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e'
Cantinò (detto anche Casarmone), (cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento)
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NEL PUNTO
11,
(della mappa a destra), e'
Cantinò (detto anche Casarmone), L’edificio fu costruito nel 1838 dalla famiglia Marini (i Marèn), ricchi proprietari terrieri del tempo. Serviva come cantina per la vinificazione, come stalla per i cavalli, e come magazzino per il grano. Durante la “Settimana Rossa”, nel 1914 i rivoluzionari sequestrarono dal magazzino diversi quintali di grano. Negli anni successivi l’edificio fu acquistato da Luigiò (Luigi Randi), il fattore dei “Marèn”, che vi fece costruire diverse camere che diede in affitto a varie famiglie e continuò ad utilizzare i magazzini per la raccolta del grano. Quando Luigiò morì, falciato da una mitragliata di un aereo inglese, ereditò il tutto suo nipote Tugnazzé (Antonio Randi). Nel punto 6 "il cantinone" (cliccare o toccare l'immagine per averne un ingrandimento)
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(cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento) 1910:
cortile de "e cantinò", che nel dopoguerra sarà arena del cinema
Corso.
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(cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento) |
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Chi abitava lì prima della guerra? Le due foto sotto
furono scattate nei primi anni del 2000, prima della ultima ristrutturazione. |
Qui sotto la facciata del Cantinone prima della guerra.
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(cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento) Non si sa come o perché, ma il minamento di tutto Corso Garibaldi da parte dei tedeschi si arrestò dal Cantinone fino alla casa Pagani, forse per una scelta tattica dell'esercito tedesco, o perché come qualcuno disse avevano finito le bombe da mettere sotto gli edifici per farli saltare. Il Cantinone superò così la guerra. Nel dopoguerra il nipote Tugnazzé (Antonio Randi) aveva ereditato dallo zio tutto l'edificio e tanti altri beni. Non avendo soldi per pagare la tassa di successione di tutti i poderi che ereditò da Luigiò, vendette “e’ cantinò” a Ernesto Contessi (Arnisté), suocero di Marino Marini.
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L'arena del Cinema Corso Il cortile del "cantinone", che era usato dalla gelateria "Fiocchi", fu utilizzato dal '50 fino agli anni '70 come arena del Cinema Corso, Fu costruita la biglietteria e la saletta per il proiettore, come si vede dalla foto a destra.
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Arena dell'ex-cinema Corso
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Marino Marini iniziò a
premere su Prefettura e Governo per avere il permesso di adibire quella
costruzione a uso cinema, contro la decisione del comune di Alfonsine che
aveva stabilito, nel suo piano di ricostruzione, la presenza di un solo cinema
nel nuovo centro del paese in piazza Gramsci e cioè l’“Aurora”.
Sorse così il nuovo "Cinema Corso" La realizzazione di un secondo cinema fu uno sfregio al piano regolatore e alle scelte democratiche della prima amministrazione di sinistra del dopoguerra, (per ottenerlo il Prefetto di Ravenna commissariò, per alcuni mesi l’amministrazione comunale), i militanti dei partiti di sinistra al governo del paese di Alfonsine invitavano la gente a non frequentare il cinema Corso, ma solo l’Aurora. Dall’altro lato Marini, con una mossa spiazzante, diede in gestione il cinema a una cooperativa di operai della sua fabbrica. Il cinema funzionò fino al 1980, poi fu abbandonato.
Nel 2021: un piccolo Hotel, Ristorante pizzeria da Nick, e caffé-Pasticceria "La perla" |
Nella foto del 2021 i nomi di chi abitava lì prima della guerra. (cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento)
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