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UN SOPRANNNOME PER ALFONSINE

di Loris Pattuelli  

   

Che ora è? Che giorno è? Che anno segna il calendario? Le tartarughe esistono sulla terra da 150 milioni di anni. Coetanei dei dinosauri, questi rettili sono 150 volte più vecchi e 150 volte più longevi di noi. Incuranti dell’evoluzione, se ne vanno in giro senza nessuna arma di offesa, ma con indosso soltanto una curiosa corazza simil corno che li rende praticamente invincibili.

Conosci Emys Orbicularis, la Tartaruga Palustre o, per dirla in romagnolo, la Besagalena? Besagalena è il soprannome che gli Dèi diedero ad Alfonsine tanto tempo fa. Questa signora era già qui quando arrivarono i nostri trisnonni ed attualmente è domiciliata nell’ex cava della Fornace Violani. Oggi è una specie protetta, ne è vietata la cattura, la detenzione e la commercializzazione.

Oramai, chi l’avrebbe mai detto, è diventata la nostra amica più discreta, più rinomata e più internazionale. Besagalena, Besagalena, Besagalena… Ma ci può essere nome più bello di questo? Io chiamerei così anche il nostro paese. Se ne avessi facoltà, giuro che gli metterei proprio questo soprannome.

EMYS ORBICULARIS, TARTARUGA PALUSTRE, BESAGALENA

Con tutto quello che c’è da fare, da brigare e da aggiustare oggi nel mondo, mi chiedo a chi potrebbe mai venire in mente di dare un nome (magari anche soltanto un soprannome) alle mille cose che ci circondano, che ci piacciono e che continuano a farci compagnia.

L’idea non è nuova, direi anzi che non c’è mai stato niente di più antico sulla faccia della terra.

E poi, se non ricordo male, è proprio quello che faceva anche il dio della Genesi, ed è esattamente quello che fanno da sempre tutti i poeti di questo mondo.

Certo non è con queste quisquilie che ci riempiamo la pancia, mettiamo la benzina nella macchina, ricarichiamo il telefonino, ma non è neanche scritto da nessuna parte che noi dobbiamo essere soltanto un tubo digerente, un codice a barre, una carta di credito, eccetera, eccetera.

Quella di dare un nome a tutti gli esseri e a tutte le cose, di rifilare un soprannome all’intero creato, è un’usanza che gli Dèi dell’olimpo e i santi del calendario ben conoscono.

Il nome e il cognome te lo danno i genitori, il soprannome è invece un dono della comunità.

Il soprannome va maneggiato con cautela, è un’arma impropria, è come il fiore che sempre adorna la bocca dei nostri cannoni.

Il soprannome è un abbraccio fraterno, una calda stretta di mano, un pizzicotto pieno di confetti e di ortiche.

Il soprannome è il cordone ombelicale che unisce il cielo con la terra, è un’iridescenza che parte dal cosmo e arriva fin dentro al cortile di casa.

Quella del soprannome è un’arte sacra e diabolica al tempo stesso. Maneggiare con cautela. Trattasi di poesia, poesia allo stato puro.

Il soprannome è un rito mezzo pagano e mezzo francescano, un modo davvero curioso di mescolare il battesimo con l’estrema unzione.

Il soprannome è un’arte di strada, esattamente come le canzoni dei buskers, i ritmi delle balere, il rap, la dance, i balli staccati e le giravolte del rock’n’roll.

Hai presente una vignetta di Altan o un corsivo di Michele Serra, una apparizione di Benigni o una improvvisazione di Totò?

Non vorrei portarti fuori strada, ma io credo che nel soprannome siano racchiusi e condensati tutti i pregi e tutti i difetti di un individuo.

Hai voglia a staccare il cuore dall’anima o dalle viscere, il soprannome è sempre il ritratto cagato e sputato di una persona, la sua carta d’identità più certificata e verosimile.

Maneggiare con cautela. Trattasi di materiale sovversivo, specialmente se maritato con la perfida bonarietà di noi romagnoli.

Il soprannome è un’arte popolare e, come tutte le arti popolari, non ha copyright.

Poco importa chi è l’autore di un soprannome, il mandante è sempre la comunità. E la comunità, se guardiamo la storia degli ultimi quatto millenni, non è che abbia mai avuto molto a cuore le ragioni dell’individuo.

Il soprannome è il ritratto più preciso che si possa fare di una persona, è un secondo avvento e certe volte anche una Immacolata Concezione.

Per quanto mi riguarda, ritengo meritevoli di soprannome tutti le creature di questo mondo. Dovendo incominciare da qualche parte, suggerirei di partire con un bel soprannome per il nostro paese.

Alfonsine- Aglinfunsèn. Che ne diresti di chiamarlo Besagalena?

 

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