di ricordare, forse non sono poi una cosa così brutta e cattiva. Chiedo scusa, ma se devo dirla tutta, io mi sono proprio divertito a rivoltare come un calzino il mondo di tanti anni fa. Colpa di questo luogo sacro chiamato campo sportivo Rino Bendazzi, colpa di questo pezzetto di mondo sospeso nel tempo che continua a girare in tondo insieme noi.

 

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